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Franz Calì, un capitano coi baffi

Creato il 01 settembre 2013 da Calcioromantico @CalcioRomantico

franz calìLa scheda dice un metro e settanta, anche se l’abbondante camicia a quarti bianchi e blu e il curioso calzoncino farebbero propendere per un’altezza inferiore. Ciò che però colpisce sono quei folti baffi all’insù che conferiscono alla figura un che di autoritario e al tempo stesso rimandano alle sue origini. Una crasi che l’accoppiata soprannome-cognome ribadisce. Stiamo parlando di Franz Calì, all’anagrafe Francesco, nato il 16 maggio 1882 a Riposto, provincia di Catania, simbolo della Sezione Calcio dell’Andrea Doria e primo capitano della selezione azzurra.

Cosa ci fa un siculo di nome Franz a Genova è presto detto. A seguito del fallimento dell’azienda di famiglia, i Calì da Riposto vanno a cercar fortuna in Svizzera. A Zurigo Francesco diventa Franz e comincia a giocare a calcio con il Fortuna Zurigo. Dopo una parentesi al FC Ginevra, nel 1900 Franz sbarca a Genova e inizia “un’opera di propaganda indefessa, entusiasmato di quel brillante giuoco che pur all’Estero era tanto in auge”.[1] Nel 1901 è tesserato dal Genoa, ma l’anno dopo ne diventa fiero avversario.
Nel capoluogo ligure è, infatti, attiva sin dal 1895 la Società Ginnastica Andrea Doria, fondata da alcuni ex tesserati della Società Ginnastica Colombo allontanati dalla società madre perché accusati di propendere per un eccessivo modernismo. La Doria in pochi anni ha moltiplicato iscritti e interessi ed è proprio questa non chiusura verso i nuovi giuochi a spingerla a costituire anche una sezione calcio con l’intenzione di partecipare sia ai campionati di calcio ginnastico che a quelli organizzati dalla Federazione di Football. Siamo nel 1902 e Franz Calì coglie la palla al balzo per diventare in un colpo solo fondatore, allenatore e giocatore di una squadra di calcio, oltre che arbitro federale visto che sono le società a designarli. Seguono dieci anni in cui Calì e Andrea Doria diventanno un binomio inseparabile, anche perché a vestire la camicia biancoblù c’è anche suo fratello Salvatore, meglio noto come Calì II.

1902, L'Andrea Doria campione d'Italia FGNI ex aequo col Milan

1902, L’Andrea Doria campione d’Italia FGNI ex aequo col Milan

Franz Calì in difesa non basta, però, per conquistare la supremazia cittadina. Il Genoa di Spensley e dei fratelli Pasteur è una squadra più forte ed esperta dell’Andrea Doria. Dal 9 marzo 1902, giorno del primo derby valido per il Campionato Federale (3-1 per il Genoa, il risultato), al giorno della prima vittoria doriana in un derby di campionato passano cinque anni. Quel 9 febbraio 1907 il primo gol lo segna proprio Franz Calì, la Doria vince inaspettatamente 3-1 e si qualifica ai danni dei cugini rossoblù  per il girone finale, in cui però non ben figurerà. Il primo importante successo ai danni dei genoani risale comunque all’ 11 dicembre 1904, quando l’Andrea Doria capitanata da Calì conquista la Palla Dapples a Ponte Carrega. La gioia di avere in casa il trofeo messo in palio proprio dai rossoblù dura però solo fino al successivo aprile, quando il Milan passa 1-0 sul campo dei doriani. 

Oltre a una conquista e una difesa della Palla Dapples, nella bacheca di Franz Calì e dell’Andrea Doria troviamo la coppa del Trofeo Municipalità di Asti del maggio 1902 (vinta per sorteggio a ”croce e grifo” visto che la finale contro la Juventus era ancora sullo 0-0 dopo più di due ore di gioco e il sole era già tramontato)[2] e i titoli di campione d’Italia della Federazione Ginnastica 1902 (ex aequo col Milan) e 1910. I biancoblù vinceranno anche i titoli 1912 e 1913, ma senza Franz Calì che dopo il campionato 1910/11 lascia il calcio giocato, diventa dirigente federale e membro dello staff tecnico della nazionale. Del resto proprio alla maglia azzurra, anzi alla camicia bianca[3] è legata la più grande soddisfazione personale del difensore siculo-svizzero: il 15 maggio 1910 in occasione della prima partita della nazionale italiana Franz Calì riceve i galloni da capitano, anche perché è il più anziano. L’incontro va bene, 6-2 alla Francia, e così per la trasferta a Budapest di quindici giorni dopo sono tutti confermati. L’Ungheria, però, è di altro spessore e ci strapazza 6-1 e quel giorno termina anche la carriera in nazionale di Franz Calì che si fa da parte per lasciare spazio a gente più giovane.

federico

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[1] da Francesco Calì, in Lettura sportiva del 01/01/1911, pag. 13
[2] da Luigi Caserza, Genova Sport, 01/12/1932 riportato in Football 1898-1908. L’Età dei Pionieri, Fondazione Genova 1893, pagg. 89-93. L’espressione “croce e grifo” fa riferimento al quartaro, la più modesta moneta di Genova

Croce e Grifo, il quartaro

[3] La nazionale italiana gioca le prime due partite in camicia bianca


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