Ecco alcuni dei proverbi e delle poesie che più mi hanno colpito alla mostra Africa, la terra degli spiriti del Mudec a Milano.
Chi sei?
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E tu, chi sei?
Sono Mamadi, figlio di Diubaté.
Da dove vieni?
Dal mio villaggio.
E dove vai?
All’altro villaggio.
Quale altro villaggio?
Cosa importa?
Vado dovunque ci siano degli uomini.
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Che fai nella vita?
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Sono griot, capisci?
Sono griot, com’era mio padre,
Com’era il padre di mio padre,
Come lo saranno i miei figli
E i figli dei miei figli.
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Sono griot, mi capisci?
Sono griot come al tempo dei padri
Che aprivano il cuore al nascere del giorno
E la casa ospitale al viandante sconosciuto
Attardato sulla via.
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Sono progenie di Dieli,
L’uomo cui suo fratello diede
La propria carne e il sangue
Per eludere la fame terribile
Pronta sul sentiero in fiamme della foresta
Con la maschera minacciosa del teschio della morte.
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Sono figlio della Guinea,
Sono figlio del Mali,
Nasco dal Ciad o dal profondo Benin.
Sono figlio dell’Africa…
Addosso ho un gran-bubù bianco.
E i Bianchi ridono vedendomi
Trottare a piedi nudi nella polvere della strada.
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Ridono.
Ridano pure.
Quanto a me, batto le mani e il grande sole dell’Africa
Si ferma sullo Zenit per guardarmi e ascoltare.
E canto e danzo,
E canto e danzo.
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Francis Bebey, artista camerunense
E’ QUANDO NON SI SA DOVE SI VA CHE E’ BENE SAPERE DA DOVE SI VIENE.
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NON PARLARE DEL COCCODRILLO PRIMA DI ESSERE USCITO DAL FIUME.
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QUANDO LANCI LA FRECCIA DELLA VERITA’, PRIMA IMMERGILA NEL MIELE.
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LA PAROLA E’ COME L’ACQUA, UNA VOLTA VERSATA NON LA RACCOGLI PIU’.
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IL GRIDO DI SGOMENTO DI UN SOLO SUDDITO NON SOVRASTA IL SUONO DEL TAMBURO.
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L’ELEFANTE MUORE MA LE SUE ZANNE RIMANGONO.
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