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Frasier

Creato il 11 giugno 2014 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

frasierNBC, dal 1993 al 2004, 11 stagioni, 264 episodi in totale (nel post non sono presenti spoiler).

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May I get a double latte please, one shot of decaf espresso, one shot of regular espresso with some steamed low-fat milk and some non-fat foam?

Come mi sia venuto in mente di imbarcarmi nel recupero di Frasier lo sa solo Dio. 264 episodi mi parevano una marea all’inizio. Alla fine mi son sembrati troppo pochi, mi sono detta Già finito? Ma come? Non ce n’è più?, succede quasi sempre così. Frasier è una comedy forse poco nota in Italia, la coeva Friends da noi ha avuto ben altro destino ed è un peccato perché per me sono allo stesso livello. Le due miglior comedy mai fatte fino a questo momento. Ha vinto 37 Emmy, il record per una serie comedy.

Frasier (che nasce come spin off di un’altra serie storica, Cheers) è ambientata a Seattle, città che non si vede praticamente mai, in città città credo abbiano girato solo due episodi, il resto è tutto all’interno di studio e set. E’ finto pure lo skyline che si vede dall’appartamento del protagonista, nel senso che a Seattle non esiste un edificio che permetta quel tipo di vista. Il protagonista è Frasier appunto, Frasier Crane, psichiatra che dopo il divorzio decide di trasferirsi a Seattle (da Boston, la città di Cheers) per dedicarsi alla radio. Con il suo I’m listening accoglie gli ascoltatori che telefonano e a cui dà consigli lampo. Per una serie di circostanze gli tocca ospitare nella sua amata dimora (arredata secondo tutti i dettami dell’interior design di alto livello) il padre, Martin, ex poliziotto in pensione a cui hanno sparato, che trascina con sé il cane Eddie e la fisioterapista Daphne, ragazza inglese di Manchester con una famiglia numerosa e dubbie doti di chiaroveggenza. Frasier ha un fratello più giovane, Niles, anche lui psichiatra esercitante però la professione nel modo classico (tanto da considerare il fratello più adulto un traditore della medicina), sposato con l’efebica Maris, uno dei personaggi più divertenti dell’intero show. A chiudere il quadro dei protagonisti c’è Roz, produttrice radiofonica di Frasier, donna single, mangiatrice di uomini, alla perenne ricerca di quello giusto (e chi non lo è?). Nella seconda immagine che ho postato da sinistra verso destra abbiamo Niles, Roz, Frasier, Daphne e Martin (in basso il cane, #youdontsay).

Frasier parla di Frasier. Non è una frase ad effetto, al limite è banale, ma è così. Frasier è un uomo complicato, uno snob irriducibile amante della musica classica e delle cose belle, possibilmente costose ed esclusive. E’ esperto di vini, si fa mandare dall’Italia gli asciugamani della Frette, adora lo sherry, è assolutamente negato per qualsivoglia attività pratica o sportiva (“Please tell me you know what’s wrong with the car”  “Not a clue. I opened the hood as a mere formality.”). E’ anche un uomo solo, perennemente alla ricerca di una compagna ma è troppo ipercritico per accontentarsi o passare sopra a piccoli difetti (Oh Frasier, you always have a good feeling. You think it’s going to be perfect, and then when she turns out not to be the Kierkergard-reading, soufflé-baking, haiku-writing cellist, you’re disappointed. You have to learn to settle.). Il fratello, Niles, è simile a lui e la competizione tra i due è una delle cose più divertenti della serie. Così come gli scambi tra loro e il padre, classico uomo “medio” che avrebbe voluto due ragazzi giocatori di baseball o football e invece si è ritrovato con due che andavano al math camp e che ascoltano i mongolian throat singers. Frasier parla semplicemente delle loro vite, tra amori, casini, dispetti, malintesi, incomprensioni, cene da organizzare (un episodio è girato praticamente in tempo reale, 20 minuti di Niles e Frasier che tentano di organizzare un party, ed è uno degli episodi più divertenti della serie).

Non parlerò però di quanto è divertente. Il fatto che l’abbia vista tutta due volte lo dovrebbe far capire di per sé. E’ una comedy strepitosa e se decidete di non guardarla per dedicarvi a robe più moderne non sapete cosa vi state perdendo. Ma lasciamo cadere il discorso. Paradossalmente io sento Frasier più vicina a me rispetto a Friends, ad esempio. So che dovrei avere più cose in comune con un gruppetto di quasi trentenni (quando Friends è iniziata i protagonisti erano più giovani di me), ma non è così. Io sono molto più simile a Frasier Crane che a Rachel o Monica o Phoebe o Ross o Joey o Chandler. Senza alcun dubbio. Non solo come personaggio, ma anche come problemi che deve affrontare, i suoi dubbi, le sue incertezze, le domande che si pone, ho perso il conto di quante volte mi sono sentita come lui (al netto dei soldi e della laurea ad Harvard). Forse perché anche lui è solo e vive con il padre vedovo. Forse perché anche lui è snob e si ritrova in un mondo che va da un’altra parte. Forse perché anche lui è logorroico, ipercritico, presuntuoso, sempre alla ricerca di qualcosa che forse non c’è. You have to learn to settle, gli dice il fratello. E lui no, niente, ci prova a farsi andare bene cose che non gli vanno interamente bene, ma non ci riesce. Non ce la fa. Tipo me.

Frasier

E poi ho adorato Frasier perché mi fa ridere sì, ma con malinconia spesso, mi fa ridere ma anche commuovere, allo stesso tempo. Io l’ho soprannominato Frasier blues, perché ci sono certi momenti di una tristezza quasi struggente, ma non ti viene mai da pensare che sono deprimenti o noiosi (citofonare HIMYM). E in fondo la capacità di far ridere con malinconia non è una cosa da poco no? Questo grazie soprattutto a degli attori straordinari, in particolare il terzetto maschile, John Mahoney, Kelsey Grammer e soprattutto il gigantesco David Hyde Pierce sono mostruosamente bravi. Non che le due donne non siano eccezionali, ma le loro parti sono forse più piatte e “statiche” rispetto ai ruoli maschili (ma Roz è lo spirito guida perfetto, Simon… There’s a guy who lives in the park across the street from me. He wears a cat suit and meows at people. If he’s busy, maybe I’ll call you.). Il cane (interpretato prima da Moose e poi da Enzo) è fantastico, più bravo del 95% degli attori italiani.

Chiudo con una delle scene più divertenti della serie. Come vedete per far ridere non servono tante parole. Servono un salotto ben arredato, uno psichiatra maniaco dell’ordine che si sta preparando per San Valentino, un cane, Mozart e dei pantaloni stirati male.



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