Oggi voglio proporvi alcuni passi di un articolo uscito sul numero 231 della rivista Focus di gennaio 2012 che descrive il rapporto tra fratelli e il modo in cui questo può influenzare la loro vita non solo da bambini ma anche da adulti. Il rapporto tra fratelli è sicuramente molto complesso. Fatto di sostegno e intimità, ma anche di rivalità e competizione. Il fattore F, il fattore fratello, è fondamentale e non dura solo nell’infanzia, ma per tutta la vita.
W le sorelle – Se a volte vi siete lamentati perché vostra sorella era una vera scocciatrice, ripensateci. In realtà ha funzionato…da antidepressivo. Laura Padilla-Walker, della Brigham Young University (Usa), ha evidenziato studiando 395 famiglie che le sorelle sembrano avere un effetto benefico: gli adolescenti con una sorella infatti rischiano meno di sperimentare la solitudine, paura, sensazione di non essere amati. E c’è un più generale “effetto fratello”, che funziona per maschi e femmine: un buon rapporto tra fratelli promuove la disponibilità verso gli altri e i gesti di altruismo. “I genitori dovrebbero incoraggiare l’affetto tra fratelli: nell’adolescenza, è un potente fattore protettivo” sottolinea Padilla-Walker. La buona influenza delle sorelle è confermata da una ricerca dell’università dell’Ulster, su 571 giovani: è emerso che i ragazzi con sorelle tendono a essere più ottimisti, equilibrati e a instaurare rapporti più sereni. Una possibile spiegazione? Le femmine parlano più apertamente dei loro sentimenti e ciò stimola anche i maschietti a esternare più spesso ciò che provano. Così le sorelle favoriscono la comunicazione, la discussione dei problemi e la coesione in famiglia. E sono un sostegno nel caso i genitori si separino.
In coppia. Un altro effetto fratello ha a che fare con la relazione di coppia. All’Università del Texas, si sono osservati adolescenti mentre parlavano col loro partner. Quelli che avevano un fratello maggiore di sesso opposto parlavano di più e con più naturalezza. Le ragazze con un fratello più grande si sentivano più a loro agio e ridevano di più. Evidentemente avevano più familiarità con l’altro sesso. [...]
Gelosi per natura. Tutto zucchero e miele? Non proprio. Innanzitutto, un pessimo rapporto coi fratelli può avere effetti negativi: uno studio dell’Università di Harvard (Usa), per esempio ha evidenziato un aumento del rischio di depressione. E poi è normale provare sentimenti poco “fraterni”: gelosia e invidia. “La fratellanza è una guerra fisica, affettiva, scolastica e verbale” dice Marcel Rufo, psichiatra infantile dell’Ospedale Salvator di Marsiglia. A essere conteso è l’amore dei genitori. “La gelosia è un sentimento naturale” sottolinea Rufo. All’arrivo di un altro figlio, per il primogenito è difficile convincersi di essere amato come prima. Il figlio minore è sempre un intruso che sconvolge la sua vita, con cui deve dividere gli spazi, i giochi, le attenzioni dei genitori. E quando è il piccolo stesso a chiedere un fratellino? “In realtà è uno…scongiuro. I bambini dicono quello che i genitori vogliono sentirsi dire” spiega Rufo. In più, al primogenito viene chiesto di fare “il grande” e può rispondere con regressioni (la pipì a letto, per esempio) e aggressività verso il fratello o se stesso (incubi, disturbi vari). “Sarebbe il caso di preoccuparsi di più per i fratelli maggiori che non manifestano alcuna aggressività verso i rivali, che per quelli che la esprimono apertamente: rischiano di esplodere con brutalità o di manifestare poi un disagio. Il bambino geloso è convinto che se i genitori non sopportano la gelosia è perché preferiscono l’altro” spiega Rufo.
Ribelli o conservatori. “E’ terribile avere un fratello maggiore più intelligente, raramente mi viene riconosciuta un po’ di originalità” confessava Stanislaus Joyce, fratello di James Joyce (famoso scrittore irlandese, ndr.) Testimonia quanto possa essere difficile vivere all’ombra di un fratello. Il confronto, infatti, è inevitabile e sotto gli occhi della famiglia: a scuola, nello sport, poi nel lavoro. E quindi può svilupparsi l’invidia: una reazione normale e frequente, anche se inconfessabile. E poi ci sono i conflitti. Secondo una ricerca dell’Università del Missouri, i più negativi sono legati all’invasione degli spazi personali, come quando uno prende un oggetto dell’altro: minano la fiducia e la comunicazione tra fratelli. I fratelli crescono nella stessa famiglia, ma in realtà sono molte le differenze che sperimentano, per esempio nel trattamento e nelle aspettative dei genitori. Basti pensare che il primogenito spesso ha una discreta responsabilità e autorità nei confronti dei più piccoli. Alcuni studiosi pensano che questo finisca per plasmare la personalità. “In genere quando arriva un fratellino il primogenito delimita il suo territorio e si organizza per conservare il suo ruolo. Per non ritrovarsi sottomesso, il minore deve affidarsi al suo ingegno. E questo ha convinto molti studiosi ad affermare che i primogeniti sono tendenzialmente conservatori e pronti a sforzi considerevoli per raggiungere i risultati prefissati, mentre i secondogeniti, dovendo lottare per conquistarsi una posizione, sarebbero più temerari e sfrontati” spiega Rufo. Lo sostiene Frank J. Sulloway, docente del dipartimento di psicologia dell’Università di Berkeley, in California. La famiglia non è un “ambiente condiviso” ma una serie di “nicchie ecologiche” a cui i figli si adattano: la loro personalità varia perché adottano strategie diverse. I primogeniti sarebbero più tradizionalisti, per la loro inclinazione a preservare lo status quo e a identificarsi coi genitori, mentre i piccoli più ribelli, innovativi, amanti del cambiamento. Per Ben Darrner, psicologo dell’Università di New York, i minori non solo sono più ribelli ma anche più attenti ai valori di giustizia, mentre i maggiori sono più autoritari, con più autostima e orientamento al successo. E quelli di mezzo? Sarebbero equilibrati, diplomatici e negoziatori. [...]
E voi? Avete fratelli? Che rapporto avete avuto ed avete con loro? Vi ritrovate in quanto scritto in questo articolo? E che mi dite del rapporto tra i vostri figli? Sarò come al solito lieta di ospitare i vostri commenti.
Fonte: Il fattore F, Margherita Zannoni, Focus, n. 231 – Gennaio 2012.