“Se uno s’impegna può star male ovunque”
In vita mia ho letto poche cose migliori dei due libri di Freak Antoni, storico leader degli Skiantos (per chi scrive, tra le migliori band italiane di sempre), “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti (seguirà il dibattito)” e “Non c’è gusto in Italia ad essere dementi (ma noi continuiamo a provarci lo stesso)”. A ciascuno il suo poeta preferito, qui un brano estratto dal secondo libro e, al termine di questo, il video della presentazione del primo, in cui vi aspetta almeno un’ora di risate strepitose.
I
La Poesia è un’astrazione delirante che confonde il senso pratico delle persone, procurando pericolosi turbamenti d’animo.
II
La Poesia si piange addosso e si esalta in modo fuorviante perché esagerata: è lontana dal normale sentire quotidiano, è autoreferenziale e celebrativa.
III
Infatti: la Poesia è oligarchica e antidemocratica: usa parole ricercate, ermetiche e oscure, termini lessicali imprevisti che solo pochi umani possono comprendere. Cfr. Montale: “Una poesia che si capisce troppo facilmente è sospetta di mediocrità!”.
Di conseguenza:
IV
La Poesia ti sottopone e costringe alla tortura fisica del trasporto del vocabolario pesante, reso necessario dalla sua stessa decifrazione e/o decrittazione.
V
Nella sua ontologica autoreferenzialità discriminante, la Poesia crea premesse per una gestione esclusiva da parte di persone definite “speciali” (personaggi d’eccezione) alle quali sarebbe invisa la mediocrità.
VI
La Poesia è pura illusione e seduzione ipnotica, trucco pirotecnico-lessicale.
VII
La Poesia può sconvolgere una vita in maniera irreversibile.
VIII
La Poesia va assunta in piccole dosi, qualora non potesse essere evitata.