Il Filosofo Soren Kierkegaard nel suo capolavoro Aut-Aut dichiarava come l’essenza vera dell’esistenza umana fosse racchiusa nella “scelta”, nell’essere possibilità, e che ciò rappresentasse anche il vero male specifico della vita di un uomo, poiché costretto a porsi di fronte a un bivio, a due strade, due condizioni differenti e divise, e quindi scegliere, senza criteri precisi e andando inevitabilmente ad escludere una condizione rispetto che un’altra nell’atto in cui esplica la sua scelta.
Accade esattamente che ognuno di noi, nel suo vivere quotidiano di giorni e di anni, abbia praticato e consumato le rispettive scelte, spesso inconsapevole di quanto prediligere una strada e non un’altra o seguire un istinto che mirava a x escludendo y, abbia portato inevitabilmente a rinunciare a un mondo parallelo, a un insieme di cose che albergava accanto al suo gemello allo specchio, e solo in seguito, nel momento in cui si è esaurito l’effetto della sua scelta pregressa, si sia reso conto dell’opportunità del suo scarto, facendo riaffiorare i rimorsi, i semmai, i “maledizione”, i perché?.
Accade altresì che, diversamente da ogni infausto esito, la scelta compiuta abbia portato buoni frutti, abbia rappresentato giusti margini di esistenza, abbia appagato il nostro bisogno e abbia rivelato le risposte alle domande che erano poste alla base di quel bivio.
Certo è che il sostare di fronte a due vicoli opposti, sia che essi siano reali e costruiti nella terra, sia che essi siano mentali e arroccati in equilibrio precario tra una meninge e una sinapsi, quel fermarsi poco prima del cammino, poco prima di svoltare e dare un corso netto a qualsiasi scelta, il riaffiorare della possibilità, rende inevitabilmente precari chi è protagonista di quest’atto.
C’è un prequel emotivo che accomuna e nel contempo segna le differenze tra di noi, perché non esiste un’unica storia universale, un’enciclopedia dei gesti, esistono milioni di libri, opuscoli, saggi, raccolte, che racchiudono tutte le nostre vite, come se viaggiassimo in una biblioteca errante ed invisibile.
Scegliere, se si è fortunati a poterselo permettere, se il libero arbitrio sta compiendo un personale giro di boa per smuovere carni affaticate e in cerca di svolte tangibili, di argomenti di conversazione.
Scegliere, anche quando non è reversibile il contrario, perché il destino ha composto il tuo numero di telefono e ha inoltrato la sua chiamata puntuale e diretta, verso di te.
In entrambi i casi si è invasi da un forte e acre profumo dal bouquet intriso di ogni senso, che esso si chiami forza, determinazione, coraggio, paura, fragilità, caos, disattenzione, e che spesso sono assemblati all’unisono, come un caleidoscopio sensoriale senza una fine n’è un inizio riconoscibile, ma abbastanza percepibile da non poterlo evitare, da non poter scappare, da non poter neppure rimandare, per un lasso di tempo infinito, il momento in cui si deve scegliere.
Doppi binari, di cui percorriamo solo un tratto parziale, una metà importante, procedendo con cura, salvo i casi di esitazione momentaneo, di resa repentina, ma tutti scanditi da una sorta di sliding doors, porte scorrevoli, dove all’apertura ritroviamo riscontri inaspettati che possono davvero cambiare l’andamento di un’esistenza.
Se potessimo alienarci per una manciata di secondi, come una divinità provvisoria, e osservare dall’alto, da un podio privilegiato, come andrebbero effettivamente le cose se ci venisse data la possibilità di vivere parallelamente le vie che si presentano al nostro volere, sarebbe tutto più semplice, tutto più chiaro, ma forse, e lo dico a bassa voce, tutto più scontato, meno divertente, meno efficace.
Quello che in realtà ci rende vivi è proprio il rischio, il brivido dell’ignoto, l’energia del non detto, del celato, del calarci fino in fondo nell’inaspettato, nell’incontrollabile.
Saremmo esseri noiosi, saputelli opachi e senza sangue, tuttologi del niente, senza possibilità di sbagliare, di cadere, di crescere.
Se passassimo la vita a delegare, a rinunciare a prendere di petto quello che è stato riservato per noi, se cercassimo di non percorre le circonvallazioni veneree che increspano dentro di noi, e che all’esterno legano gli altri, legano tutti, come se fossimo una grande matassa di vita, un gomitolo da districare senza avere fretta, filo dopo filo, se applicassimo diniego e pesantezza a una pratica dai risvolti tanto semplici quanto problematici, se decidessimo di non scegliere, saremmo destinati a uno stato di Zombie, non morti, ma diversamente vivi.
Ogni scelta è un post-it applicato alle bacheche di sughero delle nostre stanze, ogni scelta rappresenta un neo visibile sulle nostre pelli, è un segno distintivo, un marchio indelebile.
La libertà che c’è stata concessa parla molte lingue, come quelle con cui noi affrontiamo il mondo, e il suo vocabolario è disseminato e ricco di parole, con cui noi costruiamo il nostro destino; con quei versi così assemblati possiamo decidere che direzione far prendere alle nostre gambe, oppure decidere direttamente di non scegliere. Scegliere tra farci inondare dalla luce oppure brancolare nel buio.
In entrambi i casi, come direbbe Alessandro Baricco, possono passare minuti come anni ed è sempre la Vita che ti risponde.
La Freak’s Note di questa settimana ha la Musica della Scelta e della Possibilità.
Ogni brano selezionato appartiene ad un personale concetto “emozionale” che ha accompagnato le varie scelte dei Freak’s, ha scandito i tempi che si sono preceduti o hanno seguito la scelta, o semplicemente l’hanno accompagnata nell’atto in cui essa si dispiegava.
Ogni brano è una storia, ogni pensiero legato a quel brano è una storia nella storia, e ogni scelta del brano è la rappresentazione in musica di una scelta reale come ipotetica.
Mettetevi in ascolto e assaporate l’essenza del bivio.
Good sound
Everything in its right place – Radiohead
Free Falling – John Mayer
Walking in my shoes – Depeche Mode
Le Vent nous Portera – Noir Desir
Libero – Fabrizio Moro
The Blower’s Daughter – Damien Rice
Changes- Butterfly Boucher feat David Bowie
Due Destini – Tiromancino
Parallel Lines – King of Convenience