Beati i cugini francesi. Mentre da noi Telecom Italia vuole riproporre la minestra riscaldata del CuboVision, oltralpe si preparano alla rivoluzione della convergenza digitale. Anzi, Révolution, come si conviene a chi da secoli s’intende di queste cose. La FreeBox firmata Philippe Starck per l’operatore Free potrebbe avvicinare davvero, se non fondere, televisione , telefonia e computer.
La Freebox v6 Révolution sarà disponibile dal primo gennaio 2011. Fa talmente tante cose che è difficile elencarle tutte. Nel cuore della scatoletta pulsa un processore Intel CE4100 da 1,2 GHz (nome in codice Sodaville) inserito nel decoder televisivo e realizzato per gestire ogni tipo di video, 3D compreso. Legge DVD e Blu-Ray, chiavette USB e il disco fisso ha una capacità di 250 Gb. La connessione Wi-Fi è a 450 Mbps, ci sono ingressi per Adsl (fino a 28 Mega) e fibra ottica, quattro porte Gigabit Ethernet e si possono gestire fino a otto telefoni cordless DECT. Funziona da router e il telecomando è dotato di giroscopio e accelerometro, per videogiochi (ce ne sono ad hoc, realizzati da GameLoft) e navigazione internet.
Nella confezione ci sono anche un joystick e connettori FreePlugs per fare network sfruttando la rete elettrica casalinga. Nell’abbonamento è compreso l’accesso a 179 canali televisivi (in tutto ne sono disponibili 418). Grazie ai protocolli Plug&Play (UPnP AV), Freebox Révolution riproduce i contenuti digitali di computer e altre periferiche.
Quanto costerà ai francesi tutto questo bendidio digitale? 29,99 euro al mese, se si ha già un fornitore d’accesso a internet. Con 38,80 euro si portano a casa la scatoletta, la linea telefonica e la larga banda.