FREUD, L’INCONSCIO, I SOGNI,LA TELEPATIA. Modalità di trasmissione del pensiero di Olando Olivi (2011)

Da Simonetta Frongia

Non ho mai constatato che egli credesse qualcosa in più della possibilità che due menti possono comunicare senza un ponte cosciente.” Con questa frase la figlia di Freud, Anna riferisce a Jones, dopo la morte del padre, a proposito della trasmissione del pensiero.
La telepatia o trasmissione del pensiero suscita la curiosità di Freud già nei primi anni del 1900, ma il moralismo sociale e scientifico che pervade il mondo di allora ha probabilmente indotto lo stesso Freud a lasciare nell’ombra lo studio di questi fenomeni.
Solo nel 1921 attraverso alcuni scritti fa capire di non essere tra coloro che respingono lo studio dei cosiddetti fenomeni occulti giudicandoli non scientifici, non degni di considerazione e magari pericolosi. Si dedica allo studio dei fenomeni come un perfetto profano principiante, che non può liberarsi di certi pregiudizi materialistici che lo inducono allo scetticismo. L’abbozzo del lavoro da leggere al comitato durante un' escursione in montagna, poi ritrovato nelle sue carte e pubblicato postumo, sarà la prima ammissione di non trascurare lo studio dei fenomeni parapsicologici.
Erano presenti, Jones, Abraham, Eitingon, Ferenczi, Rank e Sachs. In “Psicanalisi e telepatia” non si libera dello scetticismo di uomo di scienza non disposto ad avallare la superstizione e la rinuncia alla ragione, ma da uomo di scienza è ugualmente pronto ad indagare fenomeni che sembrano misteriosi e, a sfidare le soluzioni più ovvie.
Tutti i fenomeni di questo tipo sono suscettibili di spiegazioni naturali, le profezie più straordinarie, le coincidenze più stupefacenti sono proiezioni di potenti desideri.
La preoccupazione in questo primo lavoro per Freud è delimitare i confini con gli occultisti, che non cercano la verità, ma seguono dogmi al pari delle religioni, che poi vengono erosi dalla conoscenza.
Inoltre teme che gli occultisti possano sfruttare “l’appoggio” della psicanalisi per affrancare le loro suggestioni.
Jones racconta che Freud amava raccontare storie di strane coincidenze e voci misteriose e che il pensiero magico aveva una particolare presa su di lui, alcune esperienze non spiegabili come la trasmissione del pensiero possono dimostrarsi autentiche.
Disponibile a lasciare aperta la questione, nel 1921, preferendo tenere l’argomento “privato” onde evitare che una pubblica discussione sulla telepatia possa distogliere l’attenzione dalla psicanalisi, invita Jones in una lettera a considerare la telepatia una sua questione privata, come il fatto di essere ebreo e come i suoi sigari.
Di fatto per tutti gli anni ’20 ammonirà gli psicanalisti dall’assumere un atteggiamento troppo favorevole nei confronti della telepatia.
Prima del saggio “Sogno e telepatia” dirà : “ L’evento si spiega perfettamente se siamo disposti a supporre che questo sapere si trasla da una persona a un'altra per una via sconosciuta e con l’esclusione delle modalità comunicative a noi note. La mia conclusione è che la trasmissione del pensiero esiste.
La pubblicazione di “Sogno e Telepatia” evidenzia una minore prudenza, ma nonostante che gli esempi di sogni riportati corroborino una buona dose di scetticismo, dichiara : “ I sogni profetici e le comunicazioni del pensiero potrebbero essere attività inconsce”.
Nel 1924 si dedica alla lettura dei lavori di Gilbert Murray, “La più grande impressione da me provata nelle letture di questo mese mi viene da una relazione sugli esperimenti telepatici di Murray, devo confessare che l’impressione è cosi forte che sono disposto ad abbandonare ogni mia opposizione all’esistenza della trasmissione del pensiero…e sarei anche pronto ad accordare il sostegno della psicanalisi alla questione telepatia” dirà a Jones in una lettera.
Murray definisce questa modalità comunicativa a noi sconosciuta non come un normale processo cognitivo ma di qualcosa simile alla simpatia, intesa come una compartecipazione a un sentimento.
Nel 1924 Freud, in una lettera ad Abraham , scherza solo in parte quando esalta la sensibilità telepatica di sua figlia Anna.
Il rapporto che in quegli anni si instaura con Anna è molto intimo, le cure che quest’ultima dedica al padre nelle operazioni di applicazione della protesi dentaria con l’otturatore per il tumore alla bocca “ vincendo senza sforzo il disgusto”, contribuirà a rafforzare questa intimità che stimolerà i due a fare esperimenti telepatici ai quali partecipa anche Ferenczi.
Nel 1925 Ferenczi chiederà ai colleghi più vicini, il loro parere sulla presentazione al congresso di psicanalisi di una relazione sugli esperimenti di trasmissione del pensiero da lui effettuati con Freud e con Anna.
Perentoriamente Freud si oppone: “Le consiglio di non farlo. Non lo faccia”
Tra gli anni '30 e gli anni '50 molti studi segnalano la presenza di fenomeni telepatici durante le sedute analitiche.
Molti autori affermano che la valutazione psicanalitica dei fatti metapsichici aprirà panorami assolutamente inaspettati.
Freud nell’Interpretazione dei sogni afferma che il contenuto latente del sogno subisce quasi sempre deformazioni, dispersioni e frammentazioni, per cui un sogno telepatico può non essere riconosciuto come tale fino a che non si abbia l’opportunità di interrogare e analizzare il sogno stesso.
Nella situazione analitica l’intervento della telepatia si manifesta il più delle volte sotto forma di sogno, un sogno che indica come il paziente abbia talvolta una conoscenza cosi precisa sulla vita dell’analista e sarebbe inconcepibile senza la mediazione dell’esperienza extrasensoriale.
Lo psicanalista Servadio ritiene che il sogno telepatico in questi casi sia una manifestazione del contro-transfert e possa essere in rapporto con i problemi attuali dell’analista.
Lo stesso Servadio ha analizzato in profondità il caso del Dr. Forsyth presentato da Freud su “Nuove lezioni di psicanalisi “(1932), e ha iniziato a considerare seriamente il problema dell’eventualità di scambi telepatici tra analista e paziente.
Rivedere gli scritti di Freud e Servadio per maggiori dettagli è sicuramente necessario.
Brevemente, il Dott. Forsyth è un uomo in analisi da Freud, “Avevo percepito a mezzo della telepatia che Freud aveva distolto l’attenzione e il proprio interesse da me e si occupava molto di un paziente giunto dall’Inghilterra.”
Dirà Servadio: “Ho riesaminato il caso e credo di essere riuscito a dimostrare che la situazione a due e l’atteggiamento emozionale di Freud verso il suo paziente acquistano precisi significati mediante l’analisi, essendosi verificati per vie molto sottili che Freud stesso non era in posizione di chiarire completamente.”
A chiosa vorrei riferire un commento di Freud in una lettera inviata a Jones,
La telepatia non è necessaria alla psicanalisi”.
Maggio 2011 di Olando Olivi
Bibliografia su richiesta
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