Qualche estate fa ascoltai per la prima volta i Mogwai. “Sublimi” mi scrisse lui. E lo erano.
E lo sono stati anche ieri in uno di quei concerti in cui passi dal perdere un po’ l’udito, all’ascoltare tutto ad occhi chiusi e vedere la musica e le luci dei riflettori sulle palpebre serrate.
La Napoli industriale intorno, con le silhouette delle gru e degli altiforni in contrasto sul cielo blu/rosso/viola.
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