Con scopamici così, chi ha bisogno di scopanemici?
Amici di letto
(USA 2011)
Titolo originale: Friends with benefits
Regia: Will Gluck
Cast: Justin Timberlake, Mila Kunis, Patricia Clarkson, Richard Jenkins, Jenna Elfman, Woody Harrelson, Bryan Greenberg, Emma Stone, Andy Samberg, Shaun White, Masi Oka, Rashida Jones, Jason Segel
Genere: romcom
Se ti piace guarda anche: Nick & Norah - Tutto accadde in una notte, Amici amanti e…, 40 giorni e 40 notti
Trama semiseria Justin Timberlake è un blogger di successo che viene notato e assunto da GQ tramite la talent-scout Mila Kunis, con cui farà amicizia e con cui finirà pure a letto… Ma perché non capita anche a me? Perché il mio blog non ha abbastanza successo o solo perché non sono Justin Timberlake?
Recensione cannibale Com’è che cantava, quello là? Ah, già: “La regola dell'amico non sbaglia mai: se sei amico di una donna, non ci combinerai mai niente, mai, non vorrai rovinare un così bel rapporto...” Credo che Justin Timberlake abbia scelto il ruolo da protagonista in questa commedia romantica per un motivo principale: poter sventolare pubblicamente il dito medio davanti a Max Pezzali e alle sue teorie scientifiche. Poi vabbè, l’altro motivo - forse, forse - dev’essere stato quello di poter girare delle scene di nudo con Mila Kunis… Comunque l’amicizia tra un uomo e una donna è possibile? O meglio: la trombamicizia è un’attività praticabile senza che ciò debba sfociare in una relazione sentimentale seria? Ecco, se la distribuzione italiana avesse avuto un po’ di palle in più, avrebbe potuto fare uscire questo film con il titolo di “Trombamici” o “Scopamici” e invece ha ripiegato sull’innocuo “Amici di letto”, una definizione di una tristezza infinita. Riguardo alla domanda, che poneva già il meno riuscito Amici, amanti e… con Natalie Portman & Ashton Kutcher (curiosamente entrambi colleghi di set di Mila Kunis ne Il cigno nero e nella spassosa serie That 70s Show), ognuno avrà la sua risposta personale e riguardo a quella fornita da questo film sapete già quale sarà. Siamo pur sempre in una commedia romantica americana, e una romcom ha le sue regole da rispettare. E pensare che Friends with benefits (o se preferite, ma so che non lo preferite, Amici di letto) cercherebbe anche di prendersi gioco di tali tradizionali regole, ma inevitabilmente finisce per diventarne vittima perché altrimenti gli spettatori chiederebbero i soldi indietro alla fine dello show. Perché tutti sono capaci a lamentarsi e a dire: “Sì, lo so già che andava a finire così…” però se poi non va a finire come si aspettavano sono subito pronti a dire: “Oh, ma che finale di merda!”
E allora Friends with benefits dà al pubblico ciò che il pubblico vuole, ma lo fa in maniera assolutamente godibile e adorabile, soprattutto per merito dei due protagonisti, quindi perché lamentarsi? La coppia Justin Timberlake/Mila Kunis funziona alla grande e dimostra un’alchimia notevole, ma può anche darsi anche che io nel dirlo sia di parte visto che Justin è un mio idolo in tutto quello che fa (cantante, producer, attore e pure ballerino!) e Mila Kunis per me è una delle più grandi fighe nella storia dell’umanità tutta per tutti i secoli dei secoli AAAAMEN. Come resistere d’altra parte a quei suoi occhioni giganti? (e per una volta non è un doppio senso sessuale, visto che anche nel film c’è una scena molto divertente in cui scherza sulla dimensione delle sue tettine).
I due protagonisti funzionano anche perché i loro personaggi non sono le solite macchiette stereotipate: lei è una tipa tosta che ha paura di impegnarsi sentimentalmente per via, oltre delle numerose delusioni subite, del rapporto con la madre zoccola (una divertente Patricia Clarkson), eppure sogna il grande amore. Lui invece è un farfallone che ha paura dei legami stretti ma allo stesso tempo non è il solito macho, anzi si scherza spesso riguardo a un suo accentuato lato femminile (spettacolari in proposito le battute su Harry Potter!). Se nelle romcom americane capita spesso che la coppia di protagonisti risulti melensa od odiosa o ancora più spesso tutte e due le cose, il pericolo quindi qui è scampato alla grande.
A essere gettati un po’ via sono invece i personaggi di secondo piano, che rimangono appunto in secondo piano. Il grande Woody Harrelson avrebbe meritato un po’ più di spazio con il suo personaggio pure lui fuori dai soliti stereotipi: è gay, ma è anche un tipo molto sportivo e mascolino, molto più dell’etero Justin. Piuttosto inutile invece la presenza della rediviva Jenna Elfman, la Dharma di Dharma & Greg, nei panni della sorella del protagonista e sullo sfondo resta anche Richard Jenkins nei panni del padre con l’Alzheimer di Justin Timberlake, ma forse è meglio così altrimenti il film sarebbe potuto scivolare in men che non si dica da commedia romantica a drammone in pieno Nicholas Sparks style. Invece, per fortuna, il tema viene affrontato con grande ironia.
Il regista Will Gluck dopo il fenomenale Easy Girl con Emma Stone cambia decennio di riferimento: se là si ispirava soprattutto alle commedie anni ’80 con Molly Ringwald, questa volta ci offre un’atmosfera so 90s, con il ripescaggio nostalgico di un paio di hit dell’epoca: l’infantil-rap Jump dei Kriss Kross che faceva (e fa ancora) impazzire Timberlake, e la sempre ottima Closing Time dei Semisonic, branone portante della colonna sonora che assume anche un ruolo intradiegetico (visto che termine?) all’interno della storia.
A metterci un po’ di tempo a convincere invece sono i dialoghi, all’inizio martellanti e sparati a raffica come in una versione a doppia velocità di un film di Woody Allen, ma che poi per fortuna trovano il giusto ritmo. Piuttosto superflui ma inseriti per ammiccare al pubblico sembrano invece i riferimenti alle tecnologie (iPhone, Wii), le markette (GQ) e i cameo di personaggi più o meno famosi (lo snowboarder Shaun White, l’hero di Heroes Masi Oka), più gradite invece le apparizioni all’inizio della già nominata Emma Stone e del sempre esilarante Andy Samberg. Il difetto principale è però il prevedibile happy ending; da una pellicola che fin dall’inizio si prefiggeva il compito di ribaltare come un calzino la tradizionale commedia romantica americana, ci si poteva aspettare una risoluzione più originale.
Ma alla fine ‘sto film è consigliatoooo-o no? Assolutamente sì: è un film carino, piacevole, romantico ma non troppo, si intravedono le chiappette di Mila Kunis (o meglio della controfigura di Mila Kunis) e, dulcis in fundo, Justin Timberlake dimostra che le stupide regole di Max Pezzali sono una cagata pazzesca. Prossimo obiettivo: smentire La dura legge del gol! (voto 6,5/10)