Fritole... prima che finisca carnevale
Da Laurascarpa
@scarpalalaura
Che non posso che cominciare da quelle.Perché è carnevale e le fritole veneziane si mangiano a carnevale (e alla madonna della salute… vedi disegno allegato e retrodatato. Oggi anche lì non si trovano più, perché i banchetti si sono globalizzati e fanno le ben diverse frittelle larghe e piatte).Perché forse l’ultimo slancio di un pensiero antico m’è venuto proprio a parlare su FB di fritole, portate da Venezia.E poi le ho fatte l’altra sera…Le frittelle, dalla parte della Dalmazia (Zara italiana, ecc), le mangiavano anche la vigilia di natale. Sono infatti un dolce di magro, essendo senza burro. Ma nella mia ricetta c’è il latte.FritoleEcco le dosi (che l’altra sera, essendo la pila della bilancia scarica, ho fatto a occhio, ma funziona lo stesso).400 o poco più di farina (si dice sia per 4 persone, ma abbasta per 6 e +)60 gr di zucchero (son poco dolci, come piace a me)2 uovalatte, dicono un po’… a me l’altra sera ne è andato via più di ¼uvetta… boh a occhio, 70 gr?pinoli, la bustina era da 40 gr. (non sono obbligatori, ma li adoro)volendo frammenti infinitesimali di buccia d’arancia non trattata, non l’avevo e ho grattugiato un po’ di buccia di limone (non trattato). Questa è una variante famiglia Scarpa… ma dà un buon tocco…1 pizzico di saleLIEVITO DI BIRRA. Fondamentale. Fresco. Il pacchetto da 25 bastaUn cucchiaino d’olio (trucco babbo Scarpa)Preparazione facilissima, dovete solo capire la consistenza, che è quella cremosità densa che si fatica un poco a girare, se non siete mister muscolo.Tempi20’ farle2 h. lievitazione15’ cottura (circa e dipende da quante ne fate)All'opera!1mettete l’uvetta a bagno in acqua tiepida.2unite farina, e zucchero, poi le due uova e cercate di intridere il tutto, siccome non ci riuscirete aggiungete il latte (non di frigo è meglio).3mentre fate questo mettete in una ciotoletta il lievito che sciogliete con POCHISSIMA acqua (o latte) tiepida, poco, giusto da fare cremina, aggiungete una punta di zucchero per non star lì a rompervi nell’attesa, spolverizzate sopra di farina e piazzate vicino al termosifone.ALTIMPORTANTELa camera/cucina/casa in cui preparate le fritole deve essere calda. Dovete sentire caldo, sì.Sudare.Altrimenti accendete il forno e lavorate in zona.NIENTE correnti d’aria.Proseguiamo.4continuate a sbattere bene il tutto finché diventa della consistenza giusta (aggiungendo il latte poco alla volta). Poi aggiungete un bel pizzico di sale, la scorza, i pinoli e l’uvetta, strizzata e lievemente infarinata, e l’olio, solo un cucchiao scarso, serve a far assorbire meno l’olio quando si frigge, fatelo se vi va…5controllate se il lievito si è gonfiato e sembra quasi ribollire, se sì (e dopo 20 minuti DEVE essere così), gettate anche il lievito nell’impasto. Mescolate bene che tutto leghi.StopOra andatevi a leggere un libro, di quelli non troppo lunghi... 2 ore ci vogliono, magari anche meno, dipende dall’estro della pasta e dal calore.Mankell non va bene, troppo lungo, siamo a carnevale non ci vuole un libro troppo filosofico, ma se è un giallo e non avete ancora il finale diventa brutto interrompere per friggere.Magari allora un bel fumetto, come quello di Baru Pompa i bassi Bruno! Della Coconino Fandango. Avventura, realtà e ironia, e nemmeno tanto facile da leggere… io ho invece in quel frattempo intervistato Mannelli per «ANIMAls» ;)6Controllate la lievitazione, sì è gonfiata bene?Scaldate olio in un padellino (non deve essere basso altrimenti le fritole cuociono male), quando è caldo, usando due cucchiaini, versatedelle cucchiaiate rotonde e irregolari di impasto nell’olio, devono subito sfrigolare allegre.Girate una volta la fritola, dopo che è diventata marroncina, abbronzata (non nera)… lascia tela cuocere anche dall’altra parte7scolare possibilmente su carta da pane, poi appoggiare su carta da cucina, dopo averle intinte in zucchero semolato normale (lo zucchero a velo mi trova assolutamente contraria, in questo caso).8importante: mangiarle tiepide. Il giorno dopo sono ancora buone, ma hanno perso morbidezza. foto non mia... Se chiudete la porta della cucina la casa non sarà appestata. Un vino un po’ dolce rosso, ma anche non dolce, un bianco profumato, un porto non zuccheroso… Io confesso che alle fritole non resisto, ma che fuori da Venezia (e anche lì, con cautela), non è facile trovarne di fatte bene.A Roma ci si salva con le chiacchiere (galani, crostoli, frappe, cenci, bugie…) ma le frittelle non esistono. Oggi (anche a Venezia), si riempie tutto di crema, cioccolato, zabaione, come se dolcezza fosse solo l’abbondanza. Consumiamo tutto appiattendolo, non ci accorgiamo che basta poco a fare la differenza, che lo strudel di mele deve sapere di mele, il babà di rum, il marzapane di mandorle.Le fritole di se stesse.Per un testo adeguato rimanderei ai pasti affamati di Arlecchino (in Servitore di due padroni, il pezzo non è questo ma è pur sempre il Soleri) e allo Zanni di Dario Fo (in Mistero Buffo) , (testi veneti per ricetta veneta, sennò anche Pulcinella avrebbe qualcosa da dire...). Ecco, da guardare sullo schermo, mangiando le fritole rimaste dopo che gli amici se ne sono andati.
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