Ogni estate, preciso come la sfiga, un nuovo brano musicale inizia a stuprare le nostre orecchie e si insinua in ogni mezzo atto alla riproduzione fonografica. Fino alla nausea.
Non ho mai provato grande simpatia per questi fenomeni di massa, ma se la Macarena, per un qualche misterioso motivo, ho avuto l’occasione di ballarla ed è anche presente nel mio iPod (sigh), la Danza Kuduro, al contrario, riesce a scatenare in me non solo irritazione, ma una vera e propria forma di violenza.
E’ un po’ lo stesso effetto che mi provocano il Waka Waka, la Gasolina, Booooomba, Ciapa la Galeina, l’Hully Gully e poi non mi viene in mente niente altro, ma credo abbiate capito il genere.
Forse a causa della mia completa incapacità di coordinare i movimenti e da qui l’impossibilità di riuscire a fare qualsiasi cosa che non sia agitarsi in maniera spastica al centro della pista, provo profonda invidia quando vedo coppie volteggiare eteree sospese sulla musica, mentre, al contrario, quando vedo un branco di caprone e caproni, tutti in fila impegnati in una stupida sequenza di movimenti che, nella maggior parte dei casi, è tutto tranne che tersicorea, ecco, il desiderio di veder piovere merda sulla loro testa è fortissimo.
Anche perché, nella stragrande maggioranza delle volte, il gruppo non è composto da muscolosi negroni a torso nudo e da una fila di flessuose bonazze con culi sodi e vitini da vespa, ma da vecchi panciuti e con i capelli tinti, tamarri spinzettati, lardone con caviglie a quercia vestite con microabiti neri e sempre a pancia scoperta.
Tutti sudati, saltellano gracidando per la pista credendosi grandi danzatori.
E per rendere il tutto ancora più surreale, accompagnano i loro movimenti a risate di finto imbarazzo, quasi a far credere che loro non l’avevano mai ballata prima quella canzone, mentre è palese che hanno passato serate intere davanti allo specchio per impararla.
Insomma, un’immagine a dir poco rivoltante.
La mia paura adesso è quello che verrà il prossimo anno. Sinceramente non riesco ad immaginare qualcosa di più orrendo della Danza Kuduro.