Riunione ai vertici, nella giornata di ieri, ad Abuja per discutere di Boko Haram.
I ministri degli Esteri di Benin, Camerun, Nigeria, Chad e Niger, insieme ad esponenti dell’Unione Africana, delle Nazioni Unite, e di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Canada, si sono incontrati per esaminare “l’estensione dell’assistenza estera, compresi gli sforzi da parte del governo nigeriano, nella lotta continua per sconfiggere l’insurrezione di Boko Haram”.
E'quanto si apprende da una nota del dicastero nigeriano.
Le potenze regionali si sono impegnate a svolgere un ruolo più attivo contro i combattenti islamici dopo il rapimento di oltre 200 ragazze ad aprile a Chibok, che ha sollevato sdegno internazionale.
Ma cinque mesi dopo il sequestro i progressi nella vicenda sono minimi, nonostante l’apparente localizzazione degli ostaggi da parte dell’esercito.
Nel frattempo Boko Haram rappresenta una minaccia sempre più consistente.
Lunedì, stando a testimonianze locali suffragate dal senatore dello Stato di Borno, Ahmed Zana, i combattenti si sono impadroniti di Bama, circa 250.000 abitanti, situata a 70 km dalla capitale regionale Maiduguri, costringendo alla fuga centinaia di soldati.
Andrew Noakes, coordinatore della rete nigeriana degli analisti per la sicurezza, ha avvertito che il governo sta perdendo il controllo di sempre più ampie zone del nord-est.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)