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Ammetti di avere dei talenti: canti bene, scrivi bene nell'ambito della narrativa, hai fantasia, sei creativo e hai un ottimo senso della melodia. Certo, non ti senti mica chissà che genio, non ti sopravvaluti. Vuoi continuamente migliorare e sai di essere ancora distante da certi grandi scrittori o cantanti. Ed è proprio per questo che studi canto e tecniche narrative. Però ti senti frustrato perché i tuoi talenti sono totalmente inutili qui in Italia, paese dove guadagnare decentemente col canto e/o la scrittura vuol dire avere un culo che manco Nicki Minaj. Non che negli altri paesi sia tutto rose e fiori, ma per lo meno avresti più possibilità.
Tu di solito hai un'autostima bassissima, il riuscire a riconoscere di avere qualche talento qualcosa vorrà dire. Che poi quei talenti non li riconosci neppure del tutto: quante volte hai avuto un attacco di panico prima di esibirti? Quante volte ti sei sentito fallito, inutile, incapace, inadeguato, vuoto? Alla fine la sicurezza che mostri, qualche volta velandola pure di arroganza, è solo una maschera dietro cui nascondi le tue incertezze e uno scudo con cui proteggi la tua fragilità. Quando però metti a nudo la tua anima, soprattutto cantando, le tue paure si notano eccome (ferma quelle gambe, tremolino!). Eppure in quei casi non ti arrendi e lotti contro te stesso, cosa che di solito non fai mai. E tutto ciò per...? Per un pugno di mosche? Che senso ha avere dei talenti inutili? Col canto non ci paghi le bollette, con i romanzi non ci compri da mangiare. Eppure queste cose sai fare. Il resto è un disastro: sei imbranato nei movimenti e non fai che inciampare e sbattere ovunque, disegni da schifo, sei disordinato e pasticcione, ti distrai facilmente, non sei per nulla portato per le lingue (con l'unica eccezione dell'inglese, che conosci discretamente e studi con piacere), non sai fare lavori manuali (specie quelle tecnici), non riesci a ricordare nozioni e nomi (ma hai un'ottima memoria legata ai ragionamenti), non hai la mano ferma, non sei portato per la medicina né per l'economia né per l'ingegneria, sai cucinare bene solo i dolci (ma solo perché trovi le ricette giuste) e non riesci neppure a spazzare a terra (tant'è che usi sempre l'aspirapolvere o fai spazzare a qualcun altro). Porca troia, sai fare bene quattro cose in croce, e si tratta proprio delle cose più inutili! E va be', sei portato anche per lo studio di determinate discipline (psicologia e filosofia in primis), ma anche queste sono inutili nel mondo lavorativo italiano. Una sfiga che manco Fantozzi!
La verità è che vorresti studiare musica elettronica al conservatorio, frequentare dei corsi di recitazione, dizione e fotografia. Vorresti riuscire ad avere successo come scrittore e come cantante, magari in quest'ultimo caso nel campo dei musical (ma non necessariamente). Vorresti tirar fuori tutte le canzoni che hai in testa, inciderle, sperimentare e creare nuove mescolanze tra generi. Vorresti far pubblicare i tuoi romanzi e ricevere sia apprezzamenti che critiche (senza critiche non si migliora). Vorresti far parlare di te, stimolare la discussione pubblica su certi argomenti a te cari, avere un peso sociale. Vorresti essere famoso e stimato, ma meritatamente. Vorresti migliorare sempre di più, superare i tuoi limiti. Vorresti, vorresti... il problema è che non puoi. Perché tutto ciò costa e non puoi permetterti investimenti così rischiosi. E allora ti limiti a studiare canto e a scrivere sperando in un colpo di fortuna.
Sei costretto a cercare un piano C (A e B sono rispettivamente scrittura narrativa e canto), un paracadute, qualcosa che ti permetta di sopravvivere e guadagnare almeno 7-800 euro mensili (altri 400 conti di guadagnarli insegnando canto). Ma quale piano C? Ecco, questa sì che è una bella domanda. Sei portato solo per la scrittura, il canto e, probabilmente, la recitazione. Forse anche per la fotografia, ma è un forse enorme in quanto non ti ci sei mai approcciato in modo serio e quindi non conosci le tue reali capacità. Poi sei anche appassionato di psicologia, filosofia, storia, storia dell'arte, antropologia, sociologia e scienze politiche: tutti ambiti in cui è impossibile lavorare, soprattutto in Italia. Potresti studiare psicologia per poi andartene all'estero, tanto odi l'Italia e vorresti andartene comunque. Ma non hai la certezza di poter emigrare, non sai cosa potrebbe accadere da qui a qualche anno e quindi non puoi puntare tutto su qualcosa di così incerto e strapieno di incognite. E allora che puoi fare? Urge un piano C che ti dia maggiori speranze lavorative ed economiche (speranze, perché nessun lavoro dà certezze), ma che al contempo non rubi tempo alla scrittura e al canto. Sei confuso, non sai che strada intraprendere, ti senti affogare. Certe volte vorresti solo galleggiare sul fiume della vita, lasciarti trascinare dalla corrente, avere finalmente un po' di pace e tranquillità, smettere di lottare e quindi di soffrire. Perché non puoi semplicemente coltivare i tuoi talenti per poi lavorarci e guadagnarci? Quando i sogni si scontrano con la realtà, la speranza muore e lascia il posto al vuoto.
E ti senti ancora più frustrato quando leggi che la maggioranza dei camboy quei 1200 euro mensili per campare riescono a guadagnarli e che alcuni arrivano pure a 5000. Per non parlare degli escort o delle varie Minetti del caso! La verità è che qui in Italia riesci a tirare avanti solo se sei bello e disinibito. O anche solo bello, basti pensare all'orrenda recitazione di Gabriel Garko (che poi, per i tuoi gusti, bello non lo è neppure di striscio). Purtroppo tu non sei chissà che bellezza. Anzi, ti reputi proprio brutto e pieno di difetti, anche se c'è chi dice il contrario e afferma che tu sia bello. Gente con evidenti problemi oculistici e/o mentali, è chiaro. E in più tu non sei neppure disinibito, ti sentiresti sporco e usato nel fare il camboy o l'escort.
La verità è che in Italia vanno avanti solo i belli e i senza pudore. Ma anche i raccomandati e i ricchi di famiglia. Eh già, c'è un forte immobilismo sociale e solo i ceti alti hanno un futuro. Non a caso ci sono accademie e università private piene di agganci che ti possono far lavorare e guadagnare. Peccato che, per studiare, tu debba sborsare una marea di soldi. Tu, che appartieni al ceto medio, non sapresti dove trovare quelle somme.
Il problema è che sei un sognatore che è stato costretto a confrontarsi con la realtà, e quest'ondata di realismo ti ha spiazzato e ti sta uccidendo dentro. Preferiresti essere stonato e incapace a scrivere narrativa, pur di essere portato per la medicina, le professioni sanitarie, l'economia, l'ingegneria, la grafica o i lavori tecnico-manuali.
Quanto vorresti essere nato in un paese in grado di darti più speranze e opportunità dell'Italia. E ancora di più, quanto vorresti essere stupido e quindi vivere felicemente senza curarti di nulla!
Forse aveva ragione Schopenhauer con il suo estremo pessimismo verso la vita. Oh, Schopy, quanto lo amo... cioè, volevo dire, quanto lo ami.
Ora devo andare: la febbre e il raffreddore stanno amplificando il mio già pessimo umore. Vado a cercare degli alcolici che è meglio.
Buona serata a tutti.
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