Ogni giorno abbiamo a che fare con innumerevoli specie di frutti esotici, sia al supermercato che in giardini e vivai. Ananas, kiwi, banane, cocco, mango, avocado e datteri sono solo alcuni dei frutti extraeuropei che consumiamo regolarmente o coltiviamo a scopo ornamentale. Decisamente meno conosciuti sono, invece, frutti esotici particolari come la guava (o guaiava) e la carambola, apprezzati sia per il loro sapore che per la raffinata forma dei frutti e delle piante su cui crescono. In effetti, coltivare delle varietà esotiche richiede pazienza e cura, ma chi ha già un po' di dimestichezza con gli alberi da frutto potrà senz'altro trarre soddisfazioni dalla coltivazione di questi due frutti. Scopriamo quali sono le origini e le caratteristiche principali di questi frutti.
La guava (nome scientifico Psidium guajava) è un frutto esotico appartenente alla famiglia delle Myrtaceae e originaria probabilmente dell'America Centrale, ma ormai coltivata in buona parte del Sud America e dell'Oriente, in climi tropicali e temperati. L'albero di guava è piccolo (raramente supera i 7-10 metri d'altezza), con tronco e rami coriacei e duri. Le foglie sono ampie, coriacee e di un verde brillante. I fiori, profumati e raccolti sovente in piccoli grappoli, sono bianchi e di dimensioni modeste, con caratteristici stami a forma di piumino. Dopo la fioritura compaiono i frutti, somiglianti nell'aspetto a piccoli agrumi. Tondeggianti e dalla forma rugosa o liscia, hanno una polpa rosata leggermente acidula o totalmente dolce (il fattore varia in funzione della varietà coltivata). Si raccolgono maturi, quando hanno raggiunto una colorazione giallognola, e si utilizzano per la preparazione di confetture, canditi e succhi di frutta. I frutti acerbi invece hanno proprietà astringenti e vengono utilizzati per la preparazione di sciroppi o altri preparati.
La carambola è un frutto esotico conosciuto anche come "Star Fruit", per via della caratteristica forma che assume una volta tagliato in fette (ricordano una stella a cinque punte). Il nome scientifico è Averrhoa carambola. Appartiene alla famiglia delle Oxalidaceae, ed è una pianta a portamento arboreo originaria del Sud-est asiatico, coltivata oggi anche in altre zone del mondo (Sud America e isole vicine). Nelle sue zone d'origine la carambola raggiunge anche i 12 metri d'altezza, con un tronco lungo e legnoso di colore scuro. Le foglie sono ampie e lanceolate, di colore chiaro, mentre i fiori sono piccoli e rosa, raccolti in gruppi ristretti. Nei periodi estivi compaiono i frutti, di colore giallo intenso e dalla forma a stella. In Europa è raro trovarli in commercio, ma nei paesi d'origine vengono utilizzati per insaporire macedonie, cocktail, confetture e per la preparazione di basi e creme nella pasticceria.
Sia la guava che la carambola sono originari di zone tropicali, dove le temperature non sono mai rigide, ma, soprattutto la guava, si può facilmente coltivare anche in vaso. Come gli agrumi, la guava riesce a sostenere il freddo, a patto che non sia prolungato ed esposta troppo alle intemperie. Per questo motivo, se la si tiene in vaso, è bene spostarlo in zone riparate quando fa freddo, oppure coprire la pianta con un telone di plastica resistente. Nelle zone mediterranee e ad altezze non troppo elevate, la guava fruttifica tranquillamente nei periodi estivi fino all'autunno inoltrato. La carambola, invece, è molto più delicata; va tenuta nel terreno (quindi mai in vaso) e in Italia viene coltivata soprattutto in Sicilia, regione dove gli inverni non sono mai rigidi e la pianta arriva a fruttificare. Entrambe le specie si adattano bene nei giardini, arrivando ad altezze che non superano mai i 4 metri e regalano in primavera fiori profumati e gradevoli alla vista.