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Fu vero amore? Arte e love story

Creato il 10 luglio 2011 da Isn't It Romantic?

La ragazza con l'orecchino di perla di Jan Vermeer

FU VERO AMORE?

Ragazza con l'orecchino di perla

Questo è un quadro misterioso. Misterioso come il suo autore, il pittore olandese Jan Vermeer, uno dei più grandi artisti della storia. Della sua vita si conosce pochissimo, nemmeno la data di nascita è sicura, solo attraverso i documenti parrocchiali sappiamo che venne battezzato a Delft nel 1632. Per il resto gli studiosi si sono dovuti accontentare di scampoli di notizie recuperati qui e lì negli atti notarili. Nel 1653 sposò Catherina Bolnes una giovane cattolica benestante ma il loro non fu probabilmente un matrimonio felice. La famiglia della donna infatti  era più ricca di quella di Vermeer ed inoltre la madre di lei, Maria Thins, una donna autorevole e determinata, si rifiutò di firmare il documento di assenso alle nozze fra i due pur dichiarando che non avrebbe ostacolato il matrimonio. Non conosciamo le ragioni di questa scelta, possiamo presupporre che dipendesse dalle origini protestanti del genero o forse dalle sue modeste condizioni economiche. Di fatto Vermeer, la moglie e i loro quattordici figli, verranno mantenuti per lo più proprio dalle rendite della suocera essendo i suoi proventi pittorici considerevoli ma saltuari e le abitudini delle Bolnes molto più dispendiose di quello che l'artista poteva permettersi. 

La sua quotidianità insomma non fu probabilmente molto facile con suocera, quattordici figli in giro per casa e molti problemi economici, eppure Jan Veermer è considerato uno dei maestri dell'Arte di Genere, ovvero di quella branca dell'arte incentrata sulla raffigurazione di scene di vita quotidiana e domestica e nel suo caso anche borghese (spesso infatti la pittura di genere si incentrava sul mondo contadino). La trentina di quadri giunti fino a noi raffigurano per lo più interni con personaggi intenti a semplici occupazioni, spesso si tratta dei suoi stessi figli o di persone che popolavano e frequentavano la sua casa: una domestica che versa del latte, un piccolo concertino in salotto, una fanciulla che legge una lettera allo scrittoio etc. La magia dei suoi dipinti risiede certamente nella sua maestria e nell'assoluta padronanza della tecnica pittorica ma non solo. Quando guardiamo uno dei suoi quadri non riusciamo a non soffermarci sui dettagli, sui particolari. E' difficile distogliere lo sguardo, ne veniamo catturati immediatamente e questo per due motivi fondamentali: la loro luce e la curiosità che suscitano i noi. Possiamo dire senza margine di errore che Veermer fu una sorta di Caravaggio del nord, con quella sua luminosità calda e carezzevole  che avvolge e risalta le  figure catturando il nostro sguardo; e poi stimola la nostra curiosità nell'ammirare, in un virtuale viaggio nel tempo, la vita quotidiana della borghesia del 1600 con i piccoli dettagli e la gestualità di un tempo perduto. Si dice addirittura che per definire l'esatta posizione degli oggetti nello spazio e per riportarla fedelmente sulla tela fece uso dei primi prototipi di camera oscura ma non se ne hanno prove certe. Di sicuro però la sensazione è proprio quella di trovarsi di fronte ad una foto dal passato.


La ragazza con l'orecchino di ...

Sicuramente il suo quadro più famoso e ammirato, anche grazie al libro di Tracy Chevalier uscito qualche anno fa e al film tratto da esso, è "La ragazza con turbante", meglio nota come "La ragazza con l'orecchino di perla". Come dicevo all'inizio, la genesi del quadro è misteriosa come, se non più, del suo autore. Su questa carenza di informazioni l'autrice ha costruito una storia accattivante basata sui pochi dettagli storici che sappiamo della vita di Vermeer e sull'esigue notizie che gli studiosi hanno ricavato dal dipinto: si tratterebbe, secondo la Chevalier, del ritratto di una domestica di cui il pittore si era invaghito ma il tutto è ovviamente pura invenzione. Eppure ci si chiede: c'è un fondo di verità nella romantica storia fra la bella serva Griet e il suo talentuoso padrone? Il dipinto è quello che in arte si chiama un troine, ovvero una via di mezzo tra un ritratto in costume e il quadro di soggetto storico molto popolare all'epoca. In queste tele gli artisti ritraevano modelli vestiti con costumi esotici o anticheggianti per raffigurare personaggi della Bibbia o della Storia. Il dipinto così incantevole da essere soprannominato da alcuni "La Monnalisa olandese" non ha una data di esecuzione certa, si pensa intorno al 1665, e nei documenti del pittore presto se ne perdono le tracce dopo la sua morte, tanto che per avere notizie d'archivio su di esso dobbiamo aspettare la fine del 1800. Difficile quindi ricostruire e svelare il mistero della sua esecuzione. Ma i quadri, anche quelli più  complessi ci parlano sempre e non riescono mai del tutto a celarci i loro segreti. La tela ritrae una fanciulla giovane, volta di tre quarti mentre fissa il pittore che la sta immortalando con uno sguardo di liquida innocenza, le labbra rosse lucide e dischiuse in modo seducente. Alcuni studiosi hanno sostenuto che si trattasse della figlia più giovane del pittore ma questa ipotesi non solo non trova riscontro nella data di esecuzione dell'opera ma stride fortemente con la delicata sensualità che traspare dall'immagine. E' proprio l'innocente seduzione della ragazza ad aver suggerito a molti l'idea che fra questa ignota giovane modella e Vermeer ci fosse un legame non proprio familiare. La veste indossata, gialla con un turbante azzurro da cui scende una sciarpa intonata, ha un che di mistico ed esotico e per questo altri storici dell'arte hanno pensato alla rappresentazione di una musa delle arti o ad una sibilla ma non essendoci nessun attributo iconografico ad avvalorare ciò, questa ipotesi non ha trovato molto riscontro. Quello che invece mi ha sempre colpito di questo dipinto è proprio il famoso orecchino a goccia. Se lo osserviamo da vicino ci accorgiamo che il pittore lo dipinse solo con due rapide pennellate separate, è in realtà il nostro occhio, allontanandosi che crea l'illusione di ammirare un'esotica perla. Se da una parte mi ha sempre affascinato la maestria del maestro olandese nel creare questi effetti visivi, in questo caso in realtà è il riflesso di quella stessa perla negli occhi della ragazza ad incantarmi: il suo sguardo sembra riflettersi nella perla e viceversa, diventando la fonte di luce interna del dipinto, specchio di sensazioni racchiuse nel suo volto. Non sappiamo con certezza di che natura fosse il legame che ha unito la modella e il suo pittore, di certo i suoi occhi ci possono raccontare una bellissima e antica favola sulla quale possiamo continuare a sognare.
 

 


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