Magazine Diario personale
E sebbene il pezzo non verrà ricordato nei secoli dei secoli, oggi mi viene in mente.
La situazione in suolo italico è like a shit, inutile fingere il contrario.
La politica è ipocrita e ridicola, con un partito democratico che non ha più capo ne coda, ed una destra che (fortunatamente) è silente.
Un capo dello stato che se fosse vostro nonno gli ridereste in faccia, ed un angheria fiscale che miete vittime tra cittadini oggettivamente esausti.
Tutto costa troppo.
Nessuno compra più.
I negozi chiudono.
Io vedo Paparotto Gigiotto invecchiare sotto il peso delle responsabilità che si accumulano alle asperità giornaliere, e Brivido combattere con coraggio senza vedere troppi risultati.
Delle volte ci penso a che ne sarà di noi.
Ma è un pensiero che non pesa e che non ha entità particolare.
Per una volta non per la mia famigerata e nota superficialità, ma perché arrovellarsi il cervello su cose incontrollabili, non fa per me.
Il mio lato razionale si prepara a tutto, ma non si fascia la testa per nulla.
Che poi il fondo l'abbiamo toccato, ora è il momento di risalire verso l'alto.
Se anche giornali, tivù e radio la smettessero con il terrorismo psicologico, ne trarremmo tutti ottimi risvolti.
Io non dico di cacciare la testa sotto sabbia come gli struzzi, ma votarci al cambiamento con la volontà di qualcosa si grande, che non si l'esbarco, no!?
Già.
Emigrare.
Ieri parlavo con una cliente che mi chiedeva se tra i miei conoscenti ci fosse chi era andato via.
E si, porca vacca, c'è!
Il Patatino è in Thailandia a fare il capoccia di un'azienda, mentre qui era ingegnere da mille euro al mese.
Una si appresta a due anni di vita madrilena nell'amministrazione di una compagnia che tratta con l'Italia.
Un'altra ha preso i suoi due e fa la ricercatrice in quel di Berlino.
Un paio di amici di Brivido fanno su e giù da Boston, ed un'altra coppia di ex ragazzi, che conosciamo, cercherà la propria strada a New York, biglietto di sola andata a settembre.
Un mio cliente fa il modello e commesso a Sydney, dovevano essere 6 mesi, ed è più di un anno che sta là, si è maritato e non ha la benché minima intenzione di rientrare.
Un'ex dipendente dei miei genitori, con la quale ci sono ancora ottimi rapporti, fa la spola tra Brescia ed Oxford, e continua a dirmi che la vita è adesso, ma non qui.
Non ci penso meglio a tutte quelle persone che conosco, ed hanno fatto armi e bagagli per cercare un posto dove battesse più intenso e caldo il sole, che lo so che ce ne sarebbe ancora più di un esempio, ma mi vien male pensare che, per trovare se stesso, ed essere qualcuno, sia proprio così indispensabile lasciare il noto, per approdare all'ignoto.
Io loro non li discuto, da un lato invidio la loro intraprendenza pazzesca, quello sprezzo del quotidiano, quell'azzardo fortissimo che non si negano, e penso alla massiccia dose di coraggio nell'affrontare il mondo in questo modo ardimentoso, ma io continuo a crederci che da qui si possa e si debba smuovere la situazione.
Non esiste proprio che, chi ha il coraggio di prendere ed andare sia "più meglio", di chi si smezza il marcio che c'è, scegliendo consapevole di non mollare, di andare avanti su un tracciato che profumi di casa.
Percheé non tutti hanno le possibilità di prendere e partire, la fortuna di non avere nulla di invalicabile che li trattiene, la chance di potersi permettere il lusso del non lasciare niente che non si muoverà con le sue gambe aspettandolo.
Io, che per motivi caratteriali e di salute, non ho mai neppure potuto pensare ad un azzardo così azzardato, guardo al mio: cerco di essere una brava persona, di maturare in una società difficile, che mi mette sempre più spesso i bastoni tra le ruote e alla quale sarebbe bello poter sputare addosso senza ritegno...
E spero di avere il mio attimo di celebrità.
Non inteso in quanto tale, anche senza riflettori puntati, si capisce, ma magari con una dose extra large di ammiccamenti orgogliosi da parte della gente che mi vuole bene, per la temperanza che si trasforma in virtù.
Il mondo, anche quello più noioso e meno eccitante nell quale sono nata, e che ancora mi ospita, alla fin delle finite non è niente male...
...e se qualcuno ha la pazienza di lottare per lui può rivelare grandissime cose, no?
Alla fine, se si lancia un sassolino nelle acque dell'oceano, i flutti non rimangono indifferenti.
E si parla di un sassolino, qualcosa di poco più grande di una capocchia di spillo, no?
Cioè, un sassolino piccolo ed insignificante smuove l'OCEANO.
L'O C E A N O, capite?!
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