Premesso che:
- sin dalle prime pagine di questo romanzo ho pensato qualcosa del tipo ‘Finalmente un libro pubblicato da una piccola casa editrice che non sembra opera di dilettanti’ (lo so, è un po’ una cattiveria nei confronti delle piccole case editrici, ma che devo dire, è quello che penso… e poi ovviamente ci sono le eccezioni, anche illustri, ma in generale…);
- stimo l’autrice perché ha un’idea ben chiara su cosa significhi essere donna oggi in Italia, e non si fa problemi a portare avanti idee femministe, anche scomode (il suo blog è Libroguerriero); e quando ho letto la dedica, alle guerriere, un po’ mi sono esaltata ^^;
- Fuego è stata una lettura piacevole, anche se non amo il genere giallo;
premesso questo, devo dire che mi aspettavo di più, e sento che alcuni passaggi di questo libro mi danno ragione, perché sono frasi davanti alle quali mi sono fermata a riflettere, che hanno rimandato i miei pensieri all’universale, per così dire. Dei buoni passaggi, buone intuizioni buttate un po’ lì, lasciate a navigare in uno stagno anziché in un oceano, ecco.
Ho apprezzato l’evidente competenza dell’autrice sul mondo dei balli latino americani (che odio, peraltro, ma è stata una bella immersione anche per me!) e sull’ambientazione bolognese. Ho apprezzato l’approfondimento sui tarocchi e lo sciamanesimo (trovo che sia bello imparare qualcosa quando si legge un romanzo, no?). Ho trovato un po’ eccessiva la parte finale sulle stelle, un di più non necessario, insomma, che per quanto breve ha appesantito la lettura.
L’intreccio. Ecco. Io non leggo gialli e non sono competente sull’argomento, ma l’intreccio mi è sembrato un po’ debole. C’è da dire che Fuego è un giallo strano, nel senso che la protagonista (una bella protagonista, peraltro, Elisa Guerra detta la Guerrera, come non amarla?) non è una poliziotta ma una laureanda in criminologia che s’imbatte nel reato un po’ per caso, ecco, perché il suo motorino si trovava nella giusta posizione cardinale, diciamo. L’intreccio mi è sembrato più che altro una scusa per raccontare uno spaccato di vita della protagonista, e non l’elemento centrale del romanzo. Il che può anche andare bene, è un giallo atipico, appunto, una lettura piacevole, ma se ho trovato ottima la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione, l’intreccio mi ha lasciata un po’ insoddisfatta.
Detto questo… aspetterò con interesse le evoluzioni di questa brava scrittrice :)
Thid
Fuego (Elliot, 2011) si può acquistare su Amazon per 13,60€
Una torrida estate bolognese, un piromane che semina incendi per la città e una morte strana, molto strana, apparentemente legata a oscuri culti sciamanici. L’autopsia conduce la polizia ai locali notturni latino-americani della provincia, il regno della Guerrera, al secolo Elisa Guerra. Capoerista convinta, studentessa di criminologia nonché giornalista pubblicista disoccupata che attualmente consegna pizze a domicilio. La Guerrera è concentrata in una personale lotta per la sopravvivenza: gli ostacoli sono il disinganno della vita, la precarietà e un’occupazione di cui si vergogna. Quando l’ispettore Basilica la coinvolge nelle indagini, lei ci si tuffa nel suo modo incosciente, senza riserve, così come balla e beve rum. Le ambigue notti di salsa sono una calamita non solo per i personaggi che le animano – la fascinosa Princesa, El Tigrón, El Chupa-Chupa, Catalina, con la sua dolcezza azzurra e i suoi studi di alchimista, il sensuale cantante Roelvis, un amante cubano tornato dal passato – ma anche per i curiosi. E qualcuno, nascosto nell’ombra, sta macchinando un nuovo delitto. Nel frattempo il fuoco continua a bruciare impietoso nelle strade di Bologna e nel cuore duro della Guerrera.