La seconda tappa del mio tour alle Canarie è stata un'isola leggendaria: Fuerteventura!
Tra i majoreros (così sono detti gli abitanti dell'isola) c'è un'alta percentuale di italiani: ci sono ragazzi venuti qui con il classico sogno del surf e del chiringuito sulla spiaggia, persone che hanno semplicemente scelto di staccare per un po' la spina trasferendosi al caldo, ma anche italiani che hanno saputo rimettersi in gioco e costruirsi una vita in quest'isola delle Canarie.
Tra questi c'è Damiano, un ragazzo che ha lasciato Biella e da più di cinque anni vive a Fuerteventura, dove con il suo NaTouralAdventure organizza escursioni, attività e avventure per i turisti che arrivano qui.
La mia esplorazione è partita proprio con Damiano dall' Isola di Lobos, piccolo isolotto a nord di Fuerteventura che appartiene al Parco Naturale delle Dune di Corralejo e dell'Isola di Lobos. Ci si arriva con un traghetto da Corralejo (i biglietti costano 15 euro andata e ritorno).
Isla de Lobos è grande circa sei chilometri quadrati e la si visita in un'oretta... se non ci si perde a fare il bagno nelle sue acque trasparenti! Ci vive ancora qualche pescatore, in abitazioni modeste senza acqua corrente né elettricità, tra 130 specie vegetali e uccelli che volano indisturbati. In estate l'ultimo traghetto per tornare a Fuerteventura parte alle 18, ma se lo perdete consolatevi, potrete passare una notte ad ammirare il chiar di luna senza fastidiose luci artificiali.
Tornando a Fuerteventura si può scegliere come proseguire il viaggio verso sud e penso che, eventualmente anche solo per brevi tratti, la bici sia una valida alternativa al pullman e all'auto. È stata infatti recentemente inaugurata una nuova rete di sentieri che attraversa l'isola e permette di godersi gli aspetti naturalistici da un punto di vista privilegiato.
La prima sosta che vi consiglio è il Parco naturale delle Dune di Corralejo, dieci chilometri di dune di impalpabile sabbia bianca che finiscono nell'oceano. Ricordatevi che è un'area protetta: da qui non portate a casa nulla se non il ricordo!
Seconda tappa dell'itinerario che vi propongo è il vicino Calderòn Hondo, un vulcano sul quale si può salire per camminare sul cratere, perfetto per un trekking facile e adatto anche alle famiglie.
Proseguendo verso sud si può fare un salto indietro nel tempo sulla Montagna di Tindaya, dove sono state trovate incisioni rupestri e resti di scheletri appartenenti agli aborigeni che abitavano l'isola prima dei Conquistadores.
Poco lontano, a Tefia, c'è l' Ecomuseo La Alcogida dove si possono vedere alcune case antiche e, dal lunedì al sabato, dimostrazioni degli antichi mestieri dei majoreros.
Ancora più a sud c'è Betancuria, prima capitale dell'isola, dichiarata Borgo Storico. Oggi è abitata da circa 700 abitanti che vivono in case bianche tra palme, tamerici e alberi di pepe rosa. Nella zona di Betancuria c'è l'eremo della Virgen de la Peña, dedicato alla patrona di Fuerteventura, meta di una processione che si celebra a settembre e alla quale partecipano abitanti di tutta l'isola vestiti con abiti tradizionali. Entrateci per ammirarne gli interni barocchi e anche un po' kitsch.
In zona vale decisamente una visita anche il belvedere di Morro Velosa, che offre un panorama indimenticabile su valli rossastre, terre vulcaniche e oasi verdi. È sovrastato dalle sculture giganti di Guise e Ayoze, capi aborigeni rappresentati così da César Manrique.
Proseguendo verso sud-est si passa da Malpaìs, in un paesaggio desertico di colate laviche fortemente erose dal vento. A tratti le rocce sono coperte di licheni: quello è il pascolo per le caprette che capita di vedere tra i pendii.
Per concludere l'itinerario in bellezza, l'ultima tappa è la lunghissima Spiaggia di Sotavento de Jandìa, dove si può imparare a fare surf o windsurf nel famoso Centro René Egli. E non abbiate paura del freddo: durante l'anno la temperatura del mare oscilla tra i 24 e i 19 gradi. Ne vale decisamente la pena.