La vita non ha senso, anzi è la vita che ci da un senso, sempre che noi la lasciamo parlare… perchè prima dei poeti parla la vita. Dobbiamo ascoltarla la vita.
(Alda Merini)
La fuffa è la tipica lanetta che si forma nei tessuti e che in genere si rimuove poiché anti-estetica. Proprio questa connotazione ha fatto sì che venisse usato in senso lato per indicare un eccesso inutile. Può indicare anche l’accumulo di peli che si verifica negli animali o l’accumulo di polvere in batuffoli.
(Wikipedia)
“Sì, alle volte sento che mi sto perdendo in eccessi inutili. Non che faccia cose che non mi piacciono, al contrario ne faccio fin troppe. Solo che sento che tutte queste cose, prima o poi, andranno perdute come…”
“Come lacrime nella pioggia?” – completò Paolo citando il suo film preferito, mentre apriva una lattina di coca-cola. C’erano soltanto loro due al bar, faceva caldo: Minosse stava colpendo furiosamente l’asfalto e i pochi temerari astanti che si avventuravano a lasciare le case in penombra o gli uffici ronzanti per i ventilatori accesi.
“Esattamente – annuì Roberto – come lacrime nella pioggia. Solo che qui di pioggia se ne vede ben poca per adesso.”
“Attendi, devi imparare ad attendere. L’estate prepara sempre un nuovo inverno e l’inverno prepara sempre una nuova estate, è un ciclo, abbiamo un sacco di cose da imparare dalla natura.” – aggiunse Paolo, tirando su la coca cola con la cannuccia.
“Disse l’uomo della coca cola. – soggiunse Federico arrivando. Spostò la sedia e si accomodò insieme a loro due. – Che si dice, ragazzuoli?”
“Le solite minchiate – gli rispose Roberto – si parla del senso della vita.”
Federico annuì “Già, già…Da un po’ non si fa altro qui, eh?”
“Eh già. Hai visto che culo quella?” – ammiccò Paolo
“Vista e inquadrata da un pezzo. – disse Federico – Che voto gli diamo? Io opto per un 8 e mezzo.”
“Nove.” – rispose Paolo.
“Quattro.” – disse Roberto.
“Cazzo, Roberto! Oggi sei severo, eh? Ti sei svegliato con la luna storta?”
“Guardati attorno, se trovi un motivo sufficiente per vivere, dimmene uno.”
“Quel culo, ad esempio.” – gli rispose Paolo.
“Sì, quel culo!” – fece eco Federico.
Roberto alzò il bicchiere di birra.
“Al culo, ragazzi. è tutto qui!”
“Al culo!” – risposero all’unisono gli altri due.
“E che il vento ce lo porti qui.” – soggiunse Roberto.
“Amen.”
“Amen.”
Nota a margine dell’autore: in letteratura i bei culi scarseggiano. Caro Giacomo, avrei tanto voluto sapere com’era il lato b di Silvia, e se poteva dar filo da torcere a tutto questo gossip moderno. Chissà come sarebbero stati i jeans a Beatrice o a Laura!