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Fuffa VS Sostanza, questo è il problema

Da Distesa
La realtà è che sono irrimediabilmente attratto dall’autenticità. E’ strano per chi, negli anni del liceo e per molto tempo successivamente, adorava l’estetica di certo decadentismo. L’arte per l’arte e balle varie.
E’ che alla fine impari che ci deve essere una qualche verità, una autenticità che è l’unico senso compiuto di questa nostra esistenza umana.
E serve un minimo di maturità per distinguere la fuffa dalla sostanza. Per cogliere ciò che è davvero importante sotto le più diverse etichette. Perché l’uomo inventa etichette di continuo, questo è il fatto. Neoclassicismo, romanticismo, verismo, decadentismo, dadaismo. Musica indipendente, alternativa, classica, leggera, metallara. Vini territoriali, biodinamici, veri, naturali, artigianali. E così via. All’infinito. Ma la verità, la scintilla, la poesia, si nascondono al di sotto di quelle etichette.
Ci arrivi, a scoprire l’autentico, con la sola arma della sensibilità. Non con la critica razionale. No. Ci arrivi con l’assoluta libertà di giudizio. Con una dialettica delle emozioni che ti rende particolarmente suscettibile alla bellezza della verità.
Ecco, per tornare alla Guerra del gusto di cui si accenna in Mondovino, quando metto il naso nel Volnay premier cru Taillepieds 1998 del Domaine De Montille subito trovo un vino scontroso, duro, aspro. Lentissimo ad esprimersi. E però c’è dentro il vino una tensione gustativa, una linea minerale, una materialità pulsante che esprimono la verità pura e semplice della terra. L’autenticità irrevocabile della natura.

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