Doc da informazione. Non dimenticare Fukushima
Doc italiano che brucia le tappe. A soli due anni di distanza dal disastro nucleare di Fukushima, il regista Tesei si reca nella no-go zone e immortala la desolazione giapponese post-tragedia, facendosi aiutare da materiali di repertorio e interviste.
Ci troviamo dall’altra parte del mondo e veniamo immersi nel microcosmo orientale, che ha vissuto attimi terribili l’11 marzo 2011 a causa di uno tsunami devastante. Il disastro ci interessa da così vicino? Non direttamente, ma la portata mediatica della catastrofe nucleare induce la riflessione. La stessa riflessione che porta il regista a indagare un po’ più a fondo e a mostrare allo spettatore le misure di sicurezza e la drammatica situazione che si è venuta a delineare nel paese del Sol Levante. E grazie all’aiuto di un’associazione per la difesa degli animali denominata Animal Forest riesce a incunearsi nella zona proibita, mostrandoci istantanee (nel vero senso della parola) degne di una pellicola horror. Le cittadine deserte che compaiono sullo schermo cinematografico sono impressionanti e forse non riescono a spiegare fino in fondo il contesto nel quale sono immerse. A quello ci pensano le interviste e le curate e puntuali “lezioni”, che snocciolano numeri e conseguenze di una possibile nuova devastazione nucleare.
Gli obiettivi di un doc ben costruito e confezionato sono quelli di informare, sensibilizzare e denunciare. Fukushame – Il Giappone perduto (2012), senza forzare la mano, raggiunge in modo compiuto tutti e tre gli obiettivi, senza mai cadere nel puerile patetismo, ma “limitandosi” a narrare e aiutandosi a rendere più chiaro il messaggio con l’ausilio di testimonianze sul campo, nelle quali il giapponese non si dimentica della tragedia, ma non appare abbattuto, anzi si dimostra desideroso di ricominciare, di ricostruire quello che lo tsunami e la conseguente deflagrazione nucleare hanno spazzato via.
Fukushame – Il Giappone perduto dimostra di avere materiale fresco, attuale e di parlare alla gente in modo semplice e mai esclusivamente provocatorio. Il ritmo non è mai veramente incalzante, eppure la pellicola si segue fluidamente, essendo priva di intoppi registici. La poca permanenza in sala non ha permesso al grande pubblico di fruire di un prodotto Italiano (la I maiuscola è d’obbligo) da consigliare per poter accorciare le distanze con il popolo giapponese, per riflettere su un disastro di proporzioni enormi (al pari di Chernobyl, parlano i numeri) e che ha messo in ginocchio numerose vite umane.
Uscita al cinema: 23 gennaio 2013
Voto: ***1/2