Non ho mai smesso di seguire l’evoluzione stilistica di un giornalista diventato autore di romanzi così diversi fra loro. La prima cosa che mi ha attirato è stata sicuramente la curiosa omonimia che lega la mia persona alla sua, in secondo luogo le sue origini pugliesi, e poi il suo essere un incredibile giallista tanto atipico nelle sue storie da riuscire a conquistare me, una lettrice poco amante dei gialli. Dopo
Assassinio in libreria, in cui costringeva Jeffery Deaver, Lucarelli, Camilleri e Fred Vargas ad indagare sulla morte di una libraia e
La scommessa, storia geniale di uno scrittore e del suo critico più spietato, rinchiusi nella stessa cella per uno strano gioco del destino,
Lello Gurrado aveva affrontato il difficile rapporto fra due generazioni vicine e lontane allo stesso tempo,
invertendo l’ordine dei fattori.
Il suo ultimo libro, invece, edito dalla Marcos y Marcos, si intitola Fulmine e riesce ad essere veloce nel travolgere il lettore con una storia breve ma vera, ma ciò che lascia addosso vi rimarrà incastonato a lungo. La cornice è molto familiare a chi è stato almeno una volta in Puglia: il sole cocente, una masseria, delle cassette di pomodori e l’odore della terra.
Il nostro scrittore accetta di ascoltare una signora, la quale gli ha chiesto il favore di scrivere la storia che gli racconterà; lo scrittore non può far altro che arrendersi al racconto, che inizia con un parto improvvisato in un giorno di pioggia, a pochi metri dall’ospedale, a pochi centimetri da un fulmine, in un’ auto che non abbandonerà mai colui che ha accolto con così tanta premura.
Il protagonista della storia prenderà il nome di quella luce che lo ha battezzato sul sedile posteriore di quella vecchia auto chiamata Lumaca. Il protagonista della storia si dimenerà fra l’amore per i libri, per la storia, fra la scuola, i faticosi e denigranti lavori estivi, l’amicizia di un caro professore e l’affetto di una madre troppo giovane. Il protagonista fuggirà da un Sud fatto di precariato, lavoro a nero e una dolorosa morte bianca, forte spinta che lo condurrà con la sua Lumaca a cercare qualcosa di meglio al Nord, in quella cittadina veneta immersa in una spietata lotta politica. La promessa di civiltà fatta al momento dell’arrivo non sarà mantenuta da un Nord non così distante dal tacco di uno stivale che, in fin dei conti, affonda le radici nelle stesso terreno.
Ma la forza di fulmine non frana, non riesce ad essere scalfita, ciò che muta in lui è soltanto la rabbia, alimentata e accresciuta dall’ingiustizia che circonda tutte le minoranze che prima dell’arrivo di quel ventenne così gentile erano costrette ad abbassare la testa e ad incassare i colpi dell’odio razzista.
A differenza di quella dei suoi nemici, la rabbia di Fulmine è sostenuta da una grande cultura, che gli permette di muoversi con pacifica intelligenza, abbracciando tutti coloro che desiderano far sentire la loro voce in una protesta non violenta. La storia di Fulmine continua in quella cittadina veneta, realizzandosi in un grande amore, ostacolato da un grande odio a sua volta contrastato dalla grande voglia di essere tutti uguali. Lo scrittore continua ad ascoltare la padrone della masseria, la quale con gesti precisi posiziona in fila su un cornicione dei pomodori rossi, affinché possano essiccarsi e durare a lungo, dopo aver incamerato i raggi del sole della Puglia, che è così caldo e anche così pungente, proprio come Fulmine, portatore di un stendardo di modernità e fratellanza che difficilmente potrà essere dimenticato dallo scrittore, che ha deciso bene di trasformarlo nel protagonista del suo romanzo.
Lello Gurrado in questo libro è giornalista, scrittore, poeta e testimone di una storia che regala una sorpresa inaspettata nelle ultime pagine, quasi come fosse il tassello cruciale, posizionato lì di un giallista esperto. Questo è un breve romanzo di formazione, d’amore, di denuncia e di cronaca, ma anche semplicemente una storia da raccontare a chi vi sta accanto, come se Fulmine fosse una persona che avete conosciuto durante un’estate passata in Puglia, tra le bellezze di una terra amica del sole.
Glenda Gurrado
Lello Gurrado, Fulmine, Marcos y Marcos, pp. 207, euro 15