CREMONA – Una prova indegna, un modo di procedere vergognoso, che dimostra come la politica cremonese sia ancora totalmente incapace di prendere decisioni fondamentali. Chi pronuncia questo commento è Giampiero Carotti, nelle prime righe della lettera con la quale ha commentato l’ultima riunione della commissione provinciale Affari istituzionali, convocata per fare il punto sul rispetto dei referendum del 2011 sulla gestione dell’acqua e sull’affidamento del servizio a Padania Acque spa, come gestore unico provinciale. Il gestore dunque esiste, diversamente dal passato. Non è ancora completamente e formalmente concluso il percorso amministrativo che assegna senza alcun dubbio di qualunque sorta la funzione di gestione pubblica a Padania Acqua, rappresentata nella riunione da Alessandro Lanfranchi. Il presidente dell’Ato Gian Pietro Denti e il direttore Damiano Scaravaggi non hanno completato la procedura. Il consiglio provinciale decadrà l’11 giugno, o forse il 12, a seconda che si scelga come data di riferimento l’insediamento o no, certo ormai è questione di pochi giorni. Resta un’ultima ambiguità: manca un atto di indirizzo del consiglio provinciale che obblighi, ancora una volta, l’Ambito di gestione territoriale ottimale ad affidare a Padania Acque la gestione pubblica del servizio idrico integrato. Già sono stati approvati ordini del giorno e delibere, ma l’unico modello di società approvata dall’Ato è la società mista, con privatizzazione parziale fino al 40%. Il consiglio provinciale, grazie alla Lega Nord e al centrosinistra, ha rispettato i referendum, l’Ato, come insiste nel proprio commento Giampiero Carotti, ancora no, malgrado le delibere dei singoli Comuni soci di Padania Acqua spa. L’Ato è un’azienda speciale della Provincia, della quale dovrebbe rispettare le indicazioni. Carotti, ricordando il carattere trasversale e non politico del comitato per i referendum sulla gestione dell’acqua, accusa il presidente Massimiliano Salini di aver ostacolato in ogni modo l’affermazione dei princìpi stabiliti dal popolo italiano tramite referendum con valore di legge. Dovrebbe anche essere restituito il 7% di ogni bolletta dal giugno 2011: e invece nessuno restituisce. In compenso le bollette aumenteranno ogni anno, altro che ripagare gli utenti di tanta speculazione finanziaria ai loro danni. Infine il Comitato acqua pubblica invita tutti i cittadini a presenziare numerosi al prossimo consiglio provinciale per tutelare insieme i propri diritti.