Magazine Cultura
Nel 2008 su questo stesso blog scrivevo una serie di post che andavano sotto il nome di “Campagna contro le politiche antifumo dei cagionevoli di salute” (li trovate sparsi nell’arco del 2008 e con etichetta “fumo”). Attraverso considerazioni, citazioni, stralci di romanzi, era un modo anche ironico (a cominciare dal titolo) di sdrammatizzare l’impressionante diktat salutista che il “popolino caprone” andava instaurando. Personalmente stando a contatto con siffatto popolino che odiava il fumo, mangiava sano – specie cibi biologici (a proposito avete letto sul Corriere della Sera dell’altro giorno di come il 10% di quello che viene spacciato come cibo biologico di biologico non ha proprio niente) ho avuto esperienze al limite dell’intolleranza.
Questa introduzione serve per parlare brevemente di un pamphlet uscito in questi giorni dal titolo “Fumo, bevo e mangio molta carne”, un titolo che sembra un grido di guerra e che faccio completamente mio contro tutta quella schiera di salutisti che ogni giorno vedo sul lungomare correre e sudare come pazzi (anche e soprattutto a 70 anni) per un minimo di benessere (benessere???) piuttosto che godersi la vita. Il libretto di Pierangelo Dacrema, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari, è un vero e proprio grido di protesta contro i “talebani” del salutismo, i proibizionisti, coloro che vogliono impedire agli altri di procurarsi piaceri attraverso quelli che loro definiscono “vizi” (vero signora che mi sta guardando con occhio torvo ed espressione sgradevole da quel tavolo, mentre subito dopo aver cenato mi accendo un buon cubano davanti ad un bicchiere di Martell???).
Molto di questo libro (e non lo dico per vanto!!!) ricalca quelli che sono stati i miei post all’inizio citati, infatti l’autore passa in rassegna alcune figure mitiche del cinema, della letteratura, della musica; icone del nostro tempo che hanno avuto grande attinenza con i piaceri della vita. Basti pensare al Belmondo di “Fino all’ultimo respiro” con la sua perenne Gauloise accesa fra i denti dal’inizio alla fine del film, oppure al Bogart di “Casablanca” (che uomo, che fisique du role, che femmine, che vita!!!!) con quel fil di fumo che sale perennemente dalla mano a inebriare i volti dei protagonisti e a rendere ancor più intime le relazioni fra i sessi. E vogliamo parlare dei miei amati sigari, del mio immancabile Antico Toscano??? Sono o non sono un comunista alla Che Guevara o alla Fidel Castro? A proposito quanti anni ha Fidel??? Ma vive ancora nonostante tutto quel ben di dio che si è fumato nella vita??? E il Che che asmatico com’era ai giorni nostri gli avrebbero legato le mani e sigillato la bocca piuttosto che fargli fare una fumata??? Béh adesso poi un po’ di sete mi è venuta e non crediate che vado a bermi un bicchiere di Plose (acqua dagli effetti diuretici garantiti), no… qui si parte dal Negroni in poi come il buon vecchio Ernst che non cominciava mai a scrivere se non dopo il secondo Negroni.
Insomma è un vero e proprio inno alla libertà individuale questo bel regalo di Natale di Dacrema; una libertà che oggi noi amanti della buona vita vediamo sempre più messa a rischio dalle gabbie ideologiche che “sotto un sapore salutista rivelano un’intolleranza davvero grottesca”.
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