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Fuochi condonati

Creato il 23 gennaio 2014 da Albertocapece

downloadAnna Lombroso per il Simplicissimus

Il dizionario della politica ormai è nel segno del futurismo, del dinamismo dell’azione, l’importante è fare, smuovere, pestare l’acqua nel mortaio, nella rapida obsolescenza di idee, principi, regole. Si registrano consensi unanimi a Renzi, cui si attribuisce il pregio di agitare, da bravo apprendista sbruffone, di rimestare la merda, come dice un proverbio balcanico, incurante che gli arrivino gli schizzi e indifferente che coprano noi. Si è tornato il tempo del simultaneismo marinettiano, tanto che si possono fare due cose contemporaneamente e magari anche in contraddizione, che l’importante è mostrare di “agire”.

Ieri mentre Re Giorgio accoglieva commosso il popolo dolente della mamme delle Terre dei Fuochi che piangevano i figli malati o morti di cancro, vittime di malaffare, inadeguatezza e incompetenza, corruzione, speculazione, insomma, criminalità, la più infame, proprio nello stesso momento il Senato approvava il Ddl Falanga, ossia il disegno di legge “Disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizioni di manufatti abusivi”, nel quale la priorità sarebbe proprio quella di mettere mano all’emergenza campana. E infatti si compiace Ciro Falanga, senatore di Forza Italia e ‘padre’ del provvedimento. “Esprimo grande soddisfazione, quale autore del provvedimento di legge e primo firmatario, per essere riuscito a sensibilizzare l’Aula del Senato su un tema così delicato per tantissime famiglie della regione Campania”.

In questo caso il termine “famiglie” calza a pennello: il provvedimento che riprende largamente una proposta a suo tempo presentata e sostenuta dal Pd, che naturalmente ha votato la proposta Falanga, altro non è che un condono, un regalo all’abusivismo che tramite piccoli oboli acquista legittimità, un prezzo inevitabile da pagare all’illegalità, proprio in quella logica perversa che vede nell’azione senza regole e senza obiettivi, nello sfruttamento senza limiti, la via della crescita, nella semplificazione arbitraria, la scorciatoia per aggirare ostacoli a beneficio di pochi interessi, privati, ai danni di tutti e del bene comune. Sospensione delle demolizioni, riapertura dei termini del condono, riduzione die tempi concessi ai Comuni per decidere, pena lo scioglimento dell’amministrazione, se accogliere o respingere le istanze di sanatoria non ancora esaminate che giacciono nei cassetti del Municipio, sono i cardini del provvedimento, un vera e propria pietra tombale sopra gli abbattimenti, votata con entusiasmo perfino da eroine della lotta mediatica alla camorra, come la Capacchione. E suona perfino ridicola la gerarchia che si dà alle cosiddette priorità, che prevede in sostanza che si abbattano prima i manufatti pericolanti, poi quelli ancora non ultimati, poi quelli nei quali si svolgono attività criminali, notoriamente svolte alla luce del sole e facilmente accertate, a seguire: quelli nelle disponibilità della criminalità organizzata.

I cosiddetti eco-mostri arrivano solo al quinto posto, subito prima delle case in possesso di soggetti in stato di indigenza, e viene subito alle labbra il nome simbolico di Armellini, ma anche di tanti festosi possessori o occupanti dei ridenti quartieri satellite sorti intorno alla Reggia di Caserta e a Pompei, appartenenti certamente a quelle “famiglie” cui si riferisce il primo firmatario. Per la politica del Fare con le demolizioni non si fa abbastanza, meglio favorire il cemento irregolare in previsione di remore sanatorie, meglio promuovere l’abusivismo che da sempre e sempre di più rappresenta il più profittevole commercio tra imprese poco cristalline e la politica, altrimenti che voto di scambio sarebbe, meglio perseguire la strada del “costruttivismo” invece di quella della riparazione, del risanamento, meglio coprire il territorio di opere inutili e illegali che ridargli equilibrio, armonia, salute. meglio appagare l’avidità che la ragione.

E l’avidità si sa non è mai sazia: così annidata nel disegno di legge “Imu” – per l’esattezza nelle norme sui beni immobili pubblici – si cela l’ennesima misura pro – condoni edilizi, che permetterebbe all’Agenzia del demanio, previa autorizzazione dei ministeri dei Beni culturali, dell’Ambiente e del Ministero dell’economia e delle finanze e sentiti enti locali e associazioni, di vendere a trattativa privata immobili pubblici ad uso non prevalentemente abitativo, anche in blocco, consentendo di usufruire della possibilità di sanare irregolarità edilizie. Hanno in animo di divorare beni, risorse e territorio. Ma li hanno talmente intossicati che ormai sono condannati anche loro a morire di veleno.


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