Sono in mezzo al nulla giapponese, laddove internet nel cellulare neanche funziona, a tratti.
Sono andato al tempio il primo gennaio. C’era, manco a dirlo, una coda giapponese. Domani torno nella metropoli tentacolare, poi posto per bene…
Ecco comunque una testimonianza di coda giapponese di fronte al tempio. Si mettono in coda, per chi non lo sapesse, perché in Giappone pregare significa buttare monete in una vasca e battere le mani. Da qui due considerazioni: 1) ecco perché gli piace così tanto la fontana di Trevi
2) in Giappone i templi sono la seconda attività più redditizia dopo i pachinko. E qui urge meditare, ma nel prossimo episodio.
Dal mio iPhone con una tacca di campo è tutto, a voi la linea.