Magazine Diario personale

Dinosauri tecnologici alle prese con uno zenfone 2

Creato il 09 aprile 2015 da Denise D'Angelilli @dueditanelcuore

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Questo post è stato interamente scritto dallo Zenfone 2. Ho scaricato subito l’app di wordpress (che su iphone crashava continuamente), ho scritto il testo, caricato le foto, mi sono detta che se fossi riuscita nell’impresa allora lo Zenfone sarebbe diventato il mio nuovo migliore amico. Ecco qua, post pubblicato, benvenuto in famiglia.

Che cosa vuol dire, esattamente, essere un dinosauro tecnologico? Si può esserlo davvero nel 2015? Si può esserlo anche se si è un po’ nerd e si passano le proprie giornate davanti al pc o con il telefono in mano? Sì, se siete me si può. Insomma, ho (quasi) 26 anni, mica 97, sono presente su tutti i social, mi sono persino fatta il profilo linkedin per poter lavorare nel dorato mondo di chi può giustificare la sua assenza dalla vita reale con uno “sto lavorando”, eppure no, non è abbastanza. Sono quella che se le mail che manda finiscono nello spam mobilita gmail, gli amici, la swat e Barack Obama, quella che per mettere graficamente su questo blog ha dovuto accendere una quindicina di ceri a padre Pio e promettere notte a destra e a manca, quella che ha ancora l’agenda di carta. Io sono una di quelle persone che è contemporaneamente affascinata e spaventata dalla tecnologia, per la mia famiglia e per le mie amiche del liceo sono sempre stata quella che di queste cose ci capisce solo perché sapevo inserire la musica nell’ipod. So usare il minimo indispensabile, quando esco fuori dalla mia comfort zone impazzisco. Mio padre, anche in questo, era esattamente uguale a me: curiosava, si informava su tutto, poi quando si è comprato il samsung galaxy note sembrava un opossum con in mano un drone: spaventato, lo sfiorava delicatamente e ogni tot mi chiedeva “sì bello, ma come faccio a telefonà?”. Quel Samsung, poi, è passato tra le mie mani, insieme al resto dei suoi oggetti personali, e l’ho odiato sin dal primo momento perché, abituata a un blackberry, mi sembrava grande quanto il mio culo quando indosso la longuette leopardata. (Il blackberry, ovviamente, è la cosa peggiore che mi sia mai capitata tra le mani. Sì, anche peggio del mio ex). Massacrata emotivamente dalla grandezza di quel telefono ho deciso di passare a quello che viene spesso chiamato “il lato oscuro della forza”: ho preso un iphone. 4, quando già era uscito il 5s. Adesso non lo vendono nemmeno più. Usato. Con la memoria di 8 giga. Ha avuto una lunga vita, ma è giunto il momento del pensionamento: anche se al suo interno ci sono solo 3 app e 5 foto quel “memoria piena” mi perseguita giorno e notte, la fotocamera frontale ha sempre fatto schifo, l’altra fotocamera ormai regala delle avanguardistiche righe orizzontali alle mie foto. Un incubo.

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Mi piace spararmi un sacco di selfie, e questa non credo che sia una novità. Mi piace anche fare foto a tutto il resto, a tutto ciò che vedo, sono un incrocio tra quelle fastidiose persone che mettono le scarpe sulle sedie per fotografare le tavole imbandite dall’alto e i cinesi che fotografano anche le maniglie delle porte. Questo iphone 4 mi stava mangiando il cervello, così una mattina è arrivato il signor Asus che, dopo aver letto nella mia mente,  mi ha detto: “oh dolce Denai, mi fai un po’ pena con quel telefono sfasciato e con queste foto orribili, facciamo così: ti mando uno zenfone 2, vedi come ti trovi e raccontamelo”. Ed eccomi qua.

Se cercate le caratteristiche tecniche di questo gioiellino qui non le troverete di certo perché, essendo pur sempre un dinosauro, non ho idea di cosa sia una ram. Le trovate tutte su zenfone.it dove qualcuno molto più preparato di me vi ha messo nero su bianco tutto ciò che questo gigante sa fare. Tutte cose che io probabilmente scoprirò tra un annetto buono.

Insomma ieri sera me ne stavo tranquillamente spaparanzata sul lettone a guardare la quinta puntata di 1992 e a cercare di capire se al tipo che sto sentendo interesso anche solo un po’ oppure no, quando ecco che Veronica entra in camera e mi smolla in mano la scatola dello Zenfone 2.

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Immaginate quindi la mia ansia quando ho realizzato che avrei dovuto imparare a usare un nuovo telefono, e il backup, e le suonerie diverse, e io non poter più usare la cover del milanese imbruttito.
Apro la scatola e…ma è enorme! Gigante! Una padella! Subito i brutti momenti con il Galaxy Note mi sono tornati alla mente annebbiandomi la vista ma no, signore e signori, ho capito una cosa importante: il futuro non può farci del male. Fino a qualche anno fa si giocava a “chi ha il telefono più piccolo vince”, ma non è più così da tempo. Vogliamo vedere i film, le serie tv, le tette della pischella su facebook, i capezzoli di Chris Evans, e vogliamo farlo bene, con tutto lo spazio necessario. Vogliamo i tablet, la definizione perfetta, i super schermi. Quindi non si può restare indietro ancorati al concetto di comodità, come quelle donne che vogliono sposarsi con le converse perché “no cioè sai che male ai piedi con i tacchi 15″. Non si può continuare a fare finta che questo non sia il trend del momento. Non si può continuare a perdere i decimi per guardare i video su youtube. E poi, donne, parliamoci chiaro: questo avvento delle cose sempre più grosse è tutto a nostro favore. If you know what i mean. Ok, è grosso, facciamocene una ragione e facciamoci l’abitudine.
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(Citazione di altissimo livello culturale che spero coglierete al volo).

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La grandezza è quella di una mia mano, e chi mi conosce sa che le mie mani sono davvero giganti, dita lunghe da pianista che non sono mai stata e insomma se vi smollo una sberla vi faccio fare le piroette per dieci minuti manco foste a notti sul ghiaccio. Lo schermo praticamente è grande come quello del mio net book. Quindi no, non potete metterlo nella tasca dei jeans e no, non potete metterlo nella mini pochette grande come un pacchetto di sigarette quando andate a ballare. Uscite con una borsa leggermente più grande o mettetevelo con una catenina di perline al collo come gli occhiali di una professoressa di arte delle superiori.

Fino a stamattina le mie conclusioni sono le seguenti:

– (momento femminuccia) è esteticamente carinissimo. NERO, perché per me non esistono telefoni che non siano neri, semplice, lineare, sottile, leggero, di classe e con un retro morbidissimo tipo le mie gambe quando mi depilo;

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– potete spararvi dei selfie che ciao;

– potete fotografarvi le cosce al mare o sul letto mentre indossate le parigine e prendere un sacco di like ma fate attenzione perché la qualità della fotocamera è talmente alta che se siete di quelle che non si depilano le cosce perché “tanto non si vedono” beh, si vedranno;

– pare che la batteria duri in eterno, e in effetti ieri era al 20 % e nonostante sia stata lì a smanettare tutto il tempo tra foto e app stamattina era ancora al 15%, il che vuol dire che non dovrò più girare con tre carica batterie portatili in borsa o chiedere nei peggiori bar di Caracas se per piacere possono mettermi a caricare il telefono, che non devo tenere la luminosità a zero rischiando la vista e facendo finta che mi piace così perché siccome sono decadentista nella mia vita voglio solo buio;

– ho potuto scaricare di nuovo tutte quelle app che nel vecchio telefono non entravano: quella per fare gli addominali (giuro), l’ukulele, la loop station per fare una Skrillex in gonnella e farmi cacciare di casa dalle mie due coinquiline, ottocento app fotografiche e pure quella per tenere sotto controllo il ciclo;

– è piaciuto anche alla mia amica Miley.

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E voi? Avete uno zenfone? Avete qualcosa da dire al signor Asus, così gli porto i vostri messaggi? Avete qualche consiglio per me, così faccio bella figura?
Riuscirà il nostro dinosauro tecnologico a trasformarsi in una tipa super dopo? Riuscirà a non impazzire con un telefono di ultima generazione?
Ci sentiamo presto, così vi inondo di selfie e vi dico come sopravvivere al passaggio Ios-Android senza il bisogno di andare dall’analista.



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