FUORI CAMPO - Rubrica dedicata all’illustrazione e al fumetto
Cristina Portolano è nata a Napoli nel 1986, è illustratrice e fumettista. Si è specializzata all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Qui il suo sito.
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Vengo da Napoli. Sono a Bologna da nove anni. Vado sempre verso nuove avventure e nuove città.
Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Disegno da quando rompevo le punte dei rapidograph di mio padre e ho capito che il disegno è una cosa seria nel momento in cui, cogliendomi sul fatto, lui mi sgridò in maniera brutale. Mi sono avvicinata al mondo dell’illustrazione frequentando l’Accademia di Belle Arti di Bologna. In realtà volevo solo saperne di più in materia di fumetti, che ho cominciato a leggere in prima elementare, e invece mi sono ritrovata a fare anche altro, per fortuna.
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Non ho un metodo vero e proprio. Cerco di non farmi influenzare dalle ricerche visive che comunque svolgo. Se un nuovo progetto è scritto da qualcun altro, prima leggo attentamente il testo, poi lo interpreto e alla fine raccolgo le immagini, quelle che arrivano più spontaneamente. Se si tratta invece di progetti personali li lascio sedimentare fino a quando non avverto l’esigenza di iniziare a lavorare, all’inizio in modo confuso e casuale, poi sempre più con attenzione e cura del dettaglio, insomma con metodo, quello necessario per continuare a lavorare e concludere.
Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Sì, ce ne sono moltissimi e non soltanto nel campo delle arti visive. Facendo qualche nome a caso, penso a Davide Toffolo, Robert Crumb, Adrian Tomine, Daniel Clowes, Raymond Carver, Elsa Morante, Milan Kundera, Vincenzo Gemito, Mimmo Jodice, Ferdinando Scianna, Matteo Garrone, i 24grana, Frida Kahlo, Edward Hopper, Jessica Abel e via così insomma. Sono questi i riferimenti fondamentali grazie ai quali ho maturato il mio sguardo.
C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
Ci sono varie case editrici che apprezzo tantissimo sia per la scelta editoriale e la cura con cui pubblicano i libri, sia per tutte le altre attività che svolgono e ti consentono di arrivare ai loro libri. Tra le case editrici italiane dico Topipittori (per l’illustrazione) e Canicola (per il fumetto). Tra quelle estere mi piacciono Mami Verlag (http://www.mamiverlag.de) e le edizioni Atrabile.
Il mercato dell’illustrazione parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane illustratore?
Il mercato parla tutte le lingue se c’è qualcuno disposto a farlo parlare. Di opportunità ce ne sono molte, ma credo che sia necessario innanzitutto capire che cosa si sta cercando per non sprecare inutilmente energie. È vero che tutto serve nella vita, anche fare cose inutili, ma bisogna avere un buon livello di autoconservazione e una buona dose di passione.
Un tuo commento sulla nuova collana ISOLA.
La collana ISOLA è un esperimento interessante, anche per i disegnatori che vengono coinvolti, e utile per conoscere meglio il linguaggio della poesia. Io per esempio ne sono completamente digiuna. Sono felice di aver avuto la possibilità di illustrare un poeta, anche se come primo approccio alla poesia leggere Raimondo Iemma non è stato facilissimo. Lo ammetto.
Che cosa c’è da leggere sul tuo comodino?
In questo momento ci sono libri di storia dell’arte, Gli amori difficili di Italo Calvino e la raccolta di racconti Da dove sto chiamando di Raymond Carver.