FUORI CAMPO - Rubrica dedicata all’illustrazione e al fumetto
Rita Petruccioli è nata a Roma dove vive e lavora come illustratrice free lance.
http://www.ritapetruccioli.net/
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Vengo da Roma, sono a Roma e vado ovunque, anche a Roma.
Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Ho sempre disegnato, ma fino all’adolescenza mi sono dedicata soprattutto al fumetto. Poi, crescendo, ho capito che il mio metodo narrativo era più concentrato in una sola immagine e quindi più illustrativo. Quando ho cominciato a studiare all’Accademia di belle arti, ho focalizzato sempre più la mia ricerca sul racconto per immagini e sul libro d’artista e allora sono andata ad approfondire questi aspetti in Francia e ho deciso che volevo fare libri.
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Il mio metodo è inizialmente abbastanza razionale, soprattutto se sto lavorando a una commissione: faccio un brainstorming, appunto le parole chiave e comincio a schizzare i concetti. Disegno dapprima con i pastelli colorati, usando un colore per ogni fase del disegno. Quando sono convinta scansiono e lavoro con la tavoletta grafica su Photoshop. Se sono particolarmente ispirata e non ho deadline, lavoro ad acrilico nero su plastica e poi rielaboro al computer.
Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Sì, nell’ambito del fumetto e dell’illustrazione sicuramente Giorgio Cavazzano, Lorenzo Mattotti e David B., in un ambito artistico più ampio la secessione viennese, Gustav Klimt, Karl Otto Czeschka, il Bauhaus e Bruno Munari.
C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
Difficile dirne soltanto una. In Italia apprezzo molto il lavoro di Orecchio Acerbo, di Corraini e Isbn, all’estero le edizioni Planeta Tangerina, Hèlium, Atrabile e Warum per citarne alcune.
Il mercato dell’illustrazione parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane illustratore?
Penso che in Italia ci siano ottimi illustratori ma francamente non sono molto ottimista nei confronti di un loro concreto inserimento nel mercato editoriale. Ci sono molti talenti in giro e un mercato sempre più ristretto. A volte ho la sensazione che in Italia dovrebbe essere spiegato il ruolo dell’illustratore, in altri momenti penso che dovrebbe essere spiegato agli illustratori il ruolo dell’Italia. Indipendentemente dalle reali possibilità di vivere di questo mestiere, ritengo che sia doveroso per ogni illustratore, esordiente o esperto, avere uno sguardo internazionale e tentare nuove strade anche all’estero. E nel caso il mercato editoriale non lo corrisponda, di crearsene uno proprio, autoproducendosi.
Puoi consigliarci un libro?
Henri’s walk to Paris illustrato da Saul Bass e scritto da Leonore Klein, edito nel ’62 da Young Scott Books, pubblicato in Italia da Corraini.
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