quanto accaduto giovedì 3 dicembre durante l’amichevole di Busto Arsizio tra la Pro Patria e il Milan è l’immagine simbolo di un uomo esasperato dai continui e odiosi cori razziali,un uomo che finalmente si ribella sparando la palla in un gesto liberatorio come a voler dire che in una società che si ritiene civile il colore della pelle non deve fare la differenza così come le ideologie politiche o il proprio credo religioso. avere la pelle nera non deve essere una colpa da pagare a vita o un marchio che ti porti addosso per sempre. una società che si ritiene civile non può permettere tutto questo altrimenti è civile solo a parole,è multirazziale solo a parole dando inizio al festival dell’ipocrisia dove l’imperativo è apparire non essere nascondendosi dietro la maschera del perbenismo a tutti i costi,perbenismo cercato e ostentato in varie troppe occasioni. mi domando quanti Boateng o Super Mario vivono e subiscono ogni giorno la drammatica realtà di questa assurda forma violenza chiamata razzismo.la vivono in silenzio perchè sono persone anonime lontane dalle telecamere o dai taccuini dei cronisti pertanto non hanno la possibilità di esprimere il loro dolore,la loro esasperazione. se Boateng può privilegiare di tanta dovuta solidarietà perchè il suo essere famoso gli permette di comunicare la sua giustificatissima rabbia attraverso i mass-media,agli anonimi “colpevoli” come lui e Super Mario di avere la pelle nera non è concesso e continuano silenziosi a subire la l’gnoranza degli idioti,il razzismo. il grave episodio accaduto giovedì deve essere uno spunto di riflessione,una valida occasione per mettersi una mano sulla coscienza e domandarsi se il nostro lungo silenzio non sia stato in qualche modo involontario complice di questi idioti che vedono nella violenza l’unica fede assoluta e i campi di calcio come il loro tempio per professare tale discutibilissima fede. è vero,per troppo tempo abbiamo lasciato che i nostri stadi venissero trasformati in veri e propri campi di battaglia,terreno fertile per qualsiasi forma di violenza. un tumore la cui gravità è stata a lungo sottovalutata declassandola a episodi isolati pertanto destinati a sparire in breve tempo.così non è stato purtroppo,la leggerezza di tale considerazione ora chiede il conto a tutta la società in primis ai vari Super Mario e Boateng che popolano la nostra penisola. abbiamo lasciato che questo tumore andasse in metastasi mietendo vittime sugli spalti. la mia generazione,sono del’66,ha vissuto in diretta la strage dello stadio Heysel a Bruxelles in quella maledetta sera del 29 maggio 1985. doveva essere una serata di festa dedicata a un’ambitissima competizione calcistica, la finale di Campion’s League all’epoca Coppa dei Campioni,tra Liverpool e Juventus,la serata di festa si trasformò in una serata di morte lasciando sugli spalti 29 vittime,vittime che suonano come un bollettino di guerra nella cronaca nera. ma come sempre succede il clamore e l’indignazione si spensero con il passare del tempo così come i riflettori mediatici mondiali su quella violenza tanto assurda quanto distruttiva. chiudemmo un occhio passato lo sgomento,poi un altro fino a diventare ciechi e per questo involontari complici di certi imbarazzanti individui che vedono nella criminale violenza l’unico strumento di comunicazione,l’unico loro credo religioso. riapriamo gli occhi e lasciamo costantemete accesi i riflettori su questi gravi episodi affinchè non vengano più dimenticati e tramandiamo tale ricordo alle future generazioni se vogliamo veramente che la nostra società diventi finalmente civile e multirazziale,vivibile per tutti senza distinzione alcuna. lo dobbiamo a Boateng,Super Mario,a Morosini “colpevole”di avere avuto un’ideologia politica di sinistra,lo dobbiamo ai vari Boateng,Super Mario e Morosini anonimi che ogni giorno subiscono silenziosamente la violenza degli idioti. gridiamo ad alta voce che per noi la violenza è…fuori gioco.
quanto accaduto giovedì 3 dicembre durante l’amichevole di Busto Arsizio tra la Pro Patria e il Milan è l’immagine simbolo di un uomo esasperato dai continui e odiosi cori razziali,un uomo che finalmente si ribella sparando la palla in un gesto liberatorio come a voler dire che in una società che si ritiene civile il colore della pelle non deve fare la differenza così come le ideologie politiche o il proprio credo religioso. avere la pelle nera non deve essere una colpa da pagare a vita o un marchio che ti porti addosso per sempre. una società che si ritiene civile non può permettere tutto questo altrimenti è civile solo a parole,è multirazziale solo a parole dando inizio al festival dell’ipocrisia dove l’imperativo è apparire non essere nascondendosi dietro la maschera del perbenismo a tutti i costi,perbenismo cercato e ostentato in varie troppe occasioni. mi domando quanti Boateng o Super Mario vivono e subiscono ogni giorno la drammatica realtà di questa assurda forma violenza chiamata razzismo.la vivono in silenzio perchè sono persone anonime lontane dalle telecamere o dai taccuini dei cronisti pertanto non hanno la possibilità di esprimere il loro dolore,la loro esasperazione. se Boateng può privilegiare di tanta dovuta solidarietà perchè il suo essere famoso gli permette di comunicare la sua giustificatissima rabbia attraverso i mass-media,agli anonimi “colpevoli” come lui e Super Mario di avere la pelle nera non è concesso e continuano silenziosi a subire la l’gnoranza degli idioti,il razzismo. il grave episodio accaduto giovedì deve essere uno spunto di riflessione,una valida occasione per mettersi una mano sulla coscienza e domandarsi se il nostro lungo silenzio non sia stato in qualche modo involontario complice di questi idioti che vedono nella violenza l’unica fede assoluta e i campi di calcio come il loro tempio per professare tale discutibilissima fede. è vero,per troppo tempo abbiamo lasciato che i nostri stadi venissero trasformati in veri e propri campi di battaglia,terreno fertile per qualsiasi forma di violenza. un tumore la cui gravità è stata a lungo sottovalutata declassandola a episodi isolati pertanto destinati a sparire in breve tempo.così non è stato purtroppo,la leggerezza di tale considerazione ora chiede il conto a tutta la società in primis ai vari Super Mario e Boateng che popolano la nostra penisola. abbiamo lasciato che questo tumore andasse in metastasi mietendo vittime sugli spalti. la mia generazione,sono del’66,ha vissuto in diretta la strage dello stadio Heysel a Bruxelles in quella maledetta sera del 29 maggio 1985. doveva essere una serata di festa dedicata a un’ambitissima competizione calcistica, la finale di Campion’s League all’epoca Coppa dei Campioni,tra Liverpool e Juventus,la serata di festa si trasformò in una serata di morte lasciando sugli spalti 29 vittime,vittime che suonano come un bollettino di guerra nella cronaca nera. ma come sempre succede il clamore e l’indignazione si spensero con il passare del tempo così come i riflettori mediatici mondiali su quella violenza tanto assurda quanto distruttiva. chiudemmo un occhio passato lo sgomento,poi un altro fino a diventare ciechi e per questo involontari complici di certi imbarazzanti individui che vedono nella criminale violenza l’unico strumento di comunicazione,l’unico loro credo religioso. riapriamo gli occhi e lasciamo costantemete accesi i riflettori su questi gravi episodi affinchè non vengano più dimenticati e tramandiamo tale ricordo alle future generazioni se vogliamo veramente che la nostra società diventi finalmente civile e multirazziale,vivibile per tutti senza distinzione alcuna. lo dobbiamo a Boateng,Super Mario,a Morosini “colpevole”di avere avuto un’ideologia politica di sinistra,lo dobbiamo ai vari Boateng,Super Mario e Morosini anonimi che ogni giorno subiscono silenziosamente la violenza degli idioti. gridiamo ad alta voce che per noi la violenza è…fuori gioco.
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