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Insomma, in linea generale si ha l'esigenza di darsi una spiegazione, di quanto intorno accade, il più possibile coerente con quello che già pensiamo. Secondo Leon Festinger ( uno dei padri della psicologia sociale) quando i dati della realtà contraddicono in modo radicale la coerenza di idee ed emozioni di determinati individui e gruppi sociali, si produce una dissonanza, che può anche portare a veri e propri disturbi cognitivi, per cui i soggetti arrivano sinceramente a credere a fatti inesistenti o a spiegazioni assurde, pur di ristabilire la consonanza con le proprie idee di fondo, e evitare le emozioni sgradite.
Detto questo, a proposito di dissonanza e consonanza, si potrebbe analizzare il caso Fidenza dove quel che rimane del Pdl -azioni e dissociazioni- calzerebbe benissimo come esempio esplicitativo, ma la cosa sta diventando pateticamente noiosa ed allora ritorniamo ad un classico: l'antiberlusconismo, che anche oggi occupa tanta parte del dibattito politico italiano, sembra basarsi in buona parte su questi fenomeni di psicologia sociale.
I mezzi di comunicazione hanno svolto e tuttora esercitano un ruolo decisivo nel determinarli.
Nel caso, la teoria di fondo dell'antiberlusconismo poggia dunque su una narrazione mediatica piuttosto elementare: la politica italiana da più di quindici anni si troverebbe in una situazione di emergenza morale e di progressivo degrado, a causa dell'eccezionalità della “discesa in campo” di un imprenditore geniale e scaltro, il quale tuttavia sarebbe mosso esclusivamente da interessi egoistici, e da scopi sostanzialmente immorali e/o illegali.
In quest'ottica, Berlusconi sarebbe riuscito a coagulare attorno alla propria azione politica sia una élite dominante che sostanzialmente condivide i suoi obiettivi, sia un vasto elettorato che si è lasciato sedurre da tanta spregiudicatezza.
Se la maggoranza degli elettori ha finora concesso più volte a Berlusconi di salire al governo, secondo qualche monotono critico, ciò non sarebbe avvenuto in quanto ne condividessero le idee e le proposte politiche, come in ogni normale sistema democratico. ma. al contrario, il potere del satrapo di Arcore si baserebbe su un analogo deficit di moralità e di senso della giustizia sociale, caratteristico dei cittadini che gli danno fiducia, e nel contempo sulle scarse capacità intellettive di questi ultimi, che li avrebbe portati a lasciarsi sedurre dalle promesse dei mezzi di comunicazione abilmente gestiti dal “tiranno”.
Mi scappa da ridere, In virtù di questa narrazione di fondo, la classica demarcazione amico/nemico, sulla base della quale nasce il confronto politico in Italia ha assunto forti connotati etici.
Oggi, nel nostro Paese, l'odio ideologico non è più basato su una teoria generale relativa alla società e ai suoi bisogni (la rivoluzione imminente, la giustizia sociale, il sistema economico da riformare, ecc.). Piuttosto, siamo in presenza di una teoria di tipo etico, riguardante un solo individuo e i suoi sodali.
In Italia, infatti, a differenza di quanto continua a avvenire nelle altre democrazie occidentali, il dibattito politico non si basa quasi più sul confronto – oppure sullo scontro – di diverse interpretazioni della realtà.
I media più influenti, al contrario, cercano di orientare l'opinione pubblica sulla base di vere e proprie narrazioni fantastiche, che sostengono la grande narrazione di fondo dell'antiberlusconismo, e per tale scopo possono prescindere completamente dall'esperienza del reale. Questo modo di procedere è reso possibile in quanto il giornalista può contare su un pubblico che non si attende di apprendere notizie, quanto di sentirsi raccontare quelle narrazioni, e vai con ll bunga bunga, le foto rubate, le telefonate divulgate, gli avvisi di garanzia e i capi d'imputazione che diventano sentenze, pentiti che diventano oracoli e magistrati che diventano deputati...
In tutto questo, colpisce il fatto che noi non viviamo in un mondo solido e dunque estremamente instabile, un mondo di immagini e narrazioni che, grazie ad internet e alla tecnologia delle comunicazioni di massa, sta assumendo una specie di carattere allucinatorio.
A questo punto, in un momento di forte crisi economica-finanziaria, con una casta partitica senza vergogna che, mentre chiede ai cittadini sacrifici, spende e spande, non sia una cosa difficile da capire; la gente sente, e non le si può dare torto, che le idee politiche attualmente disponibili, per come si presentano, non meritano certo un impegno civile.
In questo contesto nasce FiD, Fermare il Declino, una forza politica – completamente diversa dalle esistenti – che induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica. mentre i partiti, di questi tempi impegnati nel quotidiano balletto dedicato ad alleanze, scomuniche, riabbracci, palinodie e improbabili accostamenti, anche in questo sono la conferma del declino al quale le vecchie forze politiche continuano a portare il paese.
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