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Furio Scarpelli: Tormenti – Velleità, illusioni e smarrimenti nell’Italietta del Ventennio

Creato il 24 maggio 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Tormenti è costruito come un lungo flashback romano incastrato fra un prologo e un epilogo spagnoli. Nelle prime pagine troviamo Lolli e Mario sulla strada per raggiungere il centro di arruolamento delle Brigate Internazionali; Mario sarà arruolato e inviato a Guadalajara, mentre Lolli, scartata, lo guarderà allontanarsi dopo aver tentato di trattenerlo. Nella chiusura vediamo Mario e Rinaldo coinvolti in un dialogo di saggezza surreale dalle parti opposte della linea del fronte e inconsapevoli dell’altrui identità. Nel mezzo, la vicenda di Lolli e il triangolo amoroso, con la sua scia di pene d’amore, passioni, velleità di scalata sociale e illusioni di ritrovata giovinezza, piccoli scandali, speranze, delusioni e litigi furenti e plateali, con lacrime, pistole, schiaffi e umiliazioni.

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L’intreccio di Tormenti è quindi fondamentalmente quello di un melodramma, che però Furio Scarpelli (che da solo e insieme al suo complice Age scrisse pagine fondamentali del cinema italiano, da La Grande Guerra a N: Io e Napoleone) narra nel registro del grottesco, realizzato tramite la tensione fra il testo, dal tono ironico e semmai venato di una sorta di indulgenza, e le figure, soprattutto i volti dei personaggi, che paiono sempre immersi in una recita, loro sì (finalmente) protagonisti di una vicenda come quelle del cinematografo.
È anche una vicenda di scontro di velleità, di ricerca di una vita diversa da quella vissuta: Lolli che diventa la mantenuta di Rinaldo e si veste e acconcia come un’attrice, nella speranza di lasciarsi indietro la stireria, i clienti, le loro sgarbatezze e i loro squallori; Rinaldo che corteggia e circuisce la ragazza in fondo anche per avere qualcuno a lui abbastanza inferiore (socialmente e culturalmente) da cui essere rispettato, temuto, forse adorato, che gli offra insomma la visione di sé che lui stesso desidererebbe vera e che, scopriamo, la famiglia gli nega (impressionante la scena in cui costringe Lolli a scrivere il suo diario sotto sua dettatura). E infine Mario, che, trascinato dai suoi ideali politici, vuole vivere e costruire il suo sogno di libertà e lotta individuale e collettiva contro il fascismo.

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Il lavoro che ci troviamo a leggere, di cui esiste anche una trasposizione cinematografica, basata sullo stesso corpus di disegni, è uscito postumo (Scarpelli è morto nel 2010), ma, da quanto si evince dalle note editoriali, sostanzialmente completo.

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Scarpelli lo costruisce mescolando prosa, illustrazione e fumetto, e utilizzando nella parte visuale tecniche miste: colore, bianco e nero, schizzo, ritratto accurato, tavola. La ripartizione d’uso vede generalmente la prosa costruire il contesto delle scene e dare il tono della vicenda, mentre il disegno mette in scena i dialoghi. Le due parti si sorreggono e rimandano a vicenda, complementari e reciprocamente necessarie.
La prosa è scritta in forma di voce narrante da osservatore esterno (narratore onnisciente), che si concede quindi intuizioni e commenti su quanto avviene. Senza però mai mutare l’ironia in sarcasmo, perché in fondo racconta una saga di perdenti: Rinaldo perde il proprio posto in famiglia e in società e la sanità mentale (sebbene divenga una sorta di idiot savant, capace di verità scomode), Lolli perde le proprie speranze di una vita in qualsiasi modo migliore e Mario, lo possiamo dire con il senno di poi, perde tutto.
Scarpelli dimostra verso i protagonisti più pietà che intenti moraleggianti: alla fine, anche Rinaldo suscita più pena che riprovazione, mentre Lolli è tratteggiata nella sua furbizia velleitaria, mescolata inestricabilmente a un desiderio di riscatto sociale, che non può essere che individuale, in certa misura egoista, a differenza del sogno di Mario, che immagina certo un mondo migliore per tutti.
Furio Scarpelli: Tormenti – Velleità, illusioni e smarrimenti nell’Italietta del Ventennio> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="119" width="200" alt="Furio Scarpelli: Tormenti Velleità, illusioni e smarrimenti nellItalietta del Ventennio >> LoSpazioBianco" class="wp-image-51354 alignright" />Attorno a loro, famiglie, passanti, negozianti, soldati, tutta un’umanità delineata con pochi tratti e dialoghi, tutti efficaci e mai sopra le righe, sbalzati con arte dall’intreccio con precisa personalità. Così lo strozzino, i familiari di Rinaldo, la madre di Lolli, l’ufficiale medico del corpo di spedizione fascista, Scarpelli li mette in scena con grande forza di impatto, rendendoli parte fondamentale della resa d’ambiente.

L’intreccio di Tormenti è profondamente radicato in un preciso momento storico, ma tutti i dettagli delle vicende e dei personaggi sono invece radicati in una precisa tipologia di natura umana, che Scarpelli, attraverso la prosa e il disegno, fa emergere dalla pagina nella loro ricchezza, nelle loro contraddizioni, ingenuità, slanci e meschinità.
Ultima notazione: l’architettura di Tormenti indica anche un’interessantissima modalità di composizione, che speriamo venga ulteriormente esplorata da altri autori ed editori.
Infine, utili e interessanti le note editoriali che accompagnano il volume, che in coda offre anche una galleria di schizzi e disegni della fase preparatoria.

Abbiamo parlato di:
Tormenti
Furio Scarpelli
– 2011
128 pagine, brossurato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788817053488

 

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