Magazine Cinema
Regia: James Wan
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 140'
Attori principali: Paul Walker, Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Dwayne Johnson, Ludacris, Tyrese Gibson, Jason Statham, Kurt Russell
Chi vi scrive è uno che tra i pochi DVD acquistati e custoditi gelosamente ha il primo capitolo della saga, di cui conosce tutte le battute a memoria, che quando pensa a “film d’azione” pensa a Point Break, non perché ormai viene citato ogni due minuti quando si parla di F&F ma perché “Oh ma come si chiamava il film quello là coi surfisti con le maschere” mio padre me lo chiede in media una volta l’anno dal ’94.
Partiamo col dire una cosa, i film della saga di F&F non sono film per tutti. In genere quest’espressione viene riservata per film particolarmente impegnativi ma in questo caso è l’esatto contrario. Se da piccolo non hai sognato di guidare una Supra arancione con improbabili adesivi sulle fiancate, il piccolo tamarro che è in te non lo risvegli nemmeno con un bazooka-spara-airmax. Se invece sei uno a cui l’odore dell’olio di ricino fa un effetto simile a quello delle madeleine su Proust rievocando motorini elaborati, macchine elaborate, monopattini elaborati, lavatrici elaborate... Allora è molto probabile che anche tu sia affezionato a questa saga.
Il settimo capitolo, come tutti sapevamo, sarebbe stato per forza di cose singolare: Paul Walker, l’attore protagonista-mai-protagonista dell’intera saga, è morto quasi due anni fa a bordo di una Carrera GT. Vedere quindi un film con l’idea fissa che il protagonista a un certo punto tirerà inevitabilmente le cuoia non è esattamente il massimo. Ti impone uno stato di tensione che normalmente il film non riuscirebbe a raggiungere neanche pregando in sanscrito. Sono comunque piuttosto felice per il fatto che Brian O’Conner abbandoni in maniera dignitosa il micromondo che l’ha visto protagonista-mai-protagonista per quattordici anni.
Dopo Rob Cohen, John Singleton e Justin Lin (per quattro volte di fila) è arrivato il turno di James Wan alla regia. Tutti indignati. Tutti indignati perché un regista giovane e bravo che ha tirato fuori roba interessante ha accettato di prendere una barcata di soldi per girare un film dal successo assicurato con un budget enorme. Eggià, proprio uno stronzo.
Il risultato è facilmente prevedibile. A ogni capitolo della saga, il livello di esagerazione è andato via via crescendo sempre di più. Lasciatemelo dire, questa volta non riuscirete neanche a immaginare quanto. La saga di F&F si è evoluta passo dopo passo, partendo da un “Point Break con le macchine” fino ad arrivare a una specie di The Avengers. I personaggi non sono più uomini, sono supereroi (ricordatevi ciò che sto dicendo ogni volta che inquadreranno Dwayne Johnson aka The Rock) e quando fai un film coi supereroi prendi la realtà, la accartocci, ci fai due palleggi e la butti nel cesso. Guardare Dominic Toretto attraversare tre grattacieli a bordo di una macchina da tre milioni di euro non è un’esagerazione inverosimile, è una cosa fottutamente divertente, punto. E The Rock che abbatte un drone dotato di lanciamissili è cosa buona e giusta.
Il film risulta tecnicamente ben girato, il ritmo è elevatissimo tanto che 140 minuti scorrono senza accorgersene e c’è la solita commistione di generi che è stata introdotta coi capitoli precedenti: si ride, ci si gasa, si tenta di far scendere la lacrimuccia. Inevitabilmente chi è cresciuto con questa saga finirà per farselo piacere indipendentemente da tutto, chi la odia a prescindere probabilmente non cambierà idea. Da un punto di vista globale Fast & Furious 7 è probabilmente secondo solo ed esclusivamente al primo capitolo della saga, di cui risulta essere la degna conclusione. È già in lavorazione un ottavo capitolo per questioni puramente legate al franchising ma come avrete modo di rendervi conto, questa è l’unica e vera fine e va benissimo così.
Ingmar Bèrghem
Possono interessarti anche questi articoli :
-
“Le mie parole d’acqua” di Maria Luisa Mazzarini. Recensione di Lorenzo Spurio
Le mie parole d’acqua di Maria Luisa Mazzarini Edizioni Divinafollia, Caravaggio, 2015 Recensione di Lorenzo Spurio “Le mie parole d’acqua” (2015) Dopo Lantern... Leggere il seguito
Da Lorenzo127
CULTURA, LIBRI -
La tua estate con Adelphi
Rodolfo Sonego e Il racconto dei racconti Se c’è una Casa Editrice che fa andare sul sicuro il lettore questa è Adelphi, vera e propria garanzia di qualità,... Leggere il seguito
Da Signoradeifiltriblog
ARTE, CULTURA -
ANTONELLA CILENTO e VANNI SANTONI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di...
ANTONELLA CILENTO e VANNI SANTONI ospiti di “Letteratitudine in Fm” di mercoledì 1 luglio 2015 - h. 9:10 circa (e in replica nei seguenti 4 appuntamenti:... Leggere il seguito
Da Letteratitudine
CULTURA, LIBRI -
A me la tua mente: il progetto mk ultra (prima parte)
Un piccolo documentario, anzi meglio una denuncia sulla manipolazione mentale made in Italy. Preparai questi video tempo addietro e poi li lasciai decantare... Leggere il seguito
Da Marta Saponaro
CULTURA, DIARIO PERSONALE, PARI OPPORTUNITÀ, PER LEI -
Quattro chiacchiere e un caffè con... Francesca Angelinelli!
Buon pomeriggio, cari lettori! ^^Oggi sono qui per con un appuntamento speciale di "Quattro chiacchiere e un caffè con...", rubrica di interviste e curiosità. Leggere il seguito
Da Francikarou86
CULTURA, LIBRI -
Murlo (siena): bluetrusco | i cavalli, il palio di siena e gli etruschi
Nell’ambito della prima edizione dell’unico grande festival dedicato agli Etruschi, in programma dal 3 luglio al 2 agosto a Murlo (Siena), domenica 5 luglio all... Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ