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Fusilli al pesto di radicchio,martini e noci.

Da Micol

La prima descrizione di cosa fosse un cocktail risale al 1806, apparve sul periodico americano The Balance e suonava così: «Una bevanda stimolante composta da diversi alcolici, zucchero, acqua e bitter». Anche qui, l’origine della parola è oscura, ma la si fa risalire all’inizio di quel secolo, quando l’esercito americano degli Stati Uniti del Sud entrò in contrasto con il re messicano Axolotl VIII. Nei negoziati che ne seguirono, il sovrano chiese al generale americano se volesse bere qualcosa, e questi acconsentì. Apparve allora una ragazza bellissima, con in mano una coppa di oro e di rubini colma di un liquido da lei stessa preparato. Ci fu un attimo di silenzio e di preoccupazione. Chi avrebbe bevuto per primo e/o da solo? La giovane risolse il problema chinando reverentemente il capo e bevendo di un fiato dalla coppa. Il generale chiese chi fosse quella fanciulla: «È mia figlia Coctel» replicò il re. «Bene, farò in modo che il suo nome sia per sempre onorato dal mio esercito». Coctel divenne coktail e questo è quanto basta.È comunque con la seconda metà dell’Ottocento che il termine assunse veramente il suo significato moderno, in contemporanea con il sorgere dei primi grandi alberghi internazionali e con l’apparire della prima vera clientela cosmopolita. Ed è allora, del resto, che il Martini nasce negli Stati Uniti e ne diventa per molti versi l’incarnazione.
Grandi alberghi e clientela cosmopolita, abbiamo detto. Aggiungeteci un bancone da bar di quelli in legno scuro, luci basse, fumo di sigarette, cuoio sulle poltrone, scrittori d’oltreoceano e sarà subito chiaro di che cosa stiamo parlando. L’età d’oro dei cocktail è stata quella, la prima metà abbondante del XX secolo, il secolo americano per eccellenza, ma degli americani innamorati dell’Europa.
Un doppio Martini è la perfezione dei sensi,come non perdersi di fronte a un flûte di cristallo dal gambo lungo che poi si allarga come fosse una piramide rovesciata, colmo fino all’orlo di un liquido perlaceo eppure trasparente che alla luce manda riflessi giallognoli e nel quale ti puoi specchiare? Una volta bevutolo, senti lo stomaco allargarsi e nel corpo una sensazione di quieta felicità e quando fai il bis comincia a impadronirsi di te una sottile euforia, come se niente al mondo ti possa o ti debba preoccupare.

....tutto questo prologo solo per dirvi che nel mio pesto ho messo un goccetto di Martini.......ebbene si..........PESTO DI RADICCHIO,NOCI,SCALOGNO E MARTINI BIANCO.

  • 1 cespo di radicchio di Treviso (quello lungo)
  • 2 scalogni
  • 1 bicchierino di Martini bianco
  • 50 gr di noci
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • pepe
Dopo averlo lavato;tagliare il radicchio a listarelle.Scaldare in una padella un filo di olio e farvi appassire i due scalogni tritati (se serve aggiungere un goccio di acqua per evitare che bruci).Aggiungere quindi il radicchio e sfumare il tutto con il bicchierino di Martini;salare e pepare.Far cuocere il tutto per una decina di minuti dopodiche' raccogliere il tutto in un contenitore dai bordi alti .Aggiungere le noci ,un filo di olio e con un mixer ad immersione frullare il tutto per qualche minuto (se il composto dovesse essere troppo asciutto aggiungere acqua).Rimettere il pesto cosi ottenuto in padella a calore moderato.Una volta cotta la pasta versarla nella padella insieme al pesto,aggiungere parmigiano a piacere e un filo di olio a crudo. 

FUSILLI AL PESTO DI RADICCHIO,MARTINI E NOCI.

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