“Lasciate ogni speranza o voi che entrate” e voi indecisi se leggere o meno questo romanzo, Gabriel’s Inferno. Tentazione e castigo, di Sylvain Reynard, rinunciateci da subito, ve ne prego. L’idea è originale: una trilogia. Solo che in questo caso invece di scopazzare come ricci per 500 pagine, la faccenda rimana casta, e vergine, fino a pagina 568 (circa).
Verso pagina 400 si intuisce che il lui protagonista , bello, ricco e psicodramma dipendente, ha un passato da dominatore, anche se non è chiaro in realtà potrebbe essere il dominato. Lei, Julia, è rigorosamente vergine, imbranata, bellissima, una sorta di madonna destinata a comprendere e perdonare.
In realtà i due si sono già incontrati e slinguazzati, ma lui non ricorda, poverino. Il bel tenebroso rammenta la sua amata solo verso metà libro; a quel punto non manca il cattivo che tenta di far del male all’amata e lui impavido cavaliere la salva. Salva e lieta gliela darà?
No, il trauma deve prima guarire, tra viaggi, baci casti e diamanti.
Solo alla fine lei concede a lui la sua verginità (In realtà lei prova ad aprire le gambe anche qualche pagina prima, ma lui innamorato non vuole sciupare il suo fiore…).
Sono tremenda, lo so, ma qui abbiamo superato l’accettabile. Se 50 sfumature di noia era una sorta di scopatour infinito, Gabriel ecc. osanna la purezza della donna, non tutte ovvio solo la amata, in maniera ridicola e petulante.
Julia peró non voleva essere scopata come un animale; voleva essere amata. Avrebbe rinunciato per sempre al sesso, in cambio dell’amore di cui parlano i poeti e i miti. Era quello l’affetto per il quale si struggeva, senza credere di meritarlo. voleva diventare la musa di qualcuno; essere venerata e adorata, con tutto il corpo e tutta l’anima. Voleva essere la Beatrice di un Dante nobile e aitante, e ascendere per sempre al Paradiso con lui. Vivere una vita pari alla bellezza delle illustrazioni di Botticelli.
E ancora:
Cosí, quella mattina, provó una sensazione assolutamente inedita: si sentí amata. Sorrise con abbandono, premette le labbra sul collo di Gabriel, sfiorandogli la pelle ispida. Lui mandó un gemito sommesso, e la strinse piú forte a sé, ma il respiro regolare indicava che dormiva ancora.
La trama l’ho ben riassunta sopra, se cercate un libro un po’ hot, lasciate perdere, qui il sesso viene solo augurato; se cercate una frizzante storia d’amore, lasciate perdere, di frizzante c’è solo il vino (descritto benissimo).
Un libro costruito sulla verginità di lei. Interessante visione del mondo…
Sono un bruto. Mi era apparso un angelo, e io l’ho mandato a puttane. Imprecando contro l’ironia del proprio nome, Gabriel andró in cucina a recuperare il biglietto di Julianne.
Con quel messaggio bellissimo e fragile tra le dita, vide chiaramente la propria bruttura non fisica, ma dell’anima.
E vissero felici e contenti.
Titolo: Gabriel’s Inferno. Tentazione e castigo
Autore: Sylvain Reynard
Editore: Editrice Nord
Anno: 2013