Molti di voi ricorderanno il successo di pubblico e di critica di un libro come"Mamadou va a morire" dell' anno 2007.
Ebbene Gabriele Del Grande , giovanissimo autore, classe '82, nato a Lucca e laureatosi a Bologna in Studi Orientali, ci riprova quest'anno a replicarlo con "Il mare di mezzo ", edito da una piccola ma interessante editrice romana ossia"L'infinito".
Titolo quest'ultimo simpatico e provocatorio ad un tempo.
Ritornando al libro di Del Grande, si tratta di un reportage, di un viaggio appunto alla ricerca della verità dall'altra parte del Mediterraneo con lo scopo di comprendere sul serio sia le ragioni di chi parte per raggiungere l'Europa che quelle di chi resta con tutto il bagaglio di rammarico e di sofferenze , che la situazione comporta.
Che siano padri , madri e/o spose.
I soggetti-protagonisti del libro sono ovviamente dei giovani come Gabriele, appartengono cioé a quella generazione di mezzo, né giovanissimi, né troppo anziani.
Sono gli africani che incontriamo talora nelle strade affollatissime e caotiche delle nostre grandi città.
Persone che spesso guardiamo ma non vediamo.
Leggere "Il mare di mezzo " in questi giorni "difficili", a mio parere, fa bene.
Fa bene un po' a tutti.
Ecco il motivo della proposta.
Un modo , come si dice, per avere le idee un po' più chiare, trattandosi, tra l'altro, di un volumetto agile, scritto in stile piano ma non banale.
La cosa più interessante però di una personalità come quella di Gabriele, il nostro autore, è la maturità di visione delle cose che mostra di possedere, nonostante l'età, circa il ruolo che la stampa in Italia dovrebbe avere oggi nell'affrontare le "difficili" tematiche Nord-Sud del mondo e che invece assolutamente non ha.
Infatti Del Grande, intervistato da una rivista di settore, precisa che molte delle notizie che i nostri giornali propongono non hanno una chiave di lettura, perché è il giornalismo attuale che non valorizza più il lavoro d'inchiesta e di approfondimento.
Una volta si diceva, agggiungo io, che una articolo di giornale poteva valere un saggio.
Oggi questo è impensabile.Tranne in rarissime eccezioni.
In questo Gabriele ha visto giustissimo.
Del Grande valuta comunque la nostra stampa, la stampa italiana(compresa quella di settore), in positivo rispetto a quella di altri Paesi, di cui ha avuto modo di fare esperienza.
Anche perché tutti i libri di Gabriele Del Grande sono nati da permanenze nei luoghi di cui narra.
Accanto alla lettura di libri settoriali o meno per la comprensione dei problemi, il nostro valorizza, come tutte le persone al passo con i nostri tempi, l'utilizzo intelligente di internet per l'informazione.
Ed in questo ha pienamente ragione.
Gabriele sulla rete ha anche un blog notevole dal titolo "Fortress Europe", che merita d'essere visitato.
Per concludere il nostro giovane autore, attraverso l'impegno che mette in ciò che fa, ci fa riflettere tutti, giovani e meno giovani, sull'enorme importanza della SCRITTURA,capace di sovvertire, di dare consistenza a persone, situazioni e cose di cui purtroppo la POLITICA oggi ha fatto "reset".
E a me pare proprio un bel "testimone" del nostro tempo.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)