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Galassia o ammasso?

Creato il 28 gennaio 2011 da Stukhtra

Si vota a suffragio universale

di Marco Cagnotti

“Che c’è nel nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo”: già Shakespeare aveva capito che i nomi sono convenzioni. Preziose, però, perché ci consentono di dominare il mondo. Non a caso uno dei primi atti liberi dell’uomo, appena creato da Dio, consiste nell’imporre un nome di sua scelta a tutte le altre creature. Per comprenderle, ordinarle, controllarle. Ultimi eredi di questa tradizione, gli scienziati da sempre categorizzano gli oggetti dei loro studi. Gli astronomi, per esempio, nel 2006 decisero a maggioranza che Plutone avrebbe smesso di essere un pianeta e sarebbe finito nella nuova categoria dei pianeti nani. Adesso si trovano in imbarazzo pure con le galassie. E di nuovo qualcuno suggerisce di votare. Ma a suffragio universale, stavolta.

Galassia o ammasso?

Omega Centauri: va' a capire in quale categoria ficcarlo.

Apriamo la Garzantina di astronomia e cosmologia: “Galassie: immensi sistemi stellari, veri e propri ‘universi-isole’ nello spazio cosmico, tenuti insieme dalla forza di gravità”. D’accordo, ma immensi quanto? Centinaia di miliardi di stelle? Qualche miliardo? Qualche milione? Prendiamo il caso dei sistemi stellari molto compatti, come gli ammassi globulari. Anche loro sono tenuti insieme dalla forza di gravità. Ce ne sono alcuni peculiari, con caratteristiche da galassie. E allora? Dove sta il confine con le galassie nane? Prendiamo il caso di Omega Centauri, a 15 mila anni-luce da noi. Ospita stelle antiche, come tutti gli ammassi globulari… ma anche più giovani, proprio come una galassia.

Di recente Duncan Forbes, della Swinburne University of Technology di Melbourne, in Australia, e Pavel Kroupa, dell’Università di Bonn, in Germania, hanno sottoposto alle “Publications of the Astronomical Society of Australia” un articolo nel quale elencano cinque criteri per distinguere gli ammassi stellari dalle galassie: diversificazione nelle età delle stelle, dimensioni di almeno 326 anni-luce, presenza di materia oscura, stabilità gravitazionale, presenza di altri ammassi come satelliti. C’è però un problema: la verifica di questi criteri non è sempre facile. Per esempio, trovare la materia oscura (se c’è) nei sistemi stellari di massa più piccola è una bella sfida. E poi…

…poi c’è un problema di democrazia. E’ ben vero che Madre Natura se ne frega delle etichette che noi appiccichiamo agli oggetti, ma di fatto, come abbiamo visto, appiccicare etichette è un’attività scientifica irrinunciabile. Ma chi lo fa? A nome di chi? Quando Plutone venne declassato con una votazione a maggioranza nell’Unione Astronomica Internazionale, molti scienziati non inghiottirono il rospo. Tuttora una polemica carsica scorre nella comunità astronomica, con un’agguerrita minoranza che briga per far tornare Plutone nel novero dei pianeti veri e propri. Ciò considerato, Forbes e Kroupa hanno pensato bene di proporre nel loro articolo anche un sondaggio on line sui criteri discriminanti fra ammassi globulari e galassie. Il sondaggio è aperto a tutti. Sì, proprio a tutti, non solo agli astrofisici. Per quel che vale la nostra opinione di non specialisti, anche noi possiamo dire la nostra. Senza dimenticare che poi, come abbiamo detto, la Natura se ne infischierà comunque.


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