Galatea nel bosco

Da Lucas

Riflusso, non riflusso... è chiaro, cara Galatea, ciò che scrivi è vero, è il sentire comune a chi ha questa minima passione di offrire in pasto i propri pensieri, i propri ragionamenti a un certo numero di potenziali lettori. Ma l'importanza di tenere duro deriva non tanto dalla smania incresciosa di aver sempre qualcosa da dire su tutto; quanto, ogni tanto (chi più, chi meno) far confluire il proprio pensiero in una sorta di condivisione che non si limita a dire “mi piace” come sotto i piccoli messaggi di FriendFeed o Facebook, in maniera che partecipi e accresca il pensiero del mondo stesso. Siamo individui che sommati offrono un tutto che più è grande di loro stessi: è Resistenza, dal verbo resistere, una delle poche azioni che rendono degna la vita di essere vissuta. In questo particolare periodo storico una delle forme più acute di Resistenza è qui, ognuno singolarmente dal proprio avamposto a controllare che il mondo (leggi: il potere) non ci sovrasti e faccia credere ciò che vuole e desidera. Certo, noi rispetto a tanta parte di mondo siamo fortunati, privilegiati di poter lottare con queste forme a basso rischio per la propria incolumità personale: in breve, non siamo eroici come i blogger dissidenti iraniani, afgani, cinesi, cubani, russi, birmani... Tuttavia, a noi italiani contemporanei è stato dato in sorte di vivere in quest'epoca tardo berlusconiana-leghista-clericofascista del cazzo e in qualche modo – di necessità – dobbiamo pur esporci, dir la nostra, soprattutto per ricordare ai nostri posteri (se ce ne saranno o se non saranno completamente rincoglioniti) che una moltitudine di pensanti non è stata complice di tale sfacelo morale, civile, culturale. Io non voglio sembrare uno che tace e acconsente (o sta zitto) di fronte a ciò che dicono un Quagliarello, un Calderoli, una Roccella, o un prelato vaticano.

Lo so lo so, non saremo noi coi nostri pensieri a far schiantare tal regime. Ma in fondo cosa importa? Per me è già una vittoria sapere che non sono un Capezzone, dacché se lo fossi o lo diventassi non saprei con quale mano cominciare a prendermi a schiaffi. E dire, scrivere questo per me è già una vittoria.

Qualcuno che la sa lunga dirà: che consolazione, che vittoria di Pirro del proprio risentimento. Prevengo: risentimento di che? Il risentito è colui che prova invidia, o rivalsa, nei confronti di coloro che occupano una posizione che egli stesso vorrebbe occupare. Ma simili argomenti non hanno fondamento perché nessuno di noi blogger (credo nemmeno Jimmono) vorrebbe essere un portavoce di chicchessia, né tantomeno della Voce del Padrone.

Ecco, provo a formulare: il blogger vuole solo essere una voce, e come tale a volte canta, a volte urla, a volte parla pacatamente, altre con livore; a volte è rauca, a volte va via ma poi ritorna. È la stagione, è questa perturbazione artica che impedisce alla primavera di essere ciò che deve, cara Galatea. Tra poco esploderanno fiori e pollini, le ciliegie saranno mature come si deve e torneremo a raccogliere le fragole nel tuo bosco: e sarà confettura per tutti.


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