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Galatina, un triste Natale di 99 anni fa

Creato il 26 dicembre 2012 da Cultura Salentina

Galatina, un triste Natale di 99 anni fa

26 dicembre 2012 di Redazione

di Ottorino Capocelli

 

gala

Novantanove anni fa il Vaticano si rese complice e responsabile di una grave decisione che impedì ai cittadini di Galatina di festeggiare in santa pace le festività natalizie. Cos’era successo?

C’erano state le elezioni politiche che videro la vittoria del candidato magliese Vincenzo Tamborino sul candidato galatinese Antonio Vallone, a senatore del Regno. Girò voce che ad appoggiare la candidatura di Tamborino si fosse schierato anche l’arcivescovo di Otranto, monsignor Giuseppe Ridolfi. Da lì a poco, a Galatina, si sarebbero celebrate le Cresime nella chiesa madre dei SS. Pietro e Paolo. Per quello che era successo durante la campagna elettorale, ci fu chi sconsigliò vivamente il vescovo di andarvi: il vescovo rise divertito. Fu così che, durante la cerimonia religiosa, un gruppo di facinorosi sostenitori del Vallone, assiepati tra i banchi della chiesa, iniziò a urlare e inveire contro il vescovo, che si vide costretto a rimediare la fuga dal retro della sagrestia, dove trovò pronta la sua carrozza che lo trasportò al momentaneo rifugio di Soleto.

Le testimonianze di questo grave episodio furono riportate in Vaticano.

Se qualcuno ancora se la rideva per la paura messa addosso al vescovo, qualcun altro temeva per le decisioni di papa Pio X sulla vicenda che non si fecero attendere: defenestrazione del vescovo Ridolfi (trasferito negli uffici vaticani) ed emissione di un editto punitivo (“interdetto”) per la comunità religiosa di Galatina che si vide privata del diritto di accedere in chiesa. Tutte le chiese della città dovevano restare chiuse fino a data da definirsi. Tutti i galatinesi, per colpa di quel gruppo di facinorosi, si videro costretti ad osservare i riti religiosi di Natale, Capodanno ed Epifania trasferendosi nei centri abitati vicini. Fu una decisione ingiusta e mal digerita, tant’è che, passate le feste, la protesta arrivò in Vaticano in modo eloquente e minaccioso: “riaprite le chiese o resteranno chiuse per sempre !”. L’interdetto fu ritirato e dal 18 gennaio si tornò alla normalità.


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