Dalle nozze tra Ataulfo e Placidia nacque un bambino, a Barcellona; venne chiamato Teodosio, come il nonno materno; c’era la consapevolezza che quel bimbo rappresentava il compimento della politica dell’imperatore, ma vi era anche la sfida implicita all’impotenza di Onorio e a quell’altro Teodosio, figlio di Arcadio, un fanciullo che regnava a Costantinopoli sotto un consiglio di reggenza. Placidia sfidava l’oriente, tenacemente e ferocemente antigermanico: suo figlio era il nipote di Teodosio il grande, e non aveva niente da invidiare alla stirpe di Arcadio nel rivendicare il diritto all’impero. Placidia pensò che il futuro appartenesse a suo figlio, e con esso il futuro dell’unità dell’impero. Ma il bimbo morì pochi mesi dopo: il suo corpo, chiuso in una bara d’argento massiccio, fu sepolto in una chiesa fuori le mura di Barcellona. Poco tempo dopo, anche Ataulfo morì, vittima di una congiura: venne assassinato a tradimento nelle stalle dei cavalli. Placidia si ritrovò di colpo sola, senza difese in un clima di vendette tribali; riuscì a scamparla in mezzo a vari bagni di sangue. Galla venne catturata e custodita come una prigioniera di guerra.
Se il figlio di Galla non fosse morto, se Ataulfo non fosse stato ucciso, la storia avrebbe preso un' altra via e forse l' Impero d' Occidente non sarebbe caduto, ma rinvigorito e rinsaldato dalla "verve" barbara, ma la storia non si fa con i se.
Sigerico il nuovo re dei barbari inflisse a Galla una penosa mortificazione: dovette procedere a piedi scalzi per dodici miglia fuori dalla città, davanti al cavallo del re, in una processione che forse era un trionfo barbarico, l’umiliazione dell’impero mediante l’umiliazione di quella donna.
Quando la notizia della morte di Ataulfo giunse a Costantinopoli, in città si fece grande festa: era stato sventato il pericolo che l’occidente si germanizzasse e sfuggisse definitivamente al controllo orientale; dato che anche il piccolo Teodosio era morto, gli affari per il governo di Costantinopoli non potevano andare meglio.
Costanzo, nuovo generale di Onorio, scambiò Placidia per seicento moggi di grano, dato che i visigoti del nuovo re Wallia morivano di fame. La andò a prendere , con una buona scorta, e così la vide per la prima volta. Nel 416 Placidia arrivò a Ravenna; era una capitale rifugio: Treviri era semidistrutta, Milano troppo esposta, Roma mitica ma deserta.
immagine:Galla Placidia coi figli Onoria e Valentiniano
immagine: il medaglione con le immagini, inserito nella Croce di Desiderio
immagine: Croce di re Desiderio conservata a Brescia
rif: http://www.imperobizantino.it/node/2366