L'idraulico aveva lavorato come manutentore al Sant'Antonio Abate dal '56 al 1982 e nel 2004 si ammalò di mesotelioma pleurico per morire tre anni dopo. Il giudice ha stabilito un risarcimento di 800 mila euro.
Lavorò tra il 1956 e il 1982 a continuo contatto con l'amianto all'interno del'ospedale di Gallarate, nel 2004 si ammalò e nel 2007, dopo 3 anni di malattia, morì a causa di un mesotelioma pleurico maligno. Il 4 maggio scorso la sentenza emessa dal giudice del lavoro Francesca La Russa che condanna l'Azienda Ospedaliera ad un risarcimento di 800 mila euro. L'amianto ricopriva le tubature dell'intera struttura e l'idraulicò ci ha lavorato a stretto contatto per moltissimi anni, ben 26 anni.
«E' accertata – scrive il giudice nella sentenza di primo grado – la sussistenza del nesso eziologico causale tra la malattia e l'attività lavorativa, quale idraulico e manutentore, svolta a favore dell'azienda ospedaliera di Gallarate». Tali coperture sono state smantellate completamente nel 2007 ma fino a quella data il materiale pericoloso per la salute umana è rimasto nelle pareti della struttura. Decisive le parole del collega della vittima che ha spiegato come «c'erano delle coperture in amianto. Quando interveniva l'idraulico rompeva la tubazione con il martello e faceva l'intervento. A volte si interveniva per lavori su guarnizioni in amianto delle caldaie; l'idraulico eseguito l'intervento posava fogli di amianto nuovi. Interventi di questo tipo venivano effettuati ogni 5-6 mesi».
A nostro avviso avrebbero dovuto rispondere della morte dell'idraulico anche i presidenti ed i direttori generali che si sono succeduti in quegli anni alla guida del nosocomio .