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Le storie d’amore nascono, vivono momenti di gioia e di dolore e, a volte, sono destinate a finire. Come nel caso di Adriano Galliani, prossimo ex Amministratore Delegato del Milan.
Il dirigente monzese, infatti, ha dichiarato: «Mi dimetterò per giusta causa, con o senza buonuscita. Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo. Probabilmente aspetterò la partita di Champions contro l’Ajax per non arrecare danno alla squadra per cui tifo. Dicono che il Milan spende male perché non ha osservatori bravi come quelli di Roma e Fiorentina, ma la Roma, negli ultimi 5 anni, è andata solo una volta in Champions, mentre la Fiorentina mai».
Parole amare quelle di Galliani, che non si aspettava di certo un simile trattamento dai piani alti della dirigenza rossonera.
Parole sicuramente indirizzate a Barbara Berlusconi, da due anni entrata a far parte del Milan. All’A.D. non sono affatto piaciute le critiche fatte da Lady B, che lo indica come capro espiatorio della campagna acquisti poco illustre degli ultimi tempi. Galliani poi continua: «Mi hanno chiamato grandi dirigenti dall’estero per capire cosa stesse succedendo. Quando quest’estate andai a Madrid per Kakà, nessuno sapeva della mia visita, ma mi hanno aperto ugualmente gli uffici del Real. Nel 2010, quando andai a Barcellona per Ibrahimovic, Rosell (presidente blaugrana) rientrò addirittura dalle ferie».
Ma non bisogna dimenticare che Galliani, appunto, è colui che portò in Serie A giocatori come Van Basten, Rijkaard, Gullit, Weah, Shevchenko e giocatori come Ibrahimovic e Balotelli, riportati in Italia grazie alla sua astuzia e bravura nel concludere affari quasi impossibili.
Dunque, dopo più di 27 anni e 28 trofei nazionali e internazionali, Adriano Galliani lascia, amaramente, la dirigenza del Diavolo, costretto a trovare un altro Amministratore Delegato degno di sostituirlo.