A poco più di un mese dall’uscita del secondo episodio, ecco finalmente comparire in download su Steam anche l’atteso terzo capitolo della serie di Telltale dedicata a Game of Thrones. L’opera letteraria di Martin sta spopolando praticamente in ogni ambito di intrattenimento, muovendo numeri da capogiro. Il rischio della sovrapproduzione è dietro l’angolo, ma indubbiamente lo stile narrativo proposto da Game of Thrones si lega molto bene all’approccio intrapreso da Telltale nelle sue ultime produzioni. E se il precedente titolo ci aveva fatto storcere la bocca, questo terzo episodio riporta il giocatore su un piano più dinamico e coinvolgente, facendo ben sperare per il prosieguo.
Come già espresso nella recensione del secondo episodio, queste puntate firmate Telltale non possono che essere analizzate sul piano della trama e dell’intreccio, considerata soprattutto l’impossibilità da parte del team di sviluppo di cambiare in qualche qual modo struttura tecnica e grafica di un prodotto che è unico ed omogeneo, sebbene diviso in più parti. Questa volta però, fortunatamente per gli acquirenti, la trama farà un bel balzo in avanti, aiutandoci non solo ad immedesimarci e a compenetrarci negli eventi narrati, ma anche a dipingere in maniera più completa alcuni personaggi che ci avevano lasciato precedentemente con l’amaro in bocca.
Innanzitutto Asher, il cui affetto per la propria famiglia è tale da costringerlo ad un lungo e tortuoso pellegrinaggio attraverso il deserto, fino ad incontrare addirittura uno dei tre “cuccioli” di una nota conoscenza della saga letteraria. Di capitale importanza nelle scene dedicate al giovane guerriero saranno le scelte di natura sentimentale che verremo chiamati ad intraprendere: sarà il vecchio zio ad occupare le nostre preoccupazioni o la selvaggia compagna di mille avventure? Sono ancora poco chiare le conseguenze di queste nostre decisioni, ma ci auguriamo che esse possano pesare in maniera evidente nel continuum del percorso videoludico.
Molto più ardimentosa e sagace rispetto al secondo episodio anche la giovane rampolla di casa Forrester, Mira, finalmente entrata di diritto nel “gioco” di Approdo del Re, e sempre più invischiata negli affari politici del regno, pur se non sempre consapevole e fermamente convinta delle proprie azioni. Qui forse riusciamo a notare da un lato la grande crescita caratteriale del personaggio, finalmente inserito in un sistema narrativo dinamico ed intrigante, ma al tempo stesso troppo circoscritto ai binari posati da Telltale. L’impressione che gli eventi e le scelte vengano arbitrariamente evidenziati e sopiti dalla regia del gioco è fortissima, e non aiuta il fatto che il contorno storico in cui ci muoviamo è ampiamente prevedibile per tutti i fan del libro o del telefilm.
Un plauso va poi alla costruzione narrativa delle vicende che interessano direttamente casa Forrester: Rodrick è oramai in una vera e propria morsa, attanagliato dai perfidi Whitehill, corroso da dubbi tanto gravi quanto pericolosi, e debilitato dalle recenti ferite di guerra. Qui il giocatore riesce a fare propri tutti i dolori e tutte le angherie subite dal povero Lord, stimolando così la voglia di proseguire la storia e di ribaltare la situazione, che pur se disperata è ancora lontana dal dipanarsi. La bellezza delle sessioni dedicate a Rodrick è data poi dalla sostanziale imprevedibilità delle stesse e dalla loro notevole somiglianza allo stile proprio di Martin, duro e disperato ma al tempo stesso lirico e complesso. Non si può dire la stessa cosa infine, del povero Garred, ancora troppo acerbo e privo di una vera personalità che riesca a fare da traino a quello che però è forse il mistero più intricato del gioco: il North Grove. Non aiuta poi la presenza di un Jon Snow nettamente sottotono rispetto a quanto visto dalla controparte cartacea e televisiva, molto più intraprendente ed interessante.
Che la saga continui!I miglioramenti sottolineati riguardanti la trama e l’intreccio sono il punto fermo di questa terza produzione, la quale però è ancora distante dal renderci partecipi del peso delle nostre azioni e decisioni. E sebbene si sia già vista qualche reazione dipendente da quanto affermato nel primo capitolo (la Regina Cersei si è mostrata per l’essere vendicativo che è), non possiamo certo definirci ben consci delle conseguenze (sempre che ce ne siano). Un limite questo non piccolo, ma che può essere sempre superato da una storyline avvincente, che riesca a distrarre il giocatore da quello che è, e rimane, un gameplay molto lineare. Tecnicamente poi non possiamo fare altro che ricordare ai nostri lettori quanto detto in precedenza: il gioco soffre di un comparto grafico non proprio all’altezza, le sfocature attorno ai personaggi sono sempre piuttosto fastidiose, gli ambienti poveri ed il design piuttosto banale e sempliciotto, nonché delle animazioni che potevano essere realizzate nettamente meglio, soprattutto dal punto di vista del linguaggio del corpo e dei movimenti.