Cosa significa “poema navigabile”? Dobbiamo fare due passi indietro.
I Gender Studies, nati in ambito anglosassone come settore dei Cultural Studies, e noti in Italia come studi di genere, sono un campo di ricerca interdisciplinare in cui si considerano significati, rappresentazioni, interpretazioni della sessualità e più in particolare della cosiddetta “identità di genere”. Fondamentali, per chi avesse voglia di avvicinarsi a questo settore, i nomi dei precursori Robert J. Stoller e Gayle Rubin.
Le avventure testuali sono dei videogiochi, molto in voga negli anni Ottanta, in cui la vicenda e l’ambiente di gioco vengono presentati attraverso delle descrizioni; parole scritte in bianco, su fondo nero. E, a disposizione del giocatore, solo comandi testuali (apri, vai, esci) da digitare per proseguire nell’avventura. In Italia, nomi importanti sono stati e sono, tra gli altri, Enrico Colombini e Bonaventura Di Bello.
Ecco: prendete queste due cose, Gender Studies e avventure testuali, e quello che, con un po’ di fantasia può venire fuori, è Gap. Vale a dire, un poema interattivo, navigabile appunto, che parla dell’“essere uomini” negli Stati Uniti. Il giocatore comanda una “A” (maschio alfa?) e si fa spazio, attraverso le frecce direzionali, in mezzo a un nugolo di parole. Ma si sa, le parole non possono mai esaurirsi nel rapporto tra significante e significato, come Gap dimostra. Il poema è disponibile per essere giocato.
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