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Garibaldi ed il nonno..

Creato il 10 novembre 2011 da Gianpaolotorres

Garibaldi ed il nonno.. Garibaldi ed il nonno..

Mio bisnonno e Garibaldi

Non so se raccontarlo con orgoglio o meno ma mio bisnonno Jacob Levi, che si era  fatto con Garibaldi già la campagna del 1859 tra i Cacciatori delle Alpi, ne era diventato anche un po’ amico legati entrambi come erano dalla lingua spagnola.

Garibaldi l’aveva imparato a parlare in Uruguay e mio bisnonno lo parlava già di casa,il ladino,che era un’eredità che gli avevano lasciato dalla Spagna dove i suoi antepassati avevano vissuto per secoli.

Era abitudine tra gli ebrei, che dovevano a volte tagliar la corda troppo in fretta da un luogo per averne il tempo di imparare bene la lingua del Paese ,dover parlare in casa quella che avevano imparato dai genitori dove essi avevano vissuto più a lungo.

Quando a volte si incontravano sul campo,Garibaldi salutava mio nonno con un.. ciao Judìo…ciao Ebreo..e mio nonno gli rispondeva..ciao Cabròn…ciao stronzo, cornuto figlio di una mignotta..e ridevano entrambi.

Mio nonno fu persuaso da suo padre a non seguire Garibaldi coi Mille perché andava contro un ordine di Cavour e mio nonno era piemontese,ma si ricongiunsero poi ancora insieme nella campagna del 1866,vedete quindi che c’era buon sangue tra i due.

So solo che Garibaldi non vedendolo tra i Mille si seccò e lo fece chiamare.Dov’è l’Ebreo?

Comandante.. gli rispose un altro ebreo..mi ha detto di dirti che se lo cercavi..questa volta lui non viene.

Fatemelo venire qui al più presto che gli voglio parlar io.

Allora a Quarto mentre si preparavano per la partenza , il conto era più o meno il seguente,1162 totali,di cui 250 avvocati,100 medici,20 farmacisti,50 ingegneri,50 capitani di mare,un centinaio di commercianti,una decina di artisti,pittori e scultori,qualche prete, uno dei quali spretato, persino una donna,la moglie di Crispi,Rosalia Montmasson.

Il più anziano aveva settanta anni,Tommaso Parodi,il più giovane Giuseppe Marchetti da Chioggia che ne aveva undici era partito con il padre.C’erano poi  59 carabinieri con carabine proprie ,soci del Tiro Nazionale che sapranno usarle bene in azione,alcuni  ungheresi Turr,Tukory..e poi molti siciliani che erano coloro che volevano essere liberati dal Borbone con in testa i mazziniani Crispi e Rosolino Pilo che rientrò in Sicilia da Torino per conto suo a tessere con i baroni siciliani gli accordi prima dello sbarco e reclutare picciotti.

La paura di Cavour era che Garibaldi avesse contato la solita balla ed invece di dirigersi verso la Sicilia che non ne poteva più di rivolte contro i napoletani, sedate col sangue,facesse rotta sul Lazio e su Roma per papparsi la Città Santa a spese del Papa e mettere di nuovo in crisi i rapporti tra Piemonte e Napoleone III Imperatore dei francesi,protettore dello Stato Vaticano.

Vedete dunque come da un Napoleone all’altro tutto fosse ormai cambiato.Il Primo avesse potuto, gli vuotava Roma di tutti i quadri e le opere d’arte di valore,lasciandolo in mezzo ad una strada senza più un becco di un quattrino,il Terzo invece gli faceva il baciamano e viveva pieno di morose, che peccatore più di lui, non ce n’era un altro.

Come cambia, la politica..secondo gli interessi…

Mio bisnonno se ne intendeva di soldi da buon ebreo..come diceva  Garibaldi..e chiamato.. arriva a Quarto e si incontra con il Capo.

Ciao Ebreo..ciao Cabròn..perché non vieni?

Non vengo perché mio padre non mi lascia partire,dice che ne combinerai qualcuna delle tue e poi ci beccheremo noi di nuovo la colpa come al solito..e non ne vuol sapere,gli altri miei correligionari che vengono con te..son dei matti..e non sanno a cosa vanno incontro..alla prima sconfitta in campo diranno che è colpa loro..

Se rubano del vino dalle scorte..diranno che se lo sono preso loro per rivenderlo ai siciliani..se qualche donna resta incinta..son loro che le hanno trombate..se poi mancano dei soldi..li hai rubati tu..cabròn che ti conosco..in quanto a donne e farti una bottiglia di quello buono.

Senti..Judìo..gli fa Garibaldi..dammi una mano per piacere, dove posso trovare dei soldi per pagare la cinquina ai soldati?…vai dagli Avigdor che fanno i banchieri a Nizza..ma com’è che non li conosci che stanno a casa tua?

Guarda.. Judìo..li conosco di vista..ma so che prestano anche a Napoleone III..e se ci scappa una parola sono fritto,non puoi raccomandarmi tu, se li conosci?

Certo Cabròn…non voglio percentuale perché siamo amici..e poi con te non è finita,la prossima volta che si spara nel nord-est ci torno ancora con te,ma soffro un po’ il mare e preferisco stare a casa per non farli incazzar tutti in famiglia,che  son già sempre fuori per lavoro.

Una volta mi cerchi per una cosa,una volta per l’altra,e poi Nino Bixio mi taglia la giacca e ti dice cosa fai sempre dietro a quell’ebreo..di mmm..con tutti i contabili cristiani che abbiamo qui con noi?

Di solito nella vita dovrebbero contare i meriti…

Mazzini scriveva una lettera ai Siciliani incitandoli alla ribellione e dichiarava: “Garibaldi è vincolato ad accorrere” infatti la Sicilia con l’autonomismo siciliano era l’unica zona di tutta l’Italia risorgimentale che mostrasse la volontà di scendere in armi, in quel 1860.

I ricordi della lunga rivoluzione del 1848 erano ancora vividi, la repressione borbonica era stata particolarmente dura e nulli i tentativi del governo napoletano di giungere ad un accomodamento politico.

Inoltre, l’insofferenza non era limitata alle classi dirigenti, ma coinvolgeva, anche se con motivazioni ed obiettivi differenti, una larga fascia della popolazione cittadina e rurale: congiuntura pressoché unica nel corso dell’intero Risorgimento . A dimostrazione di ciò, infatti, vi sono le adesioni di volontari alle schiere garibaldine da Marsala a Messina, sino al Volturno.

Garibaldi si autoproclamò dittatore della Sicilia ma mentre era un leone.. a combattere.. come governante non valeva una cicca..un po’ come quando cambiano il  primo ministro e mettono un tecnico.. al comando.

Il politico sa districarsi tra mille telefonate il giorno che chiedono raccomandazioni,inviti,chiacchiere..il tecnico è come un militare abituato a dare e ricevere ordini..ma non esce dal suo schema..ricordate Padoa Schioppa ed il flop dei bamboccioni…preparatevi..ad avere altre sorprese..perchè a volte un tecnico non sa parlare nè tacere, tutto preso come è dai suoi incarichi burocratici e dall’alto del suo sapere..che poi è tutto da vedere come lo sa mettere in pratica.

Un bel pugno sul tavolo..e due madonne.. fan meglio di tante formule astruse,ma litiga oggi..litiga domani..ti consumi anche la pelle delle mani.. a forza di battere dei pugni per delle teste dure.


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