Simbologia
Apprezzato da secoli per la luminosità dei colori e per la lunga durata, il garofano dalla bellezza classica è un fiore che risulta immediatamente riconoscibile per i petali increspati e seghettati. Profumato e popolare ovunque come la rosa, è tra i fiori più noti e presenti al mondo in occasione di cerimonie e di festeggiamenti. Nativo nell'emisfero orientale, a crescita spontanea nel bacino del Mediterraneo, ripreso nell’arte decorativa greca e romana, il garofano è forse la pianta da più tempo coltivata a uso ornamentale. Nell’antichità, era considerato sacro a Zeus dai Greci ed era noto come il ‘fiore di Giove’ tra gli antichi Romani. Il termine scientifico greco ‘Dianthus’ designava, infatti, il ‘garofano’ come ‘fiore degli dei’ o, quale ‘incoronazione’, le ‘corone’, cioè le ghirlande di garofani offerte nelle antiche cerimonie sacre greche. Altre interpretazioni suggeriscono la derivazione dal latino ‘carnis’ (genitivo di ‘caro’, ‘carne’) riferito al colore rosato del garofano originale o da ‘incarnatio’ (‘incarnazione’), personificazione di Dio fattosi carne. Introdotto in Europa durante il Medioevo, fu inteso come il ‘fiore di Dio’, il Suo occhio onnipresente al quale nulla può sfuggire. Secondo una leggenda cristiana, sarebbe apparso per la prima volta sulla Terra dalle lacrime versate dalla Vergine Maria per la sofferenza di suo figlio Gesù che portava la Croce al Calvario prima di morire.
Nel linguaggio dei fiori vittoriano, il garofano è il ‘fiore dell’amore’ e dell’affetto, dei forti sentimenti e delle emozioni, dell’energia e della salute. Simbolo delle nascite in gennaio, del matrimonio in Cina, è folcloristico in Corea che i garofani rossi o rosa siano portati addosso nel giorno della ‘Festa dei Genitori’ (8 maggio) e nella ‘Festa degli Insegnanti’ (15 maggio). Per tradizione, gli studenti dell’Università inglese di Oxford, portano un garofano bianco addosso in occasione del primo esame, rosa negli esami intermedi e rosso al conclusivo.
In passato esistevano soltanto garofani in tonalità rosa pallido e pesca, invece oggi è possibile inviare un mazzo di garofani misti in differenti colori alludendo del fascino di una donna raffinata. Ogni colorazione rappresenta un messaggio diverso, ma la tinta unita è una risposta positiva a una domanda, mentre la striata indica un rifiuto, un rammarico o un rimpianto.
Per tradizione, il garofano rosso è celebrativo del primo anniversario di matrimonio. A seconda dell’intensità di rosso, varia il significato dei garofani da simbolo di ammirazione, di rispetto e di affetto a quello di desiderio, di sentimento di amore più profondo e devoto o sofferto. Un garofano rosso scarlatto era spesso infilato nell’asola del bavero della giacca del presidente degli Stati Uniti William McKinley, Governatore dell’Ohio, in carica dal 1897 fino all’attentato mortale da parte di un anarchico nel 1901. In memoria di McKinley, l’Ohio designò il garofano rosso fiore rappresentativo nazionale nel 1904. Il garofano rosso viene appuntato addosso da austriaci, italiani, ecc. in occasione della giornata del ‘Primo Maggio’ come emblema del movimento operaio; è anche il simbolo della ‘Rivoluzione dei Garofani’ da quando, il 25 aprile 1974, un colpo di Stato militare di sinistra compiuto senza armi, marciando attraverso Lisbona portando garofani rossi, portò la democrazia in Portogallo e l'indipendenza alle colonie africane portoghesi.
Nella pittura rinascimentale venivano ritratti gli sposi intenti a scambiarsi garofani bianchi durante il matrimonio come voto di fedeltà. I garofani bianchi sono rimasti tradizionali nei bouquet da sposa e negli addobbi nuziali a testimonianza dell’amore vero e devoto, come portafortuna augurante felicità mentre, nelle associazioni e nelle Confraternite, sono in segno di coraggio. Ma, in molte religioni, cuscinetti o corone di garofani bianchi hanno un uso ornamentale nei funerali come messaggio di pace e di tranquillità specialmente per l'anima innocente di un defunto giovanissimo. Nel 1907, il garofano bianco fu scelto da Anna Jarvis (1864-1948) – la promotrice della ‘Festa della Mamma’ – per celebrare la memoria e la preferenza di sua madre, mancata due anni prima. Nel 1914, il presidente Thomas Woodrow Wilson proclamò la seconda Domenica di maggio come festività nazionale dedicata alle mamme. In questa giornata, il garofano bianco è spesso appuntato addosso da bambini e da adulti in onore della madre defunta, oppure rosso se ancora in vita. Questo fiore – in particolare di colore rosa – è rimasto tradizionale per la ‘Festa della Mamma’ quale simbolo del suo amore eterno. Il garofano rosa è, infatti, un messaggio di amore materno, felicità, gratitudine, ricordo onnipresente, amicizia.
Il garofano giallo indica il provare rifiuto, disdegno, disprezzo, sconforto e delusione. Anche se di grande impatto estetico, i garofani viola sottolineano l’antipatia, la capricciosità, l’incostanza e l’inaffidabilità di chi li riceve; in Francia, sono tradizionali al funerale di una persona cara.
Fiori di garofano in tonalità non esistenti allo stato naturale forse erano già ottenuti dagli antichi Egizi immergendo lo stelo tagliato di fresco della varietà di colore bianco in acqua contenente coloranti alimentari. I garofani verdi così ottenuti assunsero una valenza sociale, nel corso dell’800 e del ‘900, come portafortuna – essendo il verde il colore della buona sorte per tradizione – o come simbolo delle preferenze omosessuali. Spesso venne appuntato sul bavero dallo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese Oscar Wilde (1854-1900) proprio per alimentare i pettegolezzi. Una satira su Wilde in relazione al poeta inglese Alfred Bruce Douglas, figlio del Marchese di Queensberry, comparve nel romanzo ‘Il Garofano Verde’ (pubblicato anonimo nel 1894) scritto dal giornalista e romanziere inglese Robert Smythe Hichens (1864-1950). Ritirato dal commercio l’anno seguente per non influenzare il processo intentato per ‘indecenza’ a Wilde, fu ripubblicato dal 1949. Della questione dell’accusa di omosessualità per la relazione con Douglas e della condanna a due anni di lavori forzati toccata a Wilde, trattò il film inglese ‘Il garofano verde’ (1960) diretto da Ken Hughes.
Arte
All’iconografia cristiana medioevale appartengono numerosi ritratti di ‘Madonna con il Bambino’, nelle quali è raffigurato anche il garofano come simbolo dell'amore viscerale materno. Nei due oli su tavola ‘Madonna con il Bambino’ (o ‘Madonna del Garofano’, ca. 1478-1480), dipinta da Leonardo da Vinci e nella ‘Madonna dei Garofani’ (ca. 1506-1507) attribuita a Raffaello, la Vergine Maria è seduta in un ambiente interno e porge un garofano a Gesù Bambino che, svestito, è tenuto sulle ginocchia; nell’olio su tavola ‘Madonna con il Bambino e con il piccolo Giovanni Battista’ (1509-1510), il Bambino prende il garofano dalla mano di Giovanni Battista al centro di un’attenta composizione geometrica dello spazio. La Vergine e il Figlio ritornano raffigurati nella stessa posizione delle opere precedenti nella ‘Madonna del Garofano’ (ca. 1515) dipinta a colori sfumati da Bernardino Luini: il Bambino è girato per prendere in mano un garofano bianco da un vaso verde vicino, gesto interpretato come l’abbracciare il futuro sacrificio sulla croce sotto gli occhi della Madre. Un’altra ‘Madonna del Garofano’ (1516) venne dipinta a olio su pergamena montata su tavola dal pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer.
Un garofano rosso è in mano alla ‘Giovane donna con Garofano’ (ca. 1485-1490) dipinta a olio su tavola dal pittore tedesco di formazione fiamminga Hans Memling. Questo fiore rosso ritornò anche in opere del pittore e incisore olandese Rembrandt, sia nell’olio su tela ‘Donna con rosa’ (1660), sia nell’olio su tavola ‘Ritratto di Saskia con Garofano’ (1641), in cui è raffigurata sua moglie. Nella litografia a colori ‘Garofano’ (1906), dalla Serie ‘Fiori’ (1898), Alfons Maria Mucha – importante pittore, scultore, illustratore dell’Art Noveau – delineò nettamente una delle sue tipiche figure prettamente femminili di raffinato taglio neoclassico circondandola con motivi floreali.
Garofani in ritratti maschili compaiono, per esempio, nel caso del garofano bianco e rosso in mano all’Uomo con Garofano’ (ca. 1435), olio su tavola attribuito al pittore fiammingo Jan van Eyck e, invece, di colore giallo nel ritratto dal titolo omonimo dipinto nel 1495 ca. dal pittore Andrea Solari (o Solario). Vasi contenenti soltanto garofani (bianchi, rossi, ecc.), misti con altri fiori (rose, gladioli, zinnie, ecc.), talvolta a fianco a una bottiglia, furono dipinti dal pittore olandese Vincent Van Gogh durante il soggiorno a Parigi (1886).
Usi
I petali freschi dei garofani non trattati con pesticidi rappresentano una raffinata decorazione, ma sono soprattutto dei fiori commestibili dai sapori diversi, dal piccante al dolciastro, ottimi su paste, secondi, formaggi freschi, insalate, dolci e gelati. I petali di garofano possono essere mescolati a carote affettate o a pezzetti di ananas in gelatina fredda al limone da presentare in stampini capovolti su foglie di lattuga; congelati in cubetti di ghiaccio, anche con l’aggiunta di coloranti alimentari, risultano gradevoli e di effetto con le bevande fredde dissetanti (acqua, tè o limonata); inzuccherati, a seconda del colore insaporiscono diversamente un dessert e un vino di accompagnamento. I fiori di garofano bianco, utilizzati in America come aromatizzanti di gelatine, conserve, marmellate, rientrano anche nella preparazione di liquori, sciroppi, oli, cocktail, caramelle.
I petali di garofano essiccato sono impiegati a uso decorativo e aromatico in pot-pourri, sacchetti e candele profumate, bastoncini di incenso e prodotti cosmetici.