Speciale: Speciale Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi
- Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi – presentazione
- Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi – Introduzione di Davide Barzi
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1): Il dito medio di Satana
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.2): L’amore uccide
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.3): Sangue reale
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.4): una scala per il Paradiso
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.5): Paura e odio
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.6): Amore corrotto
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.7): La fiamma della dannazione
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.8): Il sentiero ai cancelli dell’Inferno
Ed eccoci alla rivelazione, al confronto e climax finale, al punto in cui Garth Ennis tira tutte le somme e forza tutti noi ad ascoltare la confessione di Satana.
Confessione cui si arriva attraverso una rete d’intrighi, manipolazioni, tradimenti e sacrifici che di rado ha trovato pari all’interno del fumetto popolare targato Vertigo/DC e che Ennis dimostra di saper gestire al meglio fino in fondo: sono mosse le giuste pedine, Constantine continua a comportarsi secondo le modalità che ormai conosciamo fin troppo bene e, volente o nolente, mosso dalle migliori intenzioni o dal più “basso” istinto di sopravvivenza, reca morte e scompiglio più fra le fila degli amici e collaboratori che fra quelle di un eventuale Nemico.
Differenziandosi da Delano in quest’ultimo ciclo più che in ogni altro, Ennis afferma a vive voce quanto e come la sua intera concezione della religione esposta in questo fumetto sia ancorata e focalizzata sul Dio Biblico e solo su esso, con scarsa pazienza e attenzione per ogni altro tipo di mitologia e narrazione (sebbene personaggi come l’Arcadico, che già in precedenza aveva trovato spazio nelle vicende, lascino intravedere spiragli e aperture).
E se Apocalisse deve essere, allora Ennis la mette in scena nella sua accezione primaria di Rivelazione, e tale rivelazione è eseguita prendendo alla lettera, in un modo che ad alcuni potrebbe parere fin troppo semplicistico, il concetto di Dio d’amore.
Questa figura, durante la lunga confessione satanica, è dipinta con buona conoscenza del materiale biblico e prebiblico e, visto il dirompente risultato finale, si può certo perdonare all’autore qualche semplificazione di troppo.
Illustrazione di Steve Dillon, dal n. 82, p. 23. © dc Comics/Vertigo
Siamo di fronte al ciclo che contiene il maggior numero di morti e perdite fra gli amici di Constantine – non riusciamo quasi a riprenderci fra un lutto e l’altro – e la coppia Ennis-Dillon amministra l’azione serrando la struttura delle tavole, ricorrendo spesso a una griglia 3×2 interrotta da pagine di maggior respiro e libertà compositiva o da altre tavole dalla struttura orizzontale.
C’è spazio e tempo, in questo volume di chiusura, per ogni tipo di stratagemma e luogo comune della narrazione popolare, dall’ultimo incontro con l’amata alla lenta spirale della sconfitta con conseguente rivincita, dalle varie capitolazioni di alcuni amici fino a certi spiragli di luce su un futuro che rimane comunque incerto, per arrivare, in modo tanto scontato quanto obbligatorio e liberatorio, all’ennesimo dito alzato nel finale, con il faccione di questo tremendo inglese che, dopo aver visto morire gran parte delle persone care, si accende l’ennesima sigaretta (che, lo ricorderete, aveva dato il via alla gestione dello sceneggiatore irlandese), sorride guardando in camera e invita tutti quanti ad andare a nanna, ’fanculo…
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