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Garth Ennis – Meraviglie di scorta: Fury

Creato il 15 febbraio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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  • Garth Ennis – Meraviglie di scorta: Fury

Nel 2001 Garth Ennis viene invitato da Marvel Comics a prendere parte a un progetto innovativo e che si sposa alla perfezione con la sua narrazione sporca, cruenta, realistica e grottesca. La casa editrice è consapevole che sta per prendere vita un capitolo fondamentale della sua storia e pretende un nome altisonante per il lancio della nuova linea editoriale destinata esclusivamente a un pubblico maturo.

Fury

Garth Ennis – Meraviglie di scorta: Fury In Evidenza Garth Ennis Darick Robertson

La cover del primo numero di Fury © Marvel Comics.

Da queste premesse nasce l’etichetta rivoluzionaria Max Comics (1) che, nel novembre 2001, esordisce con la testata Fury, firmata dal duo Garth Ennis e Darick Robertson (2).
Lo sceneggiatore ha carta bianca e si ritrova in mano uno dei personaggi più duri e autoritari del panorama fumettistico: Nick Fury (Nicholas Joseph Fury), uno spirito libero, per anni direttore dello S.H.I.E.L.D., la complessa organizzazione di controspionaggio antiterroristica messa in moto dal governo degli Stati Uniti. Ennis è conscio di essere il padre fondatore di un nuovo percorso e non perde tempo per dettare le regole. Intitola il primo capitolo Be Careful What You Wish for (Attento a ciò che desideri), come se volesse avvisare il lettore della pericolosità della sua opera, e apre il sipario con l’immagine di un Fury concentrato e cattivo, con un arma puntata verso ignoti, mentre esclama parole poco confortanti:

Uccidiamoli tutti!

Una presentazione forte, d’impatto, chiara e spontanea. Le prime pagine sono tutte dedicate a sottolineare cosa contraddistingue il protagonista: abbiamo di fronte un uomo tutto d’un pezzo, un soldato senza padroni, sordo nell’ascoltare gli ordini altrui e in grado di prendere decisioni cruciali in momenti inopportuni con fermezza e coraggio. Il colonnello è spietato nel portare a termine la sua missione; il sangue in abbondanza e la morte di numerosi uomini non lo turbano. Quel che fa più male, invece, è scoprire tra le file nemiche suoi ex-uomini, ora alleati con gente dell’Hydra (3): l’ennesimo colpo di fucile spazzerà via questo affronto? 

Garth Ennis ama giocare con la caratterizzazione burbera del personaggio, facendolo interagire con comprimari scomodi che fanno scatenare il suo ringhio alla Clint Eastwood, un tic nervoso sintomo di stress e insoddisfazione. Il ruolo di direttore dello S.H.I.E.L.D. lo annoia giorno dopo giorno. È stufo degli affari burocratici e vorrebbe licenziarsi dalla veste di tutore di Wendel, che etichetta come “un ritardato quattrocchi del cazzo”. La cura alla noia è una sola: procurarsi una guerra, una vera battaglia per riattivare lo spirito del “guerriero freddo bruciato”. Garth Ennis parla attraverso Fury: la guerra è la sua passione, è l’evento, è adrenalina e piacere. Il sesso, il fumo e l’alcol verranno infatti dipinti come consuetudini, vizi senza effetto su un’anima in stato comatoso. 

Nick Fury ha un solo occhio e sarebbe meglio non fissarlo. 

Si ripetono però i primi piani al suo sguardo seccato e pensieroso: Darick Robertson sa che in queste sequenze è necessario un impegno ulteriore per assicurare la massima espressività. Impossibile non cogliere il colloquio semi-silenzioso tra l’uomo e la tigre affamata (Eye of the Tiger ((Canzone dei Survivor resa celebre dal film Rocky iii, interpretato e diretto da Sylvester Stallone.)) canterebbero i Survivor per riscaldare l’atmosfera). Due realtà che si incrociano e si comprendono. 

È in Apocalisse… tra un po’ (secondo capitolo della miniserie, il cui titolo originale è Apocalypse Shortly) che assistiamo alla rinascita definitiva di questo anti-eroe.

Due scene da delirio assolutamente da citare. La prima: Nick che riprende il comando delle operazioni strigliando un collega della divisione amministrativa con due dita inserite nel naso di un altro soldato fin troppo ingenuo, pestato doverosamente a sangue e umiliato. La seconda: Nick che accetta “l’invito a nozze” della sua nemesi, il russo Rudi Gagarin, dopo aver provocato l’ennesima spettacolare strage con l’agilità di un ninja in straordinaria forma fisica. L’Apocalisse è alle porte, ma il lettore è chiamato a divertirsi e a prendere parte a una gara spericolata tra pazzi, capaci di innescare un conflitto in un’ignota isola del Pacifico per colmare un vuoto esistenziale. La migliore battuta del capitolo è un attacco politico esilarante e gratuito:

La storia di Cuba è ridicola. Fidel è troppo occupato a pompare viagra in quel che resta del suo cazzo. 

Il terzo capitolo è introdotto da Una faccia di cazzo ((In diverse opere di Ennis ritroviamo appellativi volgari riferiti a personaggi dall’aspetto anormale. Tra i più celebri c’è Facciadiculo (Arseface in originale), apparso su Preacher.)), una visione disumana di un gigante dal volto deturpato e spaventoso: una tavola interamente completata da un piano americano di grande impatto, aggressivo e sparato inaspettatamente per rimanere fisso nella mente. Se la paura è l’arma più grande che può far tremare gli Stati Uniti, e se il comunismo incarna tutti gli elementi di terrore che fanno palpitare un popolo fondato su una dichiarata democrazia, Faccia di cazzo è una minaccia in generale, è un mostro che provoca orrore in nemici e amici e che sprona quest’ultimi a dare il massimo, a non commettere errori. Violenza e amoralità sono le fondamenta di uno esercito pronto a consumare ogni risorsa a disposizione. Il sistema democratico risponde con un menù composto da una sola portata, una bistecca al sangue e indigeribile. Fury non ammette repliche:

In questo momento io sono lo S.H.I.E.L.D.

e

… questa agenzia non diventerà la marionetta del governo degli Stati Uniti… né la puttana di qualcuno.

L’autore ribadisce la sua piena autonomia, adesso può esprimere in un contesto immacolato tutta la sua esplosività, la sua arroganza e volgarità. Questo gli dà gioia e soddisfazione e le sue pallottole saranno sempre più efficaci delle critiche, dei nasi storti e dell’indifferenza. La splash page inserita nel penultimo capitolo (Spara che ti passa – On Your Guns) è un vero inno alla libertà d’espressione. Due schieramenti, divisi da storia e cultura, uniti da un amore immorale, sono faccia a faccia e si macellano senza pietà. A sinistra l’Armata Rossa, a destra i migliori rappresentanti di una comunità flagellata da una burocrazia lenta e priva di pathos. 

Garth Ennis – Meraviglie di scorta: Fury In Evidenza Garth Ennis Darick Robertson

Dida: La splash page di Robertson in Fury n. 5 , pp. 5-6. © Marvel Comics.

I dialoghi del duello finale sono agghiaccianti. Due culture si riducono a due sole figure che come animali si affrontano in uno scontro più adatto a un manga di Tetsuo Hara e Buronson (4). Il nemico soccombe strozzato con le proprie stesse budella, ma non esiste un vincitore morale: la guerra è una sconfitta per ogni uomo? La narrazione si trasforma in epica quando Rudi Gagarin, un attimo prima di morire, accarezza il volto dell’esausto colonnello. Un piccolo spazio è riservato al sentimentalismo; ci viene offerta prima una vignetta dove i due corpi “riposano” in un lungo abbraccio (campo lungo, figura intera), seguita immediatamente da un’altra dove viene illustrato il risultato di quella strana passione: l’annientamento totale dell’isola. 

La tragicommedia di Ennis si conclude così, con il protagonista che vomita violenza addosso al grande simbolo dello S.H.I.E.L.D., posto all’ingresso della sede, incidendo a suon di proiettili la scritta Foss Li Steiner, cioè i nomi dei giovani guerrieri alleati, della sua nuova squadra scomparsa prematuramente. La vera natura di Nick Fury ci è stata svelata e la tavola finale di questo sesto capitolo (L’uomo che amava la guerra – The Man Who Loved the War) richiama quella conclusiva del primo. L’uomo, solo, avvolto dall’oscurità, è sul tetto della propria abitazione con lo sguardo perso verso un taciturno paesaggio metropolitano. Nella sua mente scorrono le terribili verità urlate dal colonnello Gagarin in mezzo alle fiamme:

Sii onesto con te stesso per una volta… se non ci fossi venuto io quaggiù e non avessi cominciato tutto questo, saresti stato tu a farlo!

[Nel 2006 la coppia Ennis/Robertson ripeterà l’esperienza sul personaggio con la miniserie di sei numeri Fury: Peacemaker, inserita nella linea Marvel Knights, dove lo sceneggiatore irlandese racconta un drammatico capitolo del passato del protagonista prima che assumesse il comando dello S.H.I.E.L.D.: lo scontro tra gli Howling Commandos e la ventunesima Panzer Division tedesca nel deserto tunisino durante la seconda guerra mondiale. N.d.C.]

 Bibliografia:

  • Buronson (Okamura Yoshiyuki), Hara Tetsuo, Ken il guerriero,  ed. italiana nn. 1-27, Star Comics, Bosco (PG), 1997-1999.
  • Ennis Garth, Crain Clayton, Ghost Rider: Director’s Cut, Marvel Comics, New York 2005.
  • Ennis Garth, Crain Clayton, Ghost Rider: Road to Damnation, nn. 1-6, Marvel Comics, New York 2005.
  • Ennis Garth, Crain Clayton, Ghost Rider: Trail of Tears, nn. 1-5, Marvel Comics, New York 2007.
  • Ennis Garth, Fabry Glenn, Thor: Vikings, nn. 1-5, Marvel Comics, New York 2003-2004. Edizione italiana in: Thor, Dark Side – Il lato oscuro dei fumetti n. 15, Panini Comics, La Gazzetta dello Sport (RCS Quotidiani S.p.A.), Milano 2006.
  • Ennis Garth, Robertson Darick, Fury nn. 1-6, Marvel Comics, New York 2001.
  • Ennis Garth, Robertson Darick, Fury: Peacemaker nn. 1-6, Marvel Comics, New York 2006.
  • Gibson Mel, Braveheart (titolo italiano: Braveheart – Cuore impavido), 20th Century Fox Entertainment, Icon Entertainment International, Ladd Company, B.H. Finance C.V., USA 1995.
  • Lee Stan, Kirby Jack, Strange Tales n. 135, Marvel Comics Ney York 1965.
  • Miura Kentaro, Berserk, ed. italiana nn. 1-66 (serie in corso), Panini Comis-Planet Manga, Modena 1996-2010.
  • Darick Robertson (intervista a), «Comicus», settembre 2005.
  • Stallone Sylvester, Rocky 3, Chartoff-Winkler Productions, United Artists, USA 1982.
  • Suzuki Kôji, Ringu, ed. italiana Tea, Milano 2006.
  • Tolkien John Ronald Reuel, Il Signore degli Anelli, ed. Italiana Bompiani, Milano 2004.
  • Verbinski Gore, Teh Ring, DreamWorks SKG, MacDonald/Parkes Productions, BenderSpink, USA 2002.

Note

  1. Nella stessa è stata inserita la serie The Punisher dello stesso Ennis. [↩]
  2. Disegnatore attivo in casa Marvel e dc Comics. Ha firmato Transmetropolitan di Warren Ellis e The Boys di Ennis. In un’intervista al portale italiano Comicus.it ha ammesso di essere diventato grande amico di Garth Ennis, riuscendo a relazionarsi meglio con artisti con cui sente di avere un’amicizia vera. Rif. Darick Robertson (intervista a), «Comicus», settembre 2005 [↩]
  3. Organizzazione terroristica, apparsa per la prima volta nel 1965 su Strange Tales n. 135. [↩]
  4. Autori del noto manga Hokuto no Ken (Ken il Guerriero), pubblicato in Giappone da Shūeisha. In Italia, Star Comics ha provveduto a ristamparlo integralmente. [↩]
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