Vecchi libri, carte consumate dal tempo, brandelli di tappezzeria, buste postali con tanto di indirizzi e francobolli, vecchi quaderni di scuola per molti sono solo materiali di scarto, inutili e privi di alcun interesse. Per Gary Taxali, invece, sono materia prima per il suo lavoro, sono la superficie da cui prende vita e si sviluppa.
Gocco è il suo strumento: un sistema giapponese brevettato nel 1977 da un certo Noboru Hayama, per realizzare in casa delle serigrafie a colori. Sembra un giocattolo, ma è una vera e propria stampante, compatta e poco costosa che consente di stampare su ogni tipo di superficie. Mixed media, timbri e applicazioni, poi, completano e arricchiscono le sue opere. Il risultato è una fusione di stili, contenuti, tecniche e linguaggi. Un mix tra i primi comics americani e la pop art, tra il carattere ironico dell’iconografia d’inizi ‘900 e il distacco e l’ambiguità dell’era massmediologica.
Fino al 17 marzo 2012 la Galleria Antonio Colombo di Milano dedica una mostra alle opere che hanno reso l’artista conosciuto e apprezzato come uno dei migliori esponenti della scena neo pop americana. Un percorso che mette in luce come Taxali riesca a creare una sintesi perfetta tra l’iconografia retrò dei comics (Popeye di Elzie Crisler Segar, i Barney Google & Snuffy Smith di Billy De Beck o ancora i Nancy and Suggo di Ernie Bushmiller) e quella del linguaggio dei media, più distaccata e composta da segni. Personaggi dalle molteplici sfaccettature caratteriali prendono vita e si animano su sfondi ingialliti e consumati dal tempo ed interagiscono con adesivi, slogan, esclamazioni e le “parole d’ordine” della contemporaneità in un universo calmo ma al tempo stesso frenetico.
Un percorso in cui: “Taxali mescola l’ora con il poi” , come ha detto Steven Heller, autorevole critico di comunicazione visiva, trasportandoci nel suo universo irriverente e accattivante.
M.D.